Aurora Ruffino. Foto di Alessandro Pizzi.
Aurora Ruffino. Foto di Alessandro Pizzi.

A tu per tu con Aurora Ruffino

Con la bella e brava Aurora Ruffino, attrice molto amata dal pubblico grazie alle sue numerose partecipazioni in fiction, i cui personaggi hanno da subito fatto breccia nel cuore dei telespettatori. Andiamo a scoprire qualcosa in più di questa talentuosa e brillante artista. 

Aurora Ruffino. Foto di Alessandro Pizzi.
Aurora Ruffino. Foto di Alessandro Pizzi.

Nonostante la tua giovane età hai maturato importantiesperienze artistiche: “La solitudine dei numeri primi”, “Questonostro amore”, “Braccialetti rossi”, “Non dirlo al miocapo”… ma ti senti più a tuo agio in ruoli leggeri e comici o piùseriosi? 

Dietro ogni personaggio c’è molto da capire e da ricercare, chiamiamoli seriosi, chiamiamoli più “complessi” sono, però, quelli che ti stimolano di più, perché devi farci un lavoro di ricerca, un lavoro personale, per cercare di capire che cosa pensano e come vivono i personaggi ed i ruoli che si ricoprono.

Io ricordo che per Cris, in Braccialetti Rossi, oltre tutte le ricerche che avevo fatto sull’anoressia, incontri con dottori e ragazzi che soffrivano di disturbi dell’alimentazione, avevo iniziato a scrivere un diario personale di Cris, dove raccontavo tutta la sua vita, dalla sua infanzia fino al momento cruciale.

Lo scrivevo come se fossi stata io Cris in prima persona, ed è stato un percorso davvero interessante, anche perché ho potuto scoprire cose su di lei che non c’erano in sceneggiatura ma che erano fondamentali per me, per capire i motivi, il perché lei si ritrovasse a 17 anni in ospedale, malata di anoressia … per cui per me, i personaggi più complessi sono i più belli ed anche i più interessanti da interpretare.

La principale difficoltà incontrata  da Aurora Ruffino nelle prime esperienze sul set?

Questa è una domanda interessante… “La solitudine dei numeri primi” è stato il mio inizio, ed è stata tutta una scoperta, tutto nuovo, ero un po’, come dire, in mezzo alla “confusione” anche se  sono stata bene.

 Il set è fatto di confusione, per l’appunto, è normalità, e la capacità di un attore deve essere anche quella disapersi isolare mentalmente. Tante sono le persone che lavorano intorno e bisogna essere in grado di mantenere la concentrazione.

Sul set de “La solitudine dei numeri primi”, ero un po’ spaesata, un pulcino “impaurito” ma con belle emozioni.

La mia “vera” difficoltà, però, l’ho iniziata a percepire nella mia prima serie, ovvero “Questo nostro amore” perché è stata la mia prima serie in assoluto e lì i tempi sono molto stretti rispetto al cinema, e le prime difficoltà sono state riscontrate nel dover pensare a tante cose insieme; ad esempio tu devi saper guardare un segno e mentre reciti devi  capire proprio quel segno, guardare le luci,cercare di non fare determinati movimenti, vengono richieste tante cose insieme e questa è stata la mia prima difficoltà vera, ampiamente superata perché ho imparato a gestire tutto quanto e poi è filato liscio.

Una qualità, oltre il saper recitare ovviamente, che non può assolutamente mancare ad un attore?

Una bella domanda… secondo me è proprio la voglia di comunicare, oltre il talento un artista dovrebbe avere dentro di se il desiderio di comunicare, dire qualcosa, mandare un messaggio, la voglia di connessione con il pubblico.

Io ci tengo molto a fare progetti che diano un messaggio, che favoriscano la comunicazione, la connessione con il pubblico che in qualche modo possa stimolare ad un pensiero diverso, ad un cambiamento, questo è il desiderio che io ho maggiormente a cuore, ed è il motivo per cui io voglio fare questo mestiere.

Sempre con Braccialetti Rossi in tantissimi ci scrivevano, ringraziavano perché si sentivano rappresentati. L’esempio più emblematico è stata la lettera di un bimbo che ringraziava perché a scuola non era più visto come il bambino “strano” senza capelli a causa della chemio, ma era diventato il leader della classe. Mandare un messaggio positivo è questa la qualità che un artista deve avere, il desiderio profondo di connessione con il pubblico per dire qualcosa di costruttivo. L’artista che sia esso ballerino, cantante, attore, sono dei mestieri che servono proprio per comunicare e per dire qualcosa di concreto.

Una dote che Aurora Ruffino non ha, ma che ti piacerebbe avere?

Il canto! Mi piacerebbe tantissimo saper cantare! Io vedo spesso alcuni miei colleghi  che cantano ed io mi dico: “mamma mia come vorrei poter saper cantare anche io”.

Non sono stonata, ma non ho la padronanza della voce, ho fatto tante lezioni di canto ma non riesco, però sono molto portata per il ballo, io amo ballare, il ballo è la mia prima passione, il mio primo amore,viene prima della recitazione è la mia difesa, non canto ma posso ballare!

Se tu avessi la facoltà di invitare un artista a cena, chi inviteresti?

Sono indecisa tra Leonardo Di Caprio e Hugh Jackman…e sarebbe una bellissima cena!

Di Caprio lo seguo da sempre, per me è un fenomeno, un mostro di attore, pensiero che ho anche per Jackman di cui mi sono “innamorata” guardando Les Misérables, lì l’ho scoperto e mi ha aperto il cuore. Sono i due artisti, a livello mondiale, che stimo di più.

Set cinematografico o Televisivo?

Dipende dal progetto, dipende dalla serie, dai contenuti e dal messaggio . Se mi dovessero proporre la scelta fra cinema o televisione sceglierei il progetto che a livello comunicativo ha più importanza, più valenza a livello di contenuti… indipendentemente se sia cinema o televisione.

Aurora Ruffino in conclusione, ringraziandoti della squisita disponibilità, ti chiedo di farci partecipe dei tuoi futuri progetti.

Ho da poco concluso di girare un film che in realtà è nato come progetto destinato alle scuole. Un film molto interessante liberamente ispirato alla storia di Giorgia Benusiglio che a 17 anni ha rischiato di morire per provare una pasticca di ecstasy e si è salvata con un trapianto di fegato.

Il film è stato diretto da Alberto Gelpi, il produttore/attore è  Simone Riccioni, e nasce proprio da Giorgia il desiderio di fare un film per le scuole, per i ragazzi ispirato, per l’appunto, alla sua vita e così si è organizzato un piccolo set per la realizzazione, destinato per l’appunto alle scuole come progetto di cine-educazione. 

Un film davvero importante e ci tenevo davvero tanto a farlo, sempre per il discorso del “contenuto” e del messaggio da inviare.

Sto anche girando la terza serie de “I Medici” e fino a Dicembre sarò impegnata sul set, dopo di che andrò all’estero per studio, quando non lavoro spesso mi reco a Londra per studiare l’inglese e quest’anno credo che andrò a New York , workshop ed altro… e poi chi lo sa, le sorprese non mancheranno!

Su Silvana De Dominicis

Vice direttore di La Gazzetta dello Spettacolo, amante degli animali, la natura e la cucina veg. Umiltà e sensibilità sono nel contempo i miei pregi e difetti.

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