Leonardo Bocci
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Leonardo Bocci torna in scena con: Ti va di sposarmi?

Dal web al teatro, incontriamo l’influencer ed attore Leonardo Bocci. Il 27 ottobre avrà inizio la sua nuova esperienza teatrale, “Ti va di sposarmi?”, prevista al Teatro degli Audaci di Roma, fino al 6 novembre.

Con lui, sul palcoscenico, Roberta Garzia e l’attrice Danila Stalteri, ideatrice di questo nuovo spettacolo. Vi lasciamo alle parole di Leonardo, al suo percorso, alla sua voglia di novità.

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Leonardo Bocci. Come procede il tuo vissuto?

Il mio vissuto procede molto bene grazie anche a questa nuova esperienza teatrale. Ringrazio per questo la regista Danila Stalteri che, in questo periodo, mi ha dato la possibilità di cimentarmi in qualcosa di diverso dai video web che faccio ogni giorno. Diciamo che per me è un periodo felice, sono sempre pieno di lavoro e quindi sono sempre in giro! O meglio, abitando a Roma sono sempre imbottigliato nel traffico.

“Ti va di sposarmi?” con Roberta Garzia e Danila Stalteri, quest’ultima anche regista e drammaturga, ti vedrà protagonista dal prossimo 27 di ottobre, in teatro. Cosa puoi dirci a riguardo e come ti prepari ad affrontare questa avventura legata alle tavole del palcoscenico?

Il teatro è sempre un’emozione. Lavorare con un pubblico di fronte è forse tra le più grandi sensazioni che si possono provare a livello artistico. Sicuramente il teatro è uno stimolo, una sfida molta ambiziosa per poter dimostrare che una persona che fa web può fare anche altro. Ho studiato tanto recitazione da ragazzo, avrei voluto intraprendere un percorso attoriale classico, poi mi sono buttato sul web ed è andata bene. Rimane però il desiderio di fare sempre e comunque teatro, cinema e televisione! Per quanto riguarda il mio personaggio posso dire che Santo è un ragazzo che viene da un paesino vicino Roma, Ceccano per la precisione. Si trova a Roma in cerca di fortuna. Si tratta di un personaggio che un po’ mi rispecchia, con questa frenesia di voler fare tante cose per poi mettersi in mezzo a situazioni paradossali o problematiche. Santo però è anche un buono, un furbetto, nel senso positivo del termine, ovvero un che cerca tante soluzioni alle cose trovando però, a volte, quelle sbagliate!

Una nuova esperienza teatrale per te, che hai già avuto modo di cimentarti a teatro nella commedia. La regista Danila Stalteri sostiene che tu abbia un fare naturale sul palco. Quali sensazioni sono legate a questo nuovo lavoro?

Ringrazio Danila per le belle parole che ha speso per me. Quando la regista mi ha contattato per questo spettacolo le ho detto che per me era un onore farne parte. Sono sempre contento quando quello che faccio sul web piace e mi dà la possibilità di cimentarmi in altre cose. Il teatro è qualcosa di diverso da ciò che faccio solitamente, è molto più faticoso ma la soddisfazione e l’emozione che ti regala l’andare in scena è impagabile.

Abbiamo avuto modo di conoscerti in maniera approfondita durante il lockdown. Ci hai regalato un sorriso in un periodo strano, davvero particolare e inaspettato. La tua poesia, “Buongiorno Roma, te sei svejata?”, è diventata più che virale. Quali sensazioni erano legate a quel periodo e come hai appreso questa nota di successo?

Personalmente il lockdown l’ho vissuto bene. Stare fermo a casa mi ha permesso di riscoprire un po’ me stesso. Una sorta di pausa di riflessione! Ho scoperto la bellezza di restare tra le mura di casa, nonostante il periodo brutto che stavamo vivendo. E’ un periodo a cui sono molto legato perché ha significato per me un cambiamento interiore e mi ha permesso di riallacciare rapporti con persone che non vedevo e sentivo da tempo.

Credi che il lockdown abbia dato il giusto insegnamento a chi doveva apprendere qualcosa di nuovo, di veritiero, oppure pensi che il tutto sia stato vano?

Credo che ne siamo usciti ancor peggio di prima, purtroppo. Ho l’impressione che ci siamo un po’ incattiviti, questo perché incapaci di imparare qualcosa dai momenti brutti. In generale mi sembra che il lockdown non abbia giovato tanto. Se osservo come eravamo uniti durante il medesimo e come ci siamo ritrovati dopo..

Al di là degli sketch, chi è davvero Leonardo Bocci?

Il Leonardo Bocci degli sketch è un personaggio che un po’ mi appartiene. Posso però dire che sono un ragazzo un po’ più tranquillo rispetto al romano verace che traspare dai video. Mi considero un buono, che a volte è un difetto. Non litigo mai con nessuno. Cerco sempre di sopportare tutto e tutti e di voler bene a tutto e a tutti! Questi aspetti del mio carattere spesso non traspaiono dal web e vorrei che accadesse invece il contrario! Attraverso il web infatti le persone si fanno un’idea di te che magari non rispecchia totalmente ciò che davvero sei. I video che ho realizzato durante il lockdown hanno però mostrato una parte più romantica e sensibile di me e sono contento che questa cosa sia arrivata a molte persone.

C’è qualcosa che ti piacerebbe poter realizzare un domani?

Non mi pongo mai degli obiettivi, soprattutto in termini lavorativi. Questo è un lavoro che non sai mai dove può portarti. Sicuramente vorrei poter fare teatro e cinema in maniera più continuativa, anche se non mi lamento di ciò che sto facendo adesso. Il web alla fine ti permette di fare quello che vuoi ma considero la strada da fare che, al momento, è ancora lunga. Per quanto riguarda la sfera personale coltivo il desiderio di trascorrere un anno di vita all’estero e scappare un po’ da Roma. Vorrei poter provare nuove esperienze e sensazioni in altre parti del mondo.

Se di futuro si parla, puoi anticiparci qualcosa sulle novità di Leonardo Bocci?

Dopo lo spettacolo “Ti va di sposarmi?” ne arriverà un altro che andrà in scena nel periodo natalizio. Scriverò un libro, una storia che racconterà anche un po’ di me, della mia parte più autentica. In arrivo, inoltre, c’è una serie che uscirà sul web, sulle fake news. Vediamo poi cosa mi riserverà il futuro. Vivo alla giornata, se non al secondo.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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