Mentre tutti fingono, di Clementina Tirino
Clementina Tirino, con il suo libro Mentre tutti fingono

Mentre tutti fingono, di Clementina Tirino

A 6 mesi dall’uscita del suo terzo romanzo “Mentre tutti Fingono“, incontriamo la scrittrice Clementina Tirino, autrice di una storia che pone al centro dell’attenzione i rapporti con le persone che ci riempiono la vita e si sofferma sulla loro autenticità.

In un’esperienza profondamente liberatoria, Clementina Tirino ci racconta la storia di Viktoria, una donna, apparentemente, come tante, ma che possiede una marcia in più e che si ritrova a scegliere se continuare a fingere o no.  

Un romanzo che accarezza, con la penna quanto mai pungente di Clementina Tirino, il tema dell’aborto, delle scelte , della prossemica dell’amore e osa affrontare ciò che si definisce col termine di disturbo d’identità, sottolineando l’importantissimo ruolo del genitore, che raccontiamo nella nostra rubrica “Libri e Scrittori“.

IL LIBRO E’ DISPONIBILE QUI

Benvenuta sul quotidiano “La Gazzetta dello Spettacolo”, Clementina Tirino. Qualcuno ha detto che in questo romanzo hai acceso i riflettori su quelli che fingono, quelli, diciamo, un po’ sbagliati?

Grazie a voi per questo spazio. Chi finge non è per forza sbagliato e non tutti quelli sbagliati fingono. Forse, chi non finge è proprio chi sbaglia.  La cosa più importante è non fingere con se stessi. Non è semplice capire che il segreto sta tutto nell’essere sinceri con se stessi. Il resto viene da sé. Chi non s’inganna non inganna!

Da dove nasce l’idea?

È un libro che nasce da un’esigenza, un’urgenza, come tutti i miei romanzi, d’altronde.

Qual è l’urgenza di Clementina Tirino in questo romanzo?

Ho sentito l’urgenza di raccontare l’analfabetismo che si è creato, o c’è sempre stato,  nei rapporti umani.

Perché parli di analfabetismo?

A un certo punto della vita, per tutti, arriva la possibilità di entrare in contatto con quello che abbiamo dentro. Ciò non può non avvenire senza confrontarci con gli altri. Siamo quindi costretti a fingere per compiacere e andiamo in crisi. Le emozioni represse esplodono e non possediamo l’ABC per gestire la situazione. Siamo letteralmente analfabeti, non sappiamo chiamare per nome ciò che proviamo. Diventa semplice imitare il modello giusto, fingere per essere accettati. Il dramma è che ci abituiamo.

Quindi chi finge riempie la sua vita così, accontentandosi di un’esistenza tarocca. Quando si smette, come Viktoria, cosa accade?

Resta il vuoto, l’assenza. Resta, apparentemente il nulla. Ma l’assenza di stimoli e il vuoto sono necessari per capire e conoscere se stessi. C’è gente che ha girato il mondo, sa tutto di tutto, ma non conosce se stresso. Bisognerebbe ritrovare il privilegio della noia, del tempo lento. Isolarsi dagli stimoli continui, allontanarsi da questo mondo di sovra-stimolazione.  Fermarsi, se necessario, per osservare il vuoto dentro e fuori di noi e creare, da questo, nuove emozioni. Quelle vere!

In questa storia Viktoria cerca il portellone dell’uscita di sicurezza. Tu hai trovato la tua uscita?

L’uscita è laggiù, da dove siamo entrati. Le risposte sono tutte nel bambino che siamo stati. Per quanto sembri complesso, è, invece, semplice.

Hai dichiarato che i tuoi sono libri delle donne o per le donne?

Ho sempre adorato la scrittura al femminile, la mia vuole essere delle donne, ma per tutti. Ho provato a scrivere per donne e uomini e mi sono sforzata di trovare il giusto equilibrio nelle parole per entrambi i fruitori, apparentemente così distanti e diversi.

Cosa ti fa amare così tanto la scrittura?

La scrittura consente di creare immagini, rendere pensabile ciò che non lo è, praticare azioni trasformative che sovvertono il pensiero unico in cui siamo spesso intrappolati. I desideri diventano possibili! Serve ancora spiegare perché amo tanto la scrittura?

Quando, come è successo a Viktoria, arriverà la sera della resa dei conti, ti chiederai se tra le cose che hai ci sono quelle che hai voluto davvero o quelle che hai finto di volere?

Non sono brava con i conti, quando quella sera arriverà non mi troverà a casa. Sarò uscita a vivere.

L’amore nei tuoi romanzi non manca mai. Hai scritto che l’unico amore possibile è quello ad oltranza, a senso unico. Lo stimi poco in questo romanzo. E la favola dell’amore vero?

Ti svelo un segreto: quel tipo di amore non esiste, anche se fanno tutti finta di niente.

Su Paolo Isa

Giornalista Pubblicista iscritto all'Ordine della Campania, già collaboratore di magazine nazionali, periodici e quotidiani.

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