Il suo nome è Bono Vox, di Mimmo Parisi
Il suo nome è Bono Vox, di Mimmo Parisi

Il suo nome è Bono Vox, di Mimmo Parisi

Arriva in libreria Il suo nome è Bono Vox, di Mimmo Parisi, la vicenda del soldato ucraino Denys Bilk, arruolato e inviato in trincea per difendere la sua terra.

L’autore del libro è lo scrittore Mimmo Parisi.  Questa sua nuova pubblicazione titola Il suo nome è Bono Vox (LINEA-R, pag. 260) ed esce sabato 15 luglio. Del romanziere si ricordano le ultime due precedenti pubblicazioni, All’ombra di Diabolik, un tributo per i sessant’anni del personaggio inventato dalle sorelle Giussani, e Il quinto Van Halen, caratterizzato dalle gesta di un musicista innovativo che si muoveva negli scenari infuocati del rock losangelino.

L’atmosfera che si respira nel nuovo scritto di Parisi è quella dei primi anni di questo secondo decennio del duemila. Con un Covid che cerca in tutti i modi di rendersi tristemente popolare in tutti gli angoli della terra; intere nazioni ferme con i cittadini barricati e controllati negli spostamenti; crisi economica mondiale. Una situazione ai limiti del distopico e che poteva essere peggiorata solo da qualcosa che nessuno pensava potesse manifestarsi. Invece, come nelle più inaspettate trame della realtà, ha sorpreso tutti e si è palesata: la guerra nel continente europeo.

L’intervista a Mimmo Parisi

Bentornato su La Gazzetta dello Spettacolo a Mimmo Parisi. Questa tua nuova opera ha un ambiente particolare, attuale: l’Ucraina. Di là dalla trama di questo scritto che non poteva essere ambientato che lì, ai confini con la Russia, quanto conta lo scenario in un romanzo?

Direi tanto, alla fine i luoghi sono simboli che rimandano a molte cose. Le storie, benché magari somiglino ad altre passate nella mente di autori diversi, attraverso una cornice nuova assumono quel carattere tipico che accomuna le novità. Un posto inedito da usare come sfondo permette di raccontare un evento mentre il lettore si guarda in giro incuriosito.

Il suo nome è Bono Vox, è un titolo, va da sé, rock; rimanda a un personaggio con un indubbio carisma e con una capacità di essere sempre in sintonia con i fatti del mondo, è una frase di Zelensky, vero?

Già. È una frase che nel racconto serve allo statista per sottolineare la presenza del vocalist nella metropolitana di Kiev, durante quel concerto eseguito con semplicità di mezzi, solo la voce di Bono e la chitarra di ‘The Edge’. Fu un incontro con la gente e l’esito solenne si riverberò in tutte le curve di quella galleria di treni sotterranei, fino ad avere una risonanza globale. Lo sappiamo tutti che nelle canzoni degli U2 aleggia qualcosa di speciale. Alcune hanno un valore letterario notevole, proprio perché sposano melodia e denuncia sociale in modo peculiare. I versi contenuti in quelle composizioni hanno sicuramente una grande importanza per i fan della band ma vanno oltre, girano nei palchi delle varie nazioni che ospitano i loro concerti e diventano di chi li ascolta.

Particolarmente importante nel romanzo è anche la figura del ‘burattinaio’, quasi uno dei masters o padroni in stile Ken Follett. A questo punto sarebbe interessante capire il tuo punto di vista sugli eventuali padroni di oggi e quali strumenti usino per far valere la loro supremazia.

Be’, volendo essere ottimisti a tutti i costi, potrei cavarmela rispondendo che non ve ne sono poiché oggi comanda il popolo. In molti paesi vige la democrazia; quindi  abbiamo una stampa libera; abbiamo diritto di voto e altri strumenti. Tuttavia in alcuni casi – anche in queste situazioni favorevoli per la libertà – certi individui, seppur mediocri, riescono a ottenere il consenso delle persone tramite meccanismi astuti. Per fare questo hanno a disposizione due linee di comportamento e scelgono quella più vicina al loro carattere. Così, esistono quelli che si assicurano il potere raccontando bugie confortanti alle persone; altri, invece, impongono il loro diktat senza grandi complimenti. Comunque, qualsiasi sia la strada che percorrano, i risultati portano a creare società dove le persone diventano – senza accorgersene – schiave di un sistema spacciato per il migliore. In definitiva sono questi personaggi malefici i padroni del mondo e i loro strumenti sono le false promesse.

Questo libro che parla di invasione dell’Ucraina ti colloca senza alcun dubbio nel gruppo degli scrittori attenti all’attualità: un modo di fare letteratura che porta il lettore a osservare con occhio più critico la società globale.

Esatto. Nel libro ho scelto un punto di vista preciso, quello di un ragazzo che compie diciotto anni la sera prima dell’invasione russa. Quasi da subito è mobilitato nell’esercito ucraino. Il personaggio, Denys Bilk, ha alle spalle una situazione famigliare complicata. Insieme al fratello Sergej, ha vissuto fino all’adolescenza negli istituti per individui che nessuno va prendere per le vacanze di Natale. Lui, quando tutto sembra andare per il meglio (il fratello, prima, e poi lui stesso vengono adottati rispettivamente in una famiglia russa e in una ucraina), non solo perde il contatto con Sergej ma scopre che la sua nazione è sotto l’attacco dei russi.

Cosa deve aspettarsi il lettore da quello che narra il personaggio Denys Bilk?

Ho voluto caratterizzare la sua figura in maniera realistica e per certi versi, antiretorica. Voglio dire che spesso si esalta l’eroismo dei combattenti tralasciando l’emozione negativa che si porta dietro  chi è costretto a sparare: fare fuoco contro i propri simili non è mai una passeggiata. L’augurio è che – per non trovarsi alla mercé di gente di potere sbagliata – chi ha gli occhi bassi li alzi per scrutare bene colui al quale sta affidando il proprio destino.

Il contesto

I luoghi politici e geografici sono conosciuti e attigui, l’immenso stato della Russia e l’Ucraina. I più informati e meno distratti conoscevano il braccio di ferro in atto tra le due nazioni; da qualche tempo i loro rapporti erano tesi. I tentativi di riappacificazione messi in atto sono stati fallimentari. Così, i due governi, giorno dopo giorno hanno accumulato sempre più acredine fra loro. Fino a che non è avvenuta l’invasione da parte dei russi. È in questo mondo che il protagonista del libro, un diciannovenne strappato ai suoi studi di architettura dall’arruolamento obbligatorio, si muove chiedendosi il perché dell’atteggiamento rapace dei russi.

In questa temperie il ragazzo, ormai arruolato e con la divisa di soldato addosso, deve arrendersi al dramma della guerra che infuria nella sua terra. Non può fare altro che dare il suo contributo in trincea, sperando che l’invasione della Federazione Russa sia fermata da qualche accordo siglato dagli statisti dei due paesi coinvolti. Per il giovane è come partecipare a una seconda guerra. La prima è legata a una situazione disagiata che ha vissuto per tutta la fanciullezza. Denys Bilk – questo il suo nome – ha un fratello, Sergej. Con lui trascorre gli anni dell’infanzia in un obsoleto istituto di Kiev.

Il libro di cui parliamo per la nostra rubrica “Libri e Scrittori” è disponibile di seguito:

Per Denys essere parte degli individui assistiti da un ente pubblico, è umiliante. A Natale i due fratelli sono fra i pochi che restano nella solita sala mensa: gli altri sono nelle case di parenti lontani che, almeno una volta l’anno, si ricordano di loro. Le casse dell’istituto sono economicamente critiche: le uniche risorse ludiche che hanno per i loro piccoli ospiti sono rappresentate solo da partite di calcio con palloni mezzi sgonfi, la costruzione di aquiloni fatti con mezzi occasionali o proiezioni di vecchi film.

L’evasione e l’incontro a Mariupol

Per Denys e Sergej diventa impellente cercare i genitori biologici. Quindi, tentano un’escursione all’esterno. Sono aiutati dall’amico Pyotr ma la loro si rivela un’esperienza fallimentare. Pertanto tornano in collegio. Con l’adolescenza i due fratelli sono adottati. Sergej da una nobile famiglia russa; Denys da una di Kiev.  Mentre la nemesi russa contro l’Ucraina matura, i due riescono a mantenere regolari contatti. Poi è il blackout. Denys è reclutato nell’esercito; s’innamora di Alexandra e continua in tutti i modi a cercare il fratello più piccolo. Denys e Sergej riescono – finalmente – a incontrarsi a Mariupol. Ma combattono su due fronti diversi.

Bono Vox e ‘The Edge’

Il titolo di quest’opera nasce nella metropolitana di Kiev. È l’8 maggio, nella stazione di Khreshchatyk Bono e David Howell Evans (The Edge) sono pronti per fare il loro concerto acustico. Quindi, il leader ucraino Zelensky, dopo aver annunciato il chitarrista degli U2, passa al vocalist usando le parole, “…Il suo nome è Bono Vox!”. L’autore ha messo su carta la storia di Denys Bilk in seguito a contatti online avuti con un soldato ucraino, del quale ha cambiato solo il nome: un militare che continua a combattere nel pantano della trincea.

Su Rossella Bertelli

Rossella Bertelli è una articolista italiana. E' laureata in Scienze della Comunicazione. Scrive prevalentemente di argomenti inerenti la musica contemporanea, letteratura e mostre d'arte.

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