I saluti in scena dello spettacolo Vico Sirene di Fortunato Calvino
I saluti in scena dello spettacolo Vico Sirene di Fortunato Calvino

Vico Sirene: la recensione

Più volte abbiamo dedicato la nostra attenzione allo spettacolo teatrale “Vico Sirene” di Fortunato Calvino, oggi però vogliamo scrivere qualcosa in più avendo avuto modo di poter assistere ad un vero e proprio viaggio intorno ad mondo popolato da personaggi dalla grande sensibilità ed uniti da una profonda amicizia, un’amicizia vera e sincera capace di far compiere azioni impensabili.

Gigi e Ross, al secolo Luigi Esposito e Rosario Morra, ricoprono un ruolo inedito, quello rispettivamente di Scarola e Nucchetella, due “femminièlli” unite da un forte legame di amicizia ed anche da un passato di prostituzione.

Il simpaticissimo duo partenopeo, per anni conduttori di Made in sud, con questa nuova esperienza teatrale hanno confermato il loro grande talento, oltre alla versatilità e duttilità che gli consente di indossare a pennello anche panni femminili, in tal caso quelli delle protagoniste, facendolo con estrema disinvoltura e autenticità.

Al dischiudersi del sipario si vive un’atmosfera particolare che riporta indietro nel tempo, facendo così scoprire delle verità che non tutti conoscono: sofferenze, abbandoni, competizioni ma anche grandi passioni, ardori e soprattutto presenze, quelle su cui puoi sempre contare nonostante screzi e litigate.

Un universo dove regnano i sentimenti che, in maniera eterogenea, prendono vita nei vari personaggi interpretati da altrettanti bravissimi artisti: Marco Palmieri, ovvero la rossa Mina, non si smentisce mai affermando la sua innata spontaneità e propensione nel calcare il palco con grande padronanza e abilità.

Ciro Esposito, ovvero la “focosa” Coca Cola, si rivela come sempre un artista esperto e preparato che, ancora una volta, ha dimostrato la sua grande capacità attoriale.

La pescivendola, ovvero il bravissimo Luigi Credendino, è l’unica sposata ed anche benestante ma nonostante il “cambiamento” resta fedele alle sue amiche di sempre.

Infine c’è Susy, interpretata da un interessante e sorprendente Mattia Ferraro, la cui sorte finirà per sconquassare la vita di tutte le compagne.

Un mondo povero ma ricco di umanità e di tradizioni come la tobolata finale, che pur essendo amara, riunisce le protagoniste di questa incredibile storia.

Una rappresentazione teatrale emozionante resa ancor più suggestiva grazie alle musiche di Paolo Coletta, uno spaccato della cultura napoletana dove anche la stessa lingua diventa protagonista di dialoghi e battibecchi resi fluidi, piacevoli e mai volgari nonostante la tematica particolare.

Vico Sirene, scritta e diretta da Fortunato Calvino con l’assistenza alla regia di Pina Strazzullo, meriterebbe di essere itinerante non solo per le tematiche e la storia ma anche per le grandi emozioni e sensazioni che solo il teatro, attraverso il contatto diretto con il pubblico, riesce a dare.

Su Silvana De Dominicis

Vice direttore di La Gazzetta dello Spettacolo, amante degli animali, la natura e la cucina veg. Umiltà e sensibilità sono nel contempo i miei pregi e difetti.