Alessandro Sardelli. Foto di Andrea Ciccalè
Alessandro Sardelli. Foto di Andrea Ciccalè

Alessandro Sardelli: vi parlo di “Guerra tra poveri”

“Guerra tra poveri” è un progetto del regista Kassim Yassin Saleh in cui vi è, tra i protagonisti, il giovane attore romano Alessandro Sardelli.

Un progetto in cui Alessandro crede molto, di cui ci parla con piacere, così come deve molto all’attore e cantante Massimo Ranieri con cui ha condiviso il set, la sua prima esperienza importante.

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Alessandro Sardelli. Come stai?

Sto bene, grazie!

Parlaci di come ha avuto inizio il tuo percorso da attore?

Da grande appassionato di cinema non avrei mai pensato di poter diventare un vero e proprio attore, benché mi piacesse imitare, farmi notare. Un amico, un giorno, mi ha segnalato dei provini presenti su un annuncio facebook per un film su Pasolini e, per puro caso ed anche curiosità, ho deciso di prendervi parte. Pensavo fosse una semplice comparsata, una figurazione speciale, invece sono stato scelto per affiancare Massimo Ranieri. Un ruolo quindi da coprotagonista legato ad un film di Davide Greco che racconta gli ultimi mesi di vita di Pasolini ed il suo rapporto con Pino Pelosi, unico condannato per l’omicidio con Pasolini, appunto. Da lì ha avuto inizio tutto.

Il tuo è un percorso ancora giovane, nonostante i ruoli importanti già impersonati. Cosa ti piacerebbe poter portare in scena in futuro?

Mi piacerebbe poter portare in scena un ruolo comico e al contempo drammatico ma che, a suo modo, possa portare anche spensieratezza. Mi piacerebbe, inoltre, in un secondo tempo, ricoprire un ruolo antipatico, da vero cattivo.

Parlaci di “Guerra tra poveri”, ad opera del regista Kassim Yassin Saleh, e di come ti sei preparato ad affrontare questo ruolo?

“Guerra tra poveri” è stata presentata poco più di un mese fa all’interno di “Alice nella città”, a Roma. Un lavoro che mette in evidenza tematiche sociali, attuali, a cui tengo molto, oggi evidentissime. Quartieri dimenticati, quelli di cui si parla, caratterizzati da una guerra tra parti sconfitte, dove nessuno ne esce vincitore. La storia di una famiglia romana che vive in una casa popolare e che dopo tre ordini di sfratto viene mandata via. Protagonisti due fratelli, la madre ed il cugino noto attivista di estrema destra. Insieme al regista abbiamo cercato di trovare le giuste sfaccettature da apportare al mio personaggio, Manuel, violento e pieno di rabbia. Nel film vi saranno però anche dei momenti di leggerezza, di comprensione. Spero possa piacervi!

A chi devi un grande insegnamento a livello attoriale?

Ho sempre avuto ottimi rapporti con tutti i colleghi incontrati sino ad ora. Ad oggi posso dirti che ho trovato grande piacere nell’essere al fianco di Massimo Ranieri nel mio esordio. Lui ha rivisto in me quello che era un tempo, uno scugnizzo napoletano, mentre io sono romano.

Quali passioni caratterizzano la vita di Alessandro a telecamere spente?

Adoro il calcio, lo sport in genere e la musica.

Cosa ti piacerebbe fare nella vita al di là dello spettacolo?

Mi piace fare diverse cose ma il cinema resta la strada più bella da percorrere. Nel caso in cui qualcosa dovesse andar male, mi auguro di poter comunque restare nell’ambito della comunicazione, organizzando eventi o quanto di simile.

Cosa ti auguri di poter realizzare in futuro Alessandro Sardelli?

Mi auguro di poter continuare il mio lavoro da attore e, perché no, di diventare un bravo regista.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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