Jalisse - Perdono

Jalisse: nessuno può schiacciare i nostri sogni

Un ritorno atteso, desiderato, quello dei Jalisse che ci presentano un nuovo singolo, “Perdono”.

Una mamma ed un papà, Alessandra e Fabio, capaci di regalarci, durante la loro esperienza all’Isola dei Famosi, sensazioni belle, pulite, di cui avevamo davvero bisogno. Un duo musicale fatto di musica e amore, impossibile da “schiacciare” perché nessuno può mettere da parte i loro sogni.

Ben ritrovati su La Gazzetta dello Spettacolo, Fabio e Alessandra. Come state?

Fabio: Molto bene, grazie! Procede tutto a meraviglia, per fortuna.

Parlateci del vostro ultimo singolo, “Perdono”, e di come ha preso vita..

Alessandra: “Perdono” ha cominciato a prendere forma nella nostra casa, stuzzicati da questa parolina, per poi assumere sembianze più concrete durante il nostro soggiorno sull’isola. Il richiamo del reality ha, almeno inizialmente, fermato questa nostra idea, per poi donarci maggiore energia. Una parola, “Perdono”, in disuso da tempo, così come il chiedere “scusa”.

Se di “Isola dei Famosi” si parla, permettetemi di complimentarvi con voi per l’ottimo comportamento avuto durante il reality, per l’aria “familiare”, per le buone maniere..

Fabio: Grazie del complimento! È importante che ciò sia stato apprezzato, che si sia notato, perché era nelle nostre intenzioni donarci al pubblico nella maniera più pulita possibile, perché così realmente siamo. Abbiamo pensato alle necessità del gruppo e poi a quelle personali. Così come la nostra musica, impegnata nel sociale, pronta a parlare di ciò che vivono i nostri occhi. È sempre stato così!

Avevamo bisogno di normalità, di umanità, di poter parlare di una mamma e di un papà..

Alessandra: Questa tua affermazione mi fa venire i brividi e te ne ringrazio.

Fabio: Alessandra è così, pronta a sostenere tutti ma, al contempo, era necessario che fosse anche se stessa. Anch’io ho sentito l’esigenza di essere ciò che sono, costruendo un mio interesse personale ed anche di esposizione artistica, senza dimenticare ciò che siamo nel privato, come è giusto che sia.

Ci auguriamo tutti che questa sia stata l’occasione giusta per dimostrare quanto siate adeguati ad un futuro ancor più promettente, non solo televisivamente parlando.

Alessandra: Speriamo di essere riusciti ad abbattere ogni pregiudizio ed accoglieremo come un dono tutto ciò che arriverà. Il nostro obiettivo, lo sanno in molti, è quello di tornare a calcare il tanto amato palco di Sanremo ma siamo aperti anche ad altro.

Come hanno affrontato le vostre figlie questa vostra nuova esperienza?

Alessandra: erano felici di saperci via per un po’! (ride) In realtà, al di là di tutto, ci hanno spinto a non mollare, a partire, a non rinunciare a qualsiasi tipo di occasione. Avere il loro sostegno è stato qualcosa di straordinario che ci ha permesso di affrontare tutto al massimo.

Fabio: portiamo con noi, da tale esperienza, 70 giorni sotto la luna, sotto le stelle, sotto la pioggia, con i pellicani al nostro fianco al mattino. Giorni di tramonti, di albe felici e così siamo ancora più forti, senza paura alcuna.

La vostra “Perdono” può essere intesa come nota positiva, di rivalsa, per ciò che non vi è stato più concesso?

Fabio: bella domanda! (ride) Il perdono ha due aspetti, si chiede e si dà. Si, è insito anche ciò nella nostra canzone, in questo pezzo così forte e particolare. Età diverse dell’amore, quelle comprese nel singolo, che rappresentano molto noi Jalisse.

Cosa manca ancora a questo percorso dei Jalisse?

Alessandra: Abbiamo molte date dinanzi a noi e questo anche grazie all’Isola. Tornare a calcare palcoscenici importanti ci renderebbe molto felici, specie se di musica si parla.

Fabio: Sanremo, su tutti e, a renderci felici, anche la possibilità di prendere nuovamente parte all’Eurovision, anche per ritrovare i nostri sostenitori che sono un po’ ovunque. Sono dell’idea che nessuno possa schiacciare i nostri sogni!

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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