Michele Pecora. Foto di Giovanna Gori
Michele Pecora. Foto di Giovanna Gori

Michele Pecora: vorrei fare Sanremo

Cantante da sempre, Michele Pecora, che abbiamo il piacere di ritrovare in questa nostra intervista in occasione della sua partecipazione al Minturno Musica Estate 2022.

Un signore della musica che, con slancio e immensa passione, ci parla dei suoi progetti futuri e del supporto offerto ai giovani, sempre in favore della musica, del rispetto reciproco. Da “Era lei”, da sempre amatissima, ai singoli degli ultimi tempi.

Ben ritrovato su La Gazzetta dello Spettacolo, Michele Pecora. Come procede il tuo vissuto?

Vi è stata una ripresa alla grande, legata ai concerti, a vari festival d’autore. Un ritorno bello, importante, sentito e davvero emozionante. Il ritorno ai live è stato così, intriso di tanta voglia di ritrovarci. Un ritrovo tra pubblico e musicisti, per vivere anche il tanto mancato dietro le quinte.

Da sempre legato alla musica e, da qualche tempo, dalla parte dei giovani, dei nuovi talenti. Cosa senti di consigliare a chi pensa di voler intraprendere il tuo stesso percorso artistico?

Vorrei che avessero lo stesso spirito che abbiamo noi. Proprio recentemente, tra l’altro, ne parlavo con Enzo Gragnaniello e Tony Esposito, dopo uno spettacolo. Ai tempi, tutti noi, eravamo felici di fare ciò che facevamo, senza meta alcuna. Se arrivava qualcosa, bene, era un qualcosa in più. Diversamente, nei giovani di oggi, vi è la quasi sola voglia di arrivare e penso sia sbagliata come cosa. Auguro loro, dal profondo, di darsi da fare per puro amore della musica, solo questo.

Cosa porti con te dalla partecipazione ad “Ora o mai più”, il programma condotto da Amadeus, e dal supporto avuto, per tale occasione, dai Ricchi e Poveri?

Si tratta di un programma legato ad un senso molto nobile perché andava a riscoprire artisti come me che hanno dato tanto per la musica, anni addietro. Un’esperienza bellissima, forte, anche se nuova, specie dal punto di vista umano. Ero abituato ad altro, ma ho voluto prestarmi a tutto ciò con immenso piacere. Dai Ricchi e Poveri ho appreso molto. Sono delle persone bellissime con cui ho vissuto un rapporto alla pari, senza dovermi sentire per forza allievo al cospetto dei propri coach. Ricordo, tra l’altro, il bellissimo momento in cui ci siamo esibiti insieme, ribaltando la situazione. Ero in difficoltà, tra l’altro, ai tempi del programma, perché vivevo una tonalità molto alta. Ma vi è stata comunque magia in studio e, di certo, tutto ciò è legato alla forza della musica che, in tale frangente, mi ha ridato nuovo vigore, nuova linfa.

Recentemente, in rete, leggevo del tuo desiderio di poter duettare con Fiorella Mannoia..

Questa mia voglia è venuta fuori casualmente, in una recente intervista, in cui dicevo che la Mannoia poteva essere un riferimento per la mia scrittura. Ne sarei onorato, certo, anche perché non sarebbe la prima collega con cui duettare.

Ospite della 16ma edizione del Minturno Musica Estate, questo agosto. Quanta emozione c’è nel poter ritrovare il pubblico e nel partecipare ad un festival?

Ringrazio vivamente Pasquale Mammaro, che conosco da quando ero bambino, per questo invito. Quest’anno ha voluto un mio ritorno, dopo alcuni anni che non vi prendevo parte e, trattandosi dell’anno della ripresa, sono ancora più felice di poterci essere. Si tratta di una festa straordinaria, popolare, ricca di artisti che provengono da ogni dove, e questo rende chiaro quanto Minturno sia diventato importante nel tempo.

Michele Pecora, c’è qualcosa che non sei ancora riuscito a realizzare?

Si, Sanremo! Vi ho preso parte come direttore d’orchestra e autore, ma prendervi parte in gara è una cosa a cui terrei molto. “I poeti” era destinata proprio a Sanremo, prima di prendere parte ad “Ora o mai più” e di destinarla quindi a quel programma. Si tratterebbe di un meccanismo importante, mosso da tanti eventi, da una discografia importante. Chissà cosa potrà riservarmi il futuro.

Quali nuovi progetti bollono in pentola?

Ho un album pronto di canzoni inedite e due raccolte di canzoni, tra quelle cantate e quelle scritte da autore. A settembre sarà promosso il tutto. Non ultimo, un pezzo in dialetto cilentano che non vedo l’ora di farvi ascoltare.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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