Antonio De Matteo
Antonio De Matteo

Antonio De Matteo: appagato dal mio Mare Fuori

“Mare Fuori” ha da poco terminato la sua programmazione con la quarta stagione e noi abbiamo il piacere di incontrare Antonio De Matteo, uno dei protagonisti. Un successo grande, quello ottenuto grazie alla serialità, un progetto a cui deve tanto.

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Antonio De Matteo. Parliamo subito di “Mare Fuori”, serie Rai giunta alla sua quarta stagione, e del tuo Lino. Quale successo sta regalandoti?

Sensazioni enormi, perchè mi ha tirato fuori da una situazione di vita precaria, permettendomi di vivere del mio mestiere, cosa basica, più che importante. Mi ha regalato anche una maggiore considerazione nel mio lavoro, senza dover per forza dimostrare qualcosa, di volta in volta.

A tal proposito, come ti sei preparato ad affrontare questo ruolo che, a suo modo, sembrava farti apparire in una maniera diversa, ombrosa, almeno nelle prime stagioni?

Preparato da una vita, involontariamente, dal momento in cui ero operatore sociale in un’associazione per bambini. “Mare Fuori”, da questo punto di vista, è come se avesse chiuso un cerchio ed ho regalato, al mio Lino, un lavoro di analisi del testo del personaggio e tanta umanità, anche se può apparire oscura, nei primi ‘istanti’.

Quale clima si vive sul set, ancora oggi?

Ne parlavo con Matteo Paolillo qualche giorno fa, su un set differente. La nostalgia ci accompagna, in alcuni frangenti, proprio per via del fatto che siamo cresciuti insieme, ‘sconosciuti’, dandoci la mano. Anche per questo amo tornare sul set della serie, per rivivere il clima umano che ci ha sempre contraddistinto, senza giudizio alcuno anche negli errori, esplorando sempre più le nostre persone.

Antonio De Matteo
Antonio De Matteo

Tanto teatro nel tuo vissuto, Antonio De Matteo, dunque quali sensazioni sono legate alle tavole del palcoscenico?

Il teatro resta il mio primo amore, qualcosa che non si scorda mai. Non scordi nemmeno le emozioni, lo scambio di energia con il pubblico, l’eventuale disaccordo che potrebbe venirsi a creare. Cose necessarie anche nella vita, come evoluzione, nel bene e nel male. Il cinema ti regala la possibilità di sbagliare, come la televisione, il teatro ti regala continua evoluzione, invece.

Da padre, in un mondo orientato sempre più verso l’errore, quali consigli cerchi di dare a tuo figlio affinché possa affrontare nel migliore dei modi il suo percorso di vita?

Bella domanda! Cerco di fare una somma, nonostante gli errori che potrebbero esserci, di ciò che è stato fatto, costruendo dei miei ostacoli, per primo. Sono cresciuto con l’idea che non ci sia alcun manuale per essere padri. Bisogna costruire tutto insieme, permettendogli di fare le proprie scelte ma con i giusti limiti, per affrontare al meglio il suo futuro.

Hai una forte passione per la fotografia. Come ha preso forma?

Grazie a mio padre e ad una Minolta che mi regalò tempo fa. Poi fui coinvolto da alcuni amici ed oggi ho anche un mio studio ed una collaborazione in atto con Amnesty Internazional.

Cosa puoi anticiparci sul tuo futuro artistico, Antonio De Matteo?

Un futuro molto intenso. Dopo le riprese di “Mare Fuori 4” ho preso parte alla realizzazione di un film, canadese/italiano, opera prima, girato a Torino. Sono anche nel cast di “Piedone lo sbirro” e in un film da un titolo ancora provvisorio. Ho anche preso parte a “Mia”, altro titolo provvisorio, ad opera di un’amica ritrovata.. per poi approdare a girare la quinta stagione di “Mare Fuori”.. e tanto altro ci sarà..

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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