Diletta Acanfora
Diletta Acanfora

Diletta Acanfora: sognando la conduzione di Sanremo

Giovanissima, da sempre legata al teatro, alle sue origini, Diletta Acanfora ci parla a cuore aperto delle sue passioni, del suo vivere, del desiderio di poter presentare il Festival di Sanremo.

Un incontro molto piacevole per cui ringraziamo Diletta, felice della sua ultima esperienza ne “Azzurro – Storie di Mare”.

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Diletta Acanfora. Affrontiamo un breve excursus legato al tuo percorso artistico. Che ricordo hai dei primi passi mossi in tale ambito?

Grazie a voi per questa opportunità. La passione per il canto, sin da bambina, mi ha portata ad avvicinarmi all’ambito dello spettacolo, fino a diventare un soprano. Il teatro musicale e di prosa, hanno contribuito ad arricchire questo mio percorso, così come i corsi al Teatro Sperimentale di Roma, realizzando anche alcuni cortometraggi. Annesso a tutto ciò il fantastico mondo della conduzione che, in pochissimo tempo, mi ha regalato tanto. Non ultima, l’esperienza ne “Azzurro – Storie di Mare”, al fianco di Beppe Convertini.

Parlaci, appunto, di questo inatteso programma, “Azzurro – Storie di Mare”, di ciò che ti ha regalato, lavorativamente e umanamente?

Ho incontrato Beppe Convertini per caso, qualche anno fa, per poi ritrovarci, inaspettatamente, in “Azzurro – Storie di Mare”. Un collega che stimo molto, a cui ho rubato un po’ di conoscenza, così come stimo il team del programma, una squadra forte, seria, che sta puntando su di me, cosa non da tutti.

Una carriera, la tua, dedita maggiormente al teatro, alle tavole del palcoscenico. Quali sensazioni fa scaturire in te l’avere il pubblico sempre presente, partecipe “alla scena”?

Le sensazioni vissute a teatro sono sempre molto forti, spiazzanti. Il pubblico non è realmente visibile dinanzi ai tuoi occhi ma sai che è lì e che potrai vederlo a fine spettacolo. Non sarei mai capace di abbandonare tale sensazione. Ho avuto il piacere di essere diretta da registi sempre diversi, importanti, impersonato personaggi strani, sempre diversi tra loro. Una “sensazione”, quella che mi regala il teatro, che non abbandonerei mai. Se arrivasse una proposta accattivante, nuova, di certo la prenderei al volo, benché senta di essere più centrata verso la conduzione.

Nel tuo curriculum vi è anche una partecipazione ad “Un Posto al Sole”, nota e longeva soap opera di Rai 3. Che ricordo hai di tale esperienza, di quella che è una macchina produttiva importante, caratterizzata da ritmi serrati?

Un Posto al Sole ha rappresentato la mia prima esperienza per quanto riguarda la fiction e si, come dicevo, la ricordo come una bellissima macchina da guerra. Sono rimasta affascinata dai loro ritmi, appunto, dallo gestire ogni minimo spazio nella maniera più efficiente possibile. Ricordo con meno piacere, purtroppo, il fatto che la produzione, per la prima volta, si sia dovuta bloccare per via del Covid-19. Ad ogni modo, ha rappresentato un tassello importante per un iniziale distacco dal teatro.

Non meno importante, e conosciuto ai molti, il tuo apprezzamento per la conduzione. Quali differenze noti tra l’essere attrice e la possibilità di poter condurre?

Recitare ti consente di essere al servizio di un ruolo, come se fosse un gioco da portare avanti al meglio, affrontando un percorso che oserei definire “psicologico”. Diversamente, condurre, ti porta a gestire il “momento” in base al pubblico presente dinanzi a te, aggiungendo qualcosa di proprio che va oltre la recitazione, oltre tutto.

Un programma del passato che avresti voluto condurre ed uno attuale, ancora in vigore?

Sarei felicissima di condurre “Tale e Quale Show” o, semplicemente, un problema legato al territorio, alla cultura, qualcosa che mi permetta di viaggiare, on the road. Sarebbe un sogno così come la possibilità di presentare, un domani, il Festival di Sanremo raccogliendo il mio estro, tutte le mie capacità.

Chi è Diletta Acanfora nel privato, nella vita di tutti i giorni?

Sono una persona molto concreta, esuberante ma, al contempo, gelosa, legata al proprio privato. Dovrei, difatti, sfruttare al meglio i social ma ciò mi riesce molto difficile. Prediligo, quando possibile, vivere i miei cari, le persone a cui tengo di più.

Cosa puoi anticiparci sul tuo futuro artistico, Diletta Acanfora?

Al momento non posso anticipare molto sul mio futuro artistico. Posso dirvi soltanto che sarò protagonista di alcuni format televisivi che sveleremo a breve.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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