Vincenzo Messina
Vincenzo Messina

Vincenzo Messina: sognando il cinema…

Un vissuto lavorativo abbastanza impegnativo quello di Vincenzo Messina, giovane attore napoletano cresciuto a pane e televisione.

Vincenzo ci parla del corto da lui realizzato, “Uccidi il mostro”, una sceneggiatura a cui tiene particolarmente, presentata il 28 aprile all’interno del Comicon, a Napoli.

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Vincenzo Messina. Ti andrebbe di raccontarci di come ha avuto vita questo percorso che ti ha portato ad avvicinarti alla recitazione?

Mi ci sono ritrovato studiando teatro, sin da bambino. La televisione è stata una semplice conseguenza. Il desiderio più grande si rifà al cinema, alla possibilità di poter approfondire quell’aspetto, su tutti. Ecco, vorrei perseguire proprio quella strada..

Una tua opera, “Uccidi il mostro”, scritta insieme ad Umberto Manna. Cosa puoi anticiparci a tal proposito su questo cortometraggio?

Si, un mio progetto, un lavoro divenuto causa dei vari incontri con alcune produzioni che ritenevano i miei progetti troppo ambiziosi. Tratta di un uomo problematico, uno sceneggiatore incapace di riadattare un classico che gli è stato commissionato dal suo produttore di fiducia. Una volta riuscito nel suo compito, gli verrà richiesto altro che sconvolgerà la sua psiche indeciso se vendersi o restare fermo nelle sue convinzioni.. Protagonista di questa storia Gennaro Silvestro, bravissimo nel fornirci un’interpretazione genuina, generosa come solo lui sa essere..

Quali sensazioni hai provato nel poter realizzare qualcosa di tuo, Vincenzo Messina?

Ho già realizzato altro, qualcosa di piccolo, ma in questo caso parliamo di un progetto più importante, seppur difficile da concretizzare. Ho da dire qualcosa, come persona, e voglio farlo mettendo in gioco tutto, benché mettersi in gioco emotivamente sia un’arma a doppio taglio. Riuscire nell’intento, però, è bellissimo!

Hai in programma di realizzare una futura regia?

Sicuramente! Ne parleremo a tempo debito.

Quanto sei cambiato da quando hai cominciato questo mestiere?

Prima di avere diciotto anni vivevo tutto come un gioco, seppure si tratti di un bellissimo mestiere. A quell’età, però, ho preso una doverosa pausa per poter approfondire lo studio ed ho concretizzato che mi piace davvero, voglio coltivarlo sempre più.

Quali ruoli ti auguri di poter toccare in futuro?

Mi auguro di poter toccare ruoli sempre diversi, anche per poter entrare in mentalità che non mi appartengono, vivendo dinamiche che non conosco. Cose che mi affascinano..

Tempo addietro hai vissuto un periodo che ti ha regalato popolarità e, a tal proposito, come hai gestito tutto ciò?

Inizialmente ho vissuto il tutto con piacere, specie da ragazzo, lavorando ad un prodotto che non del tutto ti rappresenta. Ero credibile perché studiavo, ero preparato ad affrontare il mio lavoro, ma era come se Vincenzo non esistesse più. Ecco l’arma a doppio taglio. È comunque piacevole essere riconosciuti, apprezzati per il proprio lavoro, contento di chi mi riconosce, e ancora mi apprezza.

Cosa non sei ancora riuscito a realizzare?

Al momento sono proiettato sul mio lavoro e mi auguro di poter presto concretizzare il mio primo lungometraggio.

Il ricordo più bello che hai legato ai tuoi inizi?

Il ricordo più bello è sempre legato alla mia famiglia, alla vicinanza che mi trasmettono.

Quali consigli senti di dare a chi, come te, vorrebbe poter cominciare a muovere i primi passi nella recitazione?

Non sento di poter consigliare qualcosa. Ritengo di essere giovane anch’io, con ancora molte possibilità di sbagliare..

Cosa possiamo aspettarci dal tuo futuro artistico Vincenzo Messina?

Sarò in un film della regista francese Prescilla Martin, da sempre innamorata dell’Italia. Un personaggio, il mio, legato alla politica, un comunista nei cui ideali mi riconosco, girato a Mater Dei. Il film si chiama “Rosso pompeiano”.

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