Maurizio Donadoni: Matteotti, uomo da non dimenticare
“Ennio Doris – C’è anche domani”, e poi “Le indagini di Lolita Lobosco”. Ecco l’intervista all’attore Maurizio Donadoni.
Incontriamo l’attore Maurizio Donadoni, reduce dal successo della terza stagione di “Le indagini di Lolita Lobosco”, pronto a parlarci dei progetti che lo vedono protagonista, “Ennio Doris – C’è anche domani” e lo spettacolo teatrale, “Matteotti Medley”.
Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Maurizio Donadoni. Parliamo subito dell’amato Trifone, il personaggio interpretato ne “Le indagini di Lolita Lobosco”. Che esperienze ha rappresentato la possibilità di prendere parte ad un’ennesima stagione?
Sono molto contento del successo che la fiction ha ottenuto, così come del mio personaggio. Cammino per strada e mi sento chiamare con il nome del ‘mio’ Trifone. Un vero piacere. C’è un continuo ritorno nel quotidiano, cosa che avevo quasi dimenticato facendo tanto teatro. È bello portare in televisione la possibilità di vivere dei sentimenti in un’età già matura ed è giusto, soprattutto nel periodo storico in cui siamo, con una guerra in atto.
Il successo della serie, a mio parere, è dovuto anche al fatto che ci siano molti legami tra i personaggi, con i telefonini spesso lontani da questa realtà, con valori veri. Una vera favola, “Le indagini di Lolita Lobosco”, con forti iniezioni di realtà.
Dal 15 aprile tra i protagonisti del film, “Ennio Doris – C’è anche domani”, nei panni del papà del noto banchiere. Cosa può dirci a riguardo?
Giacomo Campiotti, con cui ho fatto anche “La Sposa”, è una vera garanzia. Il mio personaggio è incastonato negli anni cinquanta/sessanta, nel momento di un particolare periodo economico, gli anni in cui vivevamo l’uscita dalla guerra. Un periodo che ricordo perché vissuto da bambino. Tutto ciò che c’era, in sostanza, era prodotto nell’ambiente in cui vivevi, lì dove cadeva il tuo sguardo. La tecnica è entrata dentro sottoforma di oggetti, come le moto, le lavatrici, i televisori, cose che attiravano la nostra attenzione come se fosse un vero spettacolo. Mi sono trovato molto bene su questo set, così come nello scoprire questa bellissima storia.
Maurizio Donadoni, cosa possiamo aspettarci dallo spettacolo teatrale su Giacomo Matteotti, “Matteotti Medley”, in scena dal 14 al 19 maggio al Teatro Basilica di Roma?
Sono sempre stato appassionato da tutti coloro che hanno lasciato un segno, di proprio pugno, nella lotta. Matteotti, era ricco, appassionato di opera lirica, con la macchina, abile nel mostrare come leggere i bilanci comunali ai contadini. Socialista nei fatti, non un parolaio. Una persona vista non bene anche dai suoi, faceva le pulci anche ai socialisti stessi, ma con un senso di onestà forte più dell’appartenenza.
Questa sua libertà, coraggio e ciò che ne concerne, credo sia uno degli insegnamenti più saggi, come un vero e proprio oracolo. Questa sua figura, spesso dimenticata, porta tanti interrogativi al nostro modo di vedere le cose. Un uomo che si è sacrificato per il bene comune e non va dimenticato.
Quali altri progetti toccheranno il futuro di Maurizio Donadoni?
Girerò un po’ con Matteotti per poi prendere parte ad altre fiction ancora in fase di realizzazione.