Attilio Fontana su La Gazzetta dello Spettacolo Magazine
Attilio Fontana su La Gazzetta dello Spettacolo Magazine

Attilio Fontana: fin qui tutto bene

Una piacevole chiacchierata con Attilio Fontana, artista a 360 gradi, in occasione della pubblicazione de “Benedetti & Clandestini”, in cui duetta insieme all’amica e collega Rosita Celentano, per poi approfondire i progetti legati al teatro, all’essere papà, al futuro.

Ben ritrovato su La Gazzetta dello Spettacolo, Attilio Fontana. Un’estate piena, quella appena trascorsa, ed un singolo a chiusura, “Benedetti & Clandestini”, nato dalla collaborazione con un’amica di sempre, Rosita Celentano. Come ha preso vita il tutto e come è nato, a suo tempo, il legame che ancora oggi vi lega?

Con Rosita Celentano, qualche tempo fa, abbiamo realizzato una bellissima tournée teatrale con lo spettacolo, “Qualche volta scappano”, insieme al collega Pino Quartullo. Un’amicizia sincera, che si è sviluppata ancor più dopo la fine del viaggio itinerante durato circa due anni, e che ci ha portato a pensare a questo progetto, un singolo che, inizialmente, Rosita non avrebbe voluto realizzare per via del fatto che non sarebbe stata l’unica della famiglia a cantare. Il brano ha avuto la meglio nel convincerla a prendervi parte, per fortuna, ed anche il tema che porta con sé, la necessità di uscire dalla velocità del numero, seppure in maniera allegra. Una specie di coccola al nostro pianeta, che da sempre ci ospita, seppure in chiave bucolica.

Rosita Celentano ed Attilio Fontana
Rosita Celentano ed Attilio Fontana

Un messaggio sincero, quello che avete voluto lanciare con questo singolo, legato al volersi allontanare dal digitale per poter vivere il reale, un mondo pieno di cose, persone, affetti, da vivere. Quali consensi state raccogliendo a riguardo?

Si, ci piaceva l’idea di tirare fuori una piccola bandiera musicale, in chiave leggera, ma con il giusto piglio. Chi sente la canzone se ne innamora e questo, a suo modo, decreta già una piccola vittoria del brano. I feedback sono davvero positivi anche per via di questa ‘coppia’ musicale leggera, che ha ‘stupito’ i molti ed anche l’argomento è molto interessante, così come le balene racchiuse nel brano. Rosita ha voluto includere, dopo il primo ascolto del pezzo, anchs le nostre battaglie etiche all’interno del tutto e sono stato felice di accogliere questa sua richiesta. Ha avuto ragione! Un po’ come suo papà che, in maniera latente, portava qualcosa che andava oltre le canzoni, nei testi che ci ha spesso ‘regalato’.

A tal proposito, dai social è emerso, recentemente, che hai avuto modo di collaborare con uno dei tuoi figli, il più grande, Blu. Non ti chiediamo anticipazione alcuna ma soltanto di parlarci delle tue emozioni, sensazioni, a riguardo?

La possibilità di poter collaborare con Blu è stata del tutto casuale. Un caro amico, David Petrucci, mi ha richiesto la sua presenza per la realizzazione di un film fantasy, dopo essersi imbattuto in una nostra foto e dopo aver notato i suoi capelli lunghi, proprio come li aveva il protagonista nella sua immaginazione. Mi è sembrato, quindi, carino cogliere al volo questa occasione, senza forzare la mano, per potergli far vivere questa esperienza come se fosse un gioco. Una grande emozione vederlo girare, piangere, tirare fuori sensazioni forti, emotive. È stato davvero disponibile, professionale, abile e, seppure vi fosse tanta finzione, al contempo, vi ho visto dentro tanta verità.

A riportarti in teatro, recentemente, “Strimpelli e vinile alla riscossa”, insieme ad Emiliano Reggente e, successivamente, “Tre uomini e una culla”, ancora una volta al fianco di Giorgio Lupano e Gabriele Pignotta. Cosa puoi, nuovamente, anticiparci a riguardo?

Sono ben quindici anni che portiamo in tournée “Strimpelli e vinile”, insieme ad Emiliano ma quest’ultimo spettacolo rappresenterà un saluto ai nostri due smoking. Abbiamo intenzione di scrivere altro, uno spettacolo diverso, nuovo, da poter portare in giro. Per quanto riguarda “Tre uomini e una culla”, invece, saremo nuovamente in scena, per la terza volta, in quel di Roma, dal prossimo gennaio, al Manzoni, per poi toccare Prato ed altri luoghi in cui non è mai stato. Una macchina da guerra di risate, hit francesi, compilation anni ottanta e non solo, con i nostri tre caratteri diversi, capaci di far divertire il pubblico.

Attilio Fontana cosa ne pensi di quest’anno che è quasi giunto alla sua conclusione?

Senza remora alcuna non posso negare che avrei voluto di più, specie a livello musicale, ma non posso togliere nulla al teatro, al pubblico che ci ha sempre apprezzato, ai loro sorrisi, un grande dono. Raccolgo il frutto del mio talento, di ciò che ho avuto modo di raggiungere da solo, certo di potermi dare una pacca sulla spalla e dire: “Ok Attilio, fin qui tutto bene!”.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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