Vittorio Martire
Vittorio Martire

Vittorio Martire alla conquista delle celebrities

Incontriamo colui che è stato definito l’artigiano del lusso, ovvero Vittorio Martire, per una esclusiva intervista per parlare di celebrities.

Nel suo ufficio al centro di Milano, nel cuore del quadrilatero della moda, ha una cassaforte sempre aperta, un must, e non come si possa pensare contenente preziosi o moneta frusciante, bensì una scarpa (che per lui è opera d’arte) esclusiva, in coccodrillo, lavorata a mano.

E’ il messaggio simbolico che Vittorio Martire ha impresso da sempre per il suo style e modus vivendi; l’eccellenza, il prodotto, l’unicità. Una triade che sono veri e propri ‘tesori’ da caveau di un imprenditore del Made in Italy degno di chiamarsi tale; ‘figlio’ della quarta generazione di produttori di scarpe da 100 anni, oggi founder e Ceo dello spin-off familiare che porta il suo stesso nome: la “Vittorio Martire Milano”.

Lusso, classe, ma soprattutto pezzi fatti a mano, con al posto delle suole veri e propri capolavori disegnati da un’artista. Ha le idee chiare il giovane meneghino, ci mette fatica, ideazione e ‘faccia’, giacché come ha spesso affermato: “oggi essere ambasciatore del proprio prodotto è una mission fondamentale verso gli interlocutori, che siano essi distributori o clienti finali, partner o investitori, gestendo così direttamente la strategia “architettonica” che porta poi all’indirizzo scelto da chi la crea!”.

Vittorio si ispira al Re Mida del nuovo concetto di fare stile, quel Brunello Cucinelli orgogliosamente fermo alla nobile idea che bisogna curare e favorire chi usa le mani, la strenua difesa del cosiddetto ‘mestiere’, spesso surclassato dalla staticità della macchina industriale produttiva in serie.

L'imprenditore con una delle sue creazioni
L’imprenditore con una delle sue creazioni

Parole chiave: mettersi sempre in gioco – e in prima persona – dall’inizio alla fine, dai primi bozzetti alla fase produttiva, dai rapporti umani con la clientela d’elite nazionale (spesso volti illustri dello star system), ma anche estera (Europa, Dubai ed Emirati Arabi) alla commercializzazione e alla scelta delle linee promozionali e agli obiettivi a medio e lungo raggio.

Si definisce ‘un nostalgico’, ancora incantato dall’epoca d’oro, ai ricordi di suo padre e suo nonno all’azione, poiché quel genere di “fatto a mano” ha per lui un fascino ineguagliabile, quel rispetto del materiale e del prodotto che porta in se una sua magia intrinseca e d’altri tempi. E’ l’Italia del bello e del vanto nel mondo che ancora vive! E una regola che è legge morale indissolubile alberga nel suo vademecum morale: “non venire con i soldi pensando di acquistare ciò che vuoi, ma con l’umiltà di saper portare con eleganza ciò che è frutto di mesi di ispirazione e creatività!”.

L’intervista a Vittorio Martire

Vittorio Martire, benvenuto sul quotidiano La Gazzetta dello Spettacolo. Di padri in figli, e lei è la quarta generazione. Ma, rispetto al passato, c’è stata la deviazione dello spin-off verso l’esclusività e la vendita diretta. Passaggio dettato da?

Grazie a voi per l’ospitalità. Passaggio dettato di sicuro da una consapevolezza di volere e potere fare qualcosa in più in termini identificativi e del prodotto riconoscibile sotto l’aspetto qualitativo e di design e per l’esperienza acquisita dal Know-how familiare in questi anni.

Sguardo rivolto soprattutto verso l’estero? Svizzera, Dubai, Arabia Saudita. C’è desiderio di imporre il Made in Italy nel mondo?

Assolutamente si, parola d’ordine, far conoscere il “nostro Made in Italy” nel mondo perché credo sia un obbligo generazionale continuare la missione familiare non più limitandosi a mercati nazionali ed europei bensì a quelli internazionali, con un chiaro obiettivo, testimoniare ed affermare, attraverso il nostro know how, una delle molteplici e nobili realtà italiane all’estero.

Nel suo ufficio di Milano è presente una cassaforte aperta. Dentro una scarpa molto prestigiosa. Visione simbolica?

Ovviamente una simpatica provocazione ma con un messaggio chiaro, quello di preservare il valore, custodito gelosamente, per quello che si fa, per quello per cui si crede.

Milano! La vera forza motrice dell’economia italiana, ma soprattutto antesignana della moda. Cosa “vibra” in Milano nel campo fashion che nelle altre city non riesce?

L’Italia è famosa per la sua architettura, cultura, arte, opera, letteratura, cinema e moda. Milano, raccoglie, in un unica area chiamata il quadrilatero della moda, l’essenza dello stile nazionale ed internazionale dei designers più famosi. Milano è la capitale italiana della moda, ma non solo tra i confini nazionali, infatti è considerata una delle “Big Four”, le quattro città più importanti al mondo per il settore della moda, insieme a Parigi, Londra e New York.

Vittorio Feltri, Max Masu, Andrea Ruscica, sceicchi arabi e molti altri anche nel mondo dello star system amano le sue creazioni. Cosa li accomuna?

La cosa che accomuna queste persone è che non accettano compromessi sulla qualità, sono consci di quello che desiderano e pretendono, anche nella singola scelta di un paia di calzature Vittorio Martire Milano.

Vittorio Martire le faccio una domanda che va nell’ego delle personalità, soprattutto per quelle dello spettacolo: una bella scarpa ai piedi è importante sia per l’uomo che per la donna?

Un bel paia di scarpe per me rappresenta una personalità decisa, forte, con sfaccettature del carattere che comunicano attraverso la mimica del corpo, dei piedi, delle calzature indossate.

La sua definizione di lusso?

Avere la cultura del prodotto artigianale, la filosofia della trasformazione della materia prima che deve avvenire nel pieno rispetto dei processi naturali e dei tempi, senza forzature.

Su Mirko Crocoli

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