Attilio Fontana
Attilio Fontana

Attilio Fontana: porto arte dove è necessario

Ritroviamo Attilio Fontana, attualmente impegnato ne, Due coppie scoppiate, in teatro, insieme alla sua compagna di vita, Clizia Fornasier, e ai colleghi Kaspar Capparoni e Laura Lattuada. Presto, avremo modo di ritrovare Attilio anche al cinema ne, Ritorno al presente, ad opera di Max Nardari e, nuovamente in teatro, in Tre uomini e una culla.

Un periodo intenso, felice, davvero appagante, con un compito ben specifico: portare l’arte dove è necessario.

Ben ritrovato su La Gazzetta dello Spettacolo ad Attilio Fontana. Come stai?

Speravamo tutti in una nuova alba, ma questa guerra ci ha completamente spiazzato. Mi auguro possa risolversi tutto e presto, perché ritengo sia tremendo ciò che sta accadendo. Il nostro fare arte, ad ogni modo, ci porta a doverci caricare di una doppia energia, per poter affrontare tutto ciò, portando la vita lì dove vi è più bisogno.

Attilio Fontana su La Gazzetta dello Spettacolo Magazine
Attilio Fontana su La Gazzetta dello Spettacolo Magazine

Attualmente sei in teatro con, Due coppie scoppiate, ad opera di Luigi Russo, insieme alla tua compagna di vita, Clizia Fornasier, e a Kaspar Capparoni, conosciuto a Tale e quale, e Laura Lattuada. Parlaci di questa esperienza e dei tuoi compagni di viaggio?

Uno spettacolo grazioso, allegro, che porta anche a pensare. Un lavoro realizzato bene, con la compagnia di un fantastico quartetto d’archi, è così che amo definirci. Sul palco, specie io e Clizia, che siamo coppia anche nella vita, portiamo quella che è la nostra reale complicità, mista alla nostra solita allegria.

Cosa si prova a lavorare con la propria compagna di vita?

Non vivendo alcuna rivalità, è davvero bello poter lavorare insieme. Di certo, è stato difficile dover gestire il privato, l’organizzazione dei nostri figli. Sul palco, invece, abbiamo modo di portare, come dicevo, la nostra complicità, i nostri scambi di sguardi. Mi auguro sia solo un inizio che poi, a suo modo, darà vita ad altri lavori e collaborazioni.

Ad aprile sarai nuovamente in teatro con, Tre uomini e una culla. Cosa puoi dirci a riguardo?

Questo spettacolo è una bomboniera. Si ride molto e si denota molta tenerezza, nella rielaborazione di Gabriele Pignotta, regista e altro attore dello spettacolo. Una versione, la nostra, che contiene l’eleganza della versione francese e molto altro della versione americana. Un piccolo omaggio agli anni ottanta, a quelle che erano le hits francesi che tutti ricordiamo. A Borgio Verezzi, a suo tempo, ha vinto il premio come miglior spettacolo, dopo tre giorni di programmazione. Una pièce attesa che, personalmente, non vedo l’ora di portare in giro, per poter provare sentimenti forti, meno macabri di quelli che viviamo ora.

La musica è, da sempre, una tua fedele compagna di viaggio. Hai avuto modo di realizzare un pezzo, Così poco di te, che, successivamente, Iva Zanicchi, ha voluto reinterpretare nel suo ultimo album, Gargana. Con Iva, tra l’altro, hai avuto modo di condividere il set de, Caterina e le sue figlie, in cui eravate madre e figlio. Come ha avuto vita il tutto?

Io ed Iva, appunto, siamo stati figlio e mamma proprio sul set di Caterina e le sue figlie. Una madre, ma al contempo anche un padre, per me, dal momento in cui Iva proviene da un paese emiliano vicino a quello da cui proveniva mio padre. Stesso sangue, stessa espansività e generosità, che mi ha permesso di stringere un forte legame con lei. Negli anni ci siamo sempre sentiti, visti, promessi nuove collaborazioni. Due giorni dopo aver saputo della sua partecipazione a Sanremo, fu proprio lei a chiamarmi e a chiedermi che la canzone fosse nel disco. Un sigillo di ceralacca su un’amicizia con una grande artista, con una persona che continua a crescere sempre più, artisticamente parlando. Mi rende orgoglioso sapere che sia proprio lei a cantare la mia, Così poco di te.

Attilio Fontana
Attilio Fontana

Potremo presto vederti al cinema in, Ritorno al presente, ad opera di Max Nardari. Che esperienza è stata per Attilio Fontana?

Bella, perché mi ha permesso di tornare sul set a distanza di alcuni anni con un’esperienza davvero interessante. Misurarmi con la macchina da presa è stata un’esperienza entusiasmante e devo dire che mi mancava. Una storia divertente, a cui hanno collaborato anche Clizia e Daniela Poggi.

Marzo ci ricorda la scomparsa di Lucio Dalla. Che ricordo hai di lui?

Lucio manca a tutti noi, alla coscienza di tutti gli italiani. Ho avuto modo di incontrarlo in un’età in cui fungeva, per me, da padre artistico e da supporto nel mio vissuto. Fortunatamente ci ha lasciato una grande testimonianza artistica, un’eredita forte, che attesta un’epoca ed un modo di pensare che spero possa ritrovare spazio tra le persone, attraverso le sue note.

Cosa prevede il tuo futuro artistico?

Dal 29 marzo sino a fine maggio sarò in giro con, Tre uomini e una culla, e, ovviamente, con Due coppie scoppiate. Questa estate, quando avrò terminato queste date, avrò dei live in Sicilia. Per programmare altro avremmo bisogno di più serenità, ma questo conflitto ci ha davvero spiazzati.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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