Silvia Alonso con il libro L’avvocato in guêpiére
Silvia Alonso con il libro L’avvocato in guêpiére

L’avvocato in guêpiére, di Silvia Alonso

Parliamo di Maria Antonietta De Angelis, frizzante protagonista di L’avvocato in guêpiére, il nuovo romanzo di Silvia Alonso (per Rossini Editore) e la prefazione a firma della celebre scrittrice Valeria Corciolani.

E se un giorno una giovane avvocato di Milano, in piena carriera nel cuore della città della moda, si trovasse catapultata dal Tribunale al palcoscenico?

Già aggiudicatosi il Secondo Posto al Premio Letterario Città di Cattolica nell’aprile 2023 come miglior romanzo inedito, è un libro fuori dagli schemi che, con grande humor e brio, narra le piccole grandi battaglie del quotidiano. Ne parliamo con l’autrice per la nostra rubrica Libri e Scrittori.

IL LIBRO DI SILVIA ALONSO E’ DISPONIBILE QUI

Silvia Alonso, ben ritrovata su La Gazzetta dello Spettacolo. Leggo dalla tua biografia che hai abbandonato la professione forense per avere più tempo da dedicare alla tua grande passione, lo scrivere. Quali sono le gioie e i dolori de “Il mestiere di scrivere”, per dirla parafrasando Pavese, e quali le differenze con gli ostacoli della professione di avvocato?

La professione forense mi ha dato il rigore logico e la rigida disciplina quotidiana che servono a poter portare avanti un progetto, in particolare a realizzare l’idea artistica rendendola concreta, con un duro lavoro di cesello.

Tuttavia, come giustamente diceva Einstein, la mente intuitiva è un dono sacro, mentre quella razionale è solo il suo umile servitore: quindi la tecnica dello scrivere deve essere messa al servizio dell’idea. Per riallacciarmi a Pavese, il mestiere di scrivere consiste nella scommessa di dare un’anima a una mera intuizione, rendendola universale e realizzandola in una visione tridimensionale. L’emozione trasmessa al pubblico non deve essere un mero sfogo personale, perché pur partendo da noi stessi, si deve scrivere per gli altri.

Dal tuo percorso letterario si nota una specie di dicotomia tra un animo thriller e noir e uno invece brioso e humor. È una specie di conflitto artistico, o piuttosto una compenetrazione di due nature che si compensano?

Dico sempre che scrivo i noir e i thriller con il mio segno zodiacale, lo Scorpione, mentre poi è l’ascendente Sagittario che si ritaglia i suoi giusti spazi con l’humor. In generale ho un carattere poliedrico a cui stanno stretti i confini troppo rigorosi. Quindi spesso un romanzo divertente mi serve a stemperare i toni densi e cupi di un noir, e viceversa. Come il sorbetto dopo un piatto elaborato. Una specie di equilibrio interiore nella compensazione dei poli opposti.

In questa commedia brillante ricalchi un po’ i toni anni Novanta di Bridget Jones, con una verve attuale, declinata all’Italia e soprattutto ai ritmi frenetici di Milano. Si tratta di un romanzo al femminile dove emergono con arguzia le contraddizioni del mondo lavorativo. Qual è il messaggio prevalente a questo proposito?

Ridere nella tempesta. Perché l’unica cosa da fare in questo film che si chiama vita, è cercare la felicità. Nel romanzo le donne sono le protagoniste: le nostre più grandi alleate ma anche le peggiori nemiche, in un mondo lavorativo creato su misura per gli uomini dove per l’altra metà del cielo c’è ancora tantissimo da fare.

Nel nostro paese le donne in carriera sono troppo spesso obbligate a pagare un prezzo troppo alto, che equivale alla rinuncia alla famiglia, all’amore o ai propri sogni. Come se vivessimo su un binario prestabilito, senza possibilità di trovare nuove strade percorribili. Voglio invece sperare che prima o poi sarà attuabile la strada della vera realizzazione, qualcosa che non preveda rinunce basate su scelte binarie, ma dove le tante anime che risiedono in noi possano invece trovare la loro giusta espressione. Un modello di vita “quantistico”, dove la complessità sia ricchezza e si opponga al modello fordista della catena di montaggio ancora dominante, purtroppo.

I momenti più belli che ti ha regalato questo libro, e le difficoltà.

Partendo dalle difficoltà: crederci quando ancora nessuno ci avrebbe creduto, e lo sforzo di renderlo incisivo e non banale, perché la comicità è più difficile del dramma. Mentre i momenti più belli: il premio miglior inedito ricevuto lo scorso anno sul palco di Cattolica, e quest’anno la presentazione in biblioteca a Milano, con la presentazione dell’avv. Alessia Sorgato e la recitazione delle bravissime attrici Elisa Giorgio e Alessandra Basile. Vedere gli stralci recitati delle mie pagine è stata un’emozione unica.

Tre motivi, e relativi sottotitoli, per leggere L’avvocato in guepiere di Silvia Alonso.

Seduzione, humor, profondità sono gli ingredienti prevalenti di questo romanzo scritto per fare riflettere nell’evasione di una lettura briosa.

Il sottotitolo del libro già lo sapete: dal Tribunale al Palcoscenico, quante derive ha la realizzazione? Il Destino poi, che finge di travestirsi da Caso, tesse una trama su cui abbiamo la libertà di muoverci come a mosca cieca, con gli occhi bendati, oppure possiamo osare dei salti onirici e leggere le indicazioni invisibili di un mondo parallelo che silenziosamente ci viene in aiuto. Mi piace usare la fantasia e credere nei sogni, per cui voto per i voli pindarici di terza generazione: paracaduti che finalmente ci permettano di non avere limiti, all’infuori di noi stessi. Quando si capisce questo, si è pronti per il decollo!

Su Francesca Ghezzani

Giornalista, addetto stampa, autrice e conduttrice di programmi televisivi e radiofonici. In passato ha collaborato con istituti in qualità di docente di comunicazione ed eventi.

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