Rinasco è il titolo del nuovo singolo dei Collage, per cui intervistiamo Tore Fazzi, che da sempre ne è leader.
Un viaggio a ritroso in quelli che sono stati i loro primi passi in musica, senza tralasciare i ricordi legati ai loro sostenitori e qualche consiglio per tutti coloro che pensano di potersi avvicendare alla musica.
I Collage sono parte del nostro percorso musicale, specie se guardiamo al periodo che risale agli anni ’70/’80. Affrontando un breve excursus a ritroso, Tore Fazzi come ebbe inizio il tutto?
Ha avuto inizio con un percorso che forse oggi non avrebbe più molto senso. Eravamo parte del coro della parrocchia e, durante la messa, cantavamo, anche se non tutti, all’epoca. Dopo la messa, come di consueto, ci riunivamo per poter cantare insieme le canzoni dei nostri idoli. Niente di più bello!
Quanto è cambiato oggi, a vostro parere, il modo di fare musica e, se vogliamo, anche la conoscenza che se ne ha, specie se parliamo dei giovani, di coloro che vogliono provare ad avvicinarsi a tale ambito?
Il modo di fare musica, di per sé, non è cambiato, sostanzialmente. Chiaramente, oggi, si hanno a disposizione molti più strumenti e la tecnologia ha dato quel qualcosa in più. Ai tempi, prima di iniziare a suonare il basso, cominciai con il suonare la tastiera che, in realtà, corrispondeva all’organo. Oggi, invece, con le tastiere si può fare molto di più. Potrei anche dirti che a suo tempo si scriveva soltanto con il cuore, diversamente dai tempi di oggi in cui si scrive anche con la tecnologia.
Tore, quale consiglio senti di voler dare, a tal proposito, ai giovani?
Consiglio loro di non pensare e di cercare di produrre, senza proiettarsi, per forza di cose, verso l’ambizione, il successo. La musica è un qualcosa di bellissimo che non ha bisogno di essere strumentalizzata, di essere pensata come un business. Vorrei portare il nostro esempio, quello di sempre, caratterizzato dalla voglia di fare musica, in prim’ordine, per stare bene insieme.
Il vostro è un percorso importante, impegnativo, ancora oggi sostenuto da fan di ogni età. Che rapporto avete con loro e quanta gioia c’è, di volta in volta, nel poterli ritrovare durante i vostri eventi dal vivo Tore Fazzi?
Si tratta di una cosa bella che succede da sempre e che ci porta ad avere un bellissimo rapporto con il nostro pubblico. Non posso di certo dire che conosco tutti loro uno ad uno, ma abbiamo visto crescere, insieme a noi, molti di loro. Le foto che ci presentano quando siamo con loro a fine serata, ci ricordano i bei momenti passati insieme e il ripetere lo scatto, anche a distanza di uno o due anni, ci rende sempre più consapevoli del bene trasmesso. Rispondiamo alle loro domande, ad ogni piccola curiosità, senza tralasciare nulla.
“Tu mi rubi l’anima” è ancora presente nei ricordi di tutti coloro che hanno vissuto il Festival di Sanremo, nel 1977. Un secondo posto meritato, ma forse avrebbe meritato quell’in più verso la vittoria…
Non siamo noi a poter decidere la vittoria di una canzone giunta, ormai, a fine Festival. Il pubblico, ad ogni modo, decretò il pezzo tra i più belli di quella edizione, primo in classifica per anni, e questo ci ha reso felici, appagati del percorso svolto.
Quanto è cambiata la vostra voglia di fare musica e quale messaggio volete provare a trasmettere, oggi, al vostro pubblico?
Non è cambiata affatto la forza che ci tiene ancorati alla musica e, ti dirò, a renderci sempre più linfa è proprio questo continuo contatto con il pubblico. Per quanto riguarda i nostri, eventuali, cambiamenti, fatico a comprenderlo, anche perché ai tempi eravamo troppo piccoli. Se è avvenuto, quel cambiamento, deve essere accaduto ai tempi. Oggi, ad ogni modo, posso dirti che sento di essere una persona fortunata anche perché svolgo un lavoro che amo, che mi ha sempre divertito, lo stesso consiglio che rivolgevo poco prima a chiunque vorrà intraprendere una strada legata alla musica.
Il nuovo singolo, “Rinasco”, ci parla ancora una volta di voi, di una storia intensa, legata al passato così come ad un presente forte, ancorato ad una vera e propria rinascita personale, artistica. Come ha preso vita questo pezzo?
Il pezzo ha preso vita da ciò che siamo riusciti a realizzare nell’ultimo decennio, i due album che hanno reso gioia ai nostri fan. Mi ero però reso conto che mancava qualcosa al nostro genere solitamente romantico, caratterizzato dall’amore. Ero voglioso di poter parlare anche di qualcosa di allegro e di speranza. Ho, quindi, richiesto un augurio per il futuro, un qualcosa che parlasse di rinascita, ai miei autori e così è stato. Dopo alcuni successivi ritocchi è po nata, “Rinasco”, felici di poterla portare ovunque.
Tore Fazzi, ti andrebbe di lanciare qualche appuntamento ai nostri lettori?
Saremo in giro ovunque, specie al centro e al sud, dal Lazio alla Sicilia. Seguite il nostro sito ufficiale per avere informazioni concrete.