Hal Yamanouchi
Hal Yamanouchi

Hal Yamanouchi: amo Roma e non dimentico le mie origini

Abbiamo il piacere di incontrare Hal Yamanouchi, da sempre molto amato. Yamanouchi è nel lavoro ad opera di Claudio Del Falco, “Iron Fighter”, un progetto a cui ha tenuto molto, che gli ha regalato tanto, soprattutto a livello personale..

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Hal Yamanouchi. “Iron Fighter” la vede protagonista di un lavoro ad opera di Claudio Del Falco. Quali sensazioni a riguardo?

In questo ruolo interpreto un vero cattivo su un set in cui sono stato molto bene, forse grazie anche a Claudio Del Falco, oppure al fatto che eravamo in un luogo che amo particolarmente, la palestra. Con Claudio siamo già abbastanza rodati. Abbiamo avuto modo di lavorare insieme, tempo addietro.

Non è nuovo a questo genere di ruoli, d’altronde...

Esatto! Nel passato ho già interpretato ruoli simili. Soltanto, negli anni, faccio fatica ad accettarne tanti. Affinché accada, devo essere affascinato da qualcosa, in particolare..

Quale ruolo, nel corso degli anni, le è rimasto nel cuore tra i tanti interpretati?

Ricordo con piacere Cristoforo Colombo, per Rai 1, in cui interpretavo un capo tribù. Lo ricordo con piacere perché a breve dovrò interpretare un ruolo simile, in “Sandokan”, sempre per la Rai.

Anni addietro è arrivato in Italia, ha conosciuto e sposato una donna, e non è più andato via.. Che ricordo ha di quegli inizi e del suo amato Giappone?

Si si, verissimo! Ricordo che Roma, in particolar modo, mi ha accolto a braccia aperte, così come mia moglie. Continuo anche a pregare, riconoscente per essere nato in Giappone, nel centro di Tokyo, il mio palcoscenico, laboratorio dell’umanità. È ancora viva in me la mia terra, così come i sacrifici fatti seguendo la mia vera etica.

Negli anni ha tenuto anche molti laboratori e, a tal proposito, quali consigli sente di dare a tutti coloro che pensano di voler intraprendere un percorso recitativo?

Ritengo di essere stato molto fortunato a trovarmi nel luogo giusto e al momento giusto. Se proprio devo dare un consiglio, credo sia una questione di destino, con il divino che è dentro e fuori di sé.

Cosa può anticiparci sui progetti futuri?

Da maggio prenderò parte alle riprese di “Sandokan”, un lavoro davvero bello, particolare. Avrò anche un ruolo in una produzione siciliana, “Ladri di stelle cadenti”.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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