Roberta Garzia
Roberta Garzia

Roberta Garzia: mio figlio, il motore della mia vita!

Roberta Garzia è nota al pubblico per aver preso parte a molte fiction, nel corso della sua carriera, e per il ruolo in “Camera Cafè”.

Oggi la ritroviamo in occasione dello spettacolo teatrale in scena al Teatro degli Audaci, “Ti va di sposarmi?”, ad opera di Danila Stalteri, con Leonardo Bocci. Un’intervista sentita, vera, per cui ringraziamo la disponibilissima Roberta.

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Roberta Garzia. Come stai?

Ciao Alessia! Tutto bene, grazie! Felice di essere tua ospite in queste pagine!

Affrontiamo un breve excursus. Come ha avuto inizio il tuo percorso da attrice?

Ricordo che ero piccola e, pur essendo molto timida, esternai il desiderio di fare l’attrice. Ero talmente timida, appunto, che mia madre rimase basita: “Ma come, ti vergogni pure a ballare alle feste e vuoi fare l’attrice?”. Al ginnasio cominciai a frequentare un corso di recitazione molto interessante, era un corso di quartiere con i carcerati di Rebibbia. Durante l’università frequentai una scuola professionale per attori presso Teatro Azione con Isabella Del Bianco e Cristiano Censi. Da lì ho cominciato a muovere i primi passi sul palcoscenico. Il mio inizio è stato in un gruppo di cabaret che si chiamava “Tutte Esaurite”.

Nel tuo curriculum tanta televisione e teatro. Quali sensazioni ti lasciano addosso le tavole del palcoscenico e quali artisti hanno guidato, maggiormente, il tuo percorso artistico?

Il primo amore è stato il teatro e ancora adesso rappresenta per me un’emozione fortissima e immediata. Amo tantissimo anche il cinema e la televisione ma in questi ultimi due casi l’emozione è “rimandata” alla messa in onda o alla proiezione, ovvero a quando ti vedi sullo schermo. Ai miei esordi ha avuto un peso importante la figura di Franco Molè, che oggi purtroppo non c’è più, con il quale ho avuto il piacere di lavorare e con il quale ho collaborato come assistente ai suoi laboratori teatrali. Da lui non solo ho imparato tanto ma ho anche “rubato” tanto! Un’altra persona per me molto importante è Pupi Avati, con il quale ho girato il film “Ma quando arrivano le ragazze?”. La mia era una piccola parte e lui è stato un maestro eccezionale. Era anche uno dei primi film ai quali prendevo parte e lui mi ha insegnato come si “parla” in un film, come ci si esprime. Infine, il mio punto di riferimento attoriale, è sempre stata Meg Ryan. I suoi toni della commedia sono da sempre stati per me fonte di ispirazione.

Hai anche avuto modo di condurre, in questi ultimi anni. Potrebbe interessarti una nuova conduzione, un domani?

La conduzione mi piace tantissimo. Prima ancora di fare Camera Cafè ho condotto su La7 il programma Call game. Per il canale Gambero Rosso ho invece condotto Sit cook, accanto a Corrado Tedeschi e, successivamente, ancora programmi sulle navi da crociera. Un sentimento antico e forte quello che mi lega alla conduzione. Oggi mi trovo spesso a condurre eventi dal vivo e format televisivi e mi piacerebbe continuare a farlo, anche con progetti nuovi.

Hai avuto modo di essere tra i protagonisti di Camera Cafè, per molti anni, nel ruolo di Gaia De Bernardi. Che ricordo ne hai?

Di Camera Café ho tanti ricordi! E’ stata un’esperienza bellissima e impegnativa allo stesso momento. Un’esperienza che mi ha coinvolto per cinque anni e alla quale devo un po’ tutto. Il piccolo schermo mi ha portato nelle case degli italiani e mi ha reso un volto noto. Ancora oggi, nonostante gli anni trascorsi dalla messa in onda, ogni tanto mi sento chiamare “Gaiaaaa!”.

Alcuni anni fa sei stata tra le protagoniste di Pechino Express, insieme ad Eva Grimaldi. Cosa porti con te da quella esperienza?

Anche Pechino Express è stata un’esperienza piacevole e interessante. Impegnativa anche quella, perché ciò che accade è assolutamente vero! Anzi, è più faticoso di quello che sembra perché momenti come il richiedere ospitalità per la notte, alcune volte al montaggio non vengono mostrati. Con Eva Grimaldi mi sono divertita tantissimo e ci sentiamo ancora adesso. Siamo molto amiche. Di Pechino Express ho un ricordo indelebile, particolare. Siamo stati ospitati da gente poverissima che, pur non avendo niente, ci ha dato tutto e quel poco che aveva lo condivideva con noi.

Attualmente sei in teatro con “Ti va di sposarmi?”, ad opera di Danila Stalteri, e con Leonardo Bocci. Cosa dobbiamo aspettarci dal tuo personaggio?

Interpreto Valentina, una donna molto romantica che, nonostante le numerose delusioni, crede ancora nell’amore. Un’ottimista che ha fiducia nel prossimo. Un personaggio in cui mi rispecchio tantissimo! Sono presente in diversi momenti nello spettacolo e questo mi dà modo di esprimere sensazioni ed emozioni sempre differenti.

Chi è Roberta Garzia nella vita di tutti i giorni?

Nella vita sono molto impegnata come mamma. Un anno e mezzo fa ho avuto Jacopo, un bambino meraviglioso che mi dà tanta energia! C’è da dire, però, che a quell’età i bambini di energia te ne succhiano anche molta. Lui, però, rimane il mio motore! Quindi direi che la vita di Roberta si divide tra il lavoro di attrice e conduttrice e quello di mamma, quest’ultimo forse il più faticoso di tutti! E’ un periodo, questo, in cui mi dedico molto alla famiglia, che comprende anche il papà di Jacopo, il mio compagno.

Sogni e progetti futuri di Roberta Garzia?

Mi piacerebbe tanto condurre un programma e dare spazio anche a questo mio lato professionale. Ho anche un altro pallino, partecipare a Ballando con le Stelle. Si tratta di uno dei miei grandi sogni nel cassetto!

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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