Ca Foscari Short

Ca’ Foscari Short Film Festival 2014 con una giuria d’eccezione

Al via domani la quarta edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival, il festival del cortometraggio organizzato dall’Università Ca’ Foscari di Venezia, che si svolgerà dal 19 al 22 marzo 2014, presso l’Auditorium Santa Margherita, nel cuore del centro storico di Venezia.

Ca Foscari Short

Il festival, il primo in Europa interamente concepito, organizzato e gestito da un’università, mantiene fede alla sua mission di essere una manifestazione pensata dai giovani per i giovani: sono loro i protagonisti di questa grande festa, dall’una e dall’altra parte dello schermo. Cuore della manifestazione è infatti il Concorso Internazionale, composto da 30 corti realizzati da studenti delle più prestigiose scuole di cinema del mondo, rappresentanti di 19 paesi diversi. Tema centrale sembra essere quest’anno la violenza sull’individuo nelle sue varie forme fisiche e psicologiche. Grandi nomi per la giuria del concorso: Keiko Kusakabe, Luca Miniero, Kumar Shahani.

Il festival presenta inoltre ospiti d’eccezione per i suoi Programmi Speciali, tra i quali Igort, il collettivo Zero e Yves Netzhammer. Numerosi anche gli omaggi al passato di grandi artisti come Charles Bowers, George Méliés e Alain Resnais. Altri interessanti programmi sono quello dedicato alla video-arte italiana, i nuovi lavori dei vincitori delle passate edizioni del festival, e il catalogo della giovane agenzia di produzione tedesca Aug&Ohr.
Legati al territorio sono poi il programma speciale del Videoconcorso Pasinetti, il Concorso dedicato agli studenti del Veneto, il Premio Olga Brunner Levi in collaborazione con la Fondazione Ugo e Olga Levi e il video-concorso Short&Sostenibilità.

Questo  il programma della giornata d’apertura di domani, mercoledì 19 marzo:
Il Festival entra subito nel vivo alle 14 con il primo programma speciale Short in Perspective nel quale saranno presentati i nuovi lavori di Marie Elisa Scheidt e Aurèlien Vernhes-Lermusiaux, vincitori delle passate edizioni del Festival e si concluderà con il corto – espressamente dedicato allo Short – della tunisina Imen Ben Mlouka, che verrà proiettato alle 18.30 durante la cerimonia di inaugurazione del festival.
Alle 15 sarà la volta di Fabio Francione che, in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia, presenterà i saggi accademici dei registi Luigi Di Gianni, Liliana Cavani e Emidio Greco nel programma Studiare da registi. Alle 17 Carlo Montanaro presenterà Oltre lo schermo, un programma sulla stereoscopia per il quale gli spettatori riceveranno degli esclusivi occhialini anaglifi che gli permetteranno di ammirare alcune opere in 3D della prima metà del secolo scorso.
A seguire, a partire dalle 18.30, l’inaugurazione ufficiale del Festival a cui interverranno il rettore dell’Università Ca’ Foscari, Carlo Carraro, e il direttore artistico e organizzativo del Festival, Roberta Novielli. Alle 19, verrà presentato l’ultimo programma speciale della giornata dedicato al Gruppo Zero, alla presenza dei tre giovani registi diventati un fenomeno di Youtube con la loro serie di spot-parodie #COGLIONENO.
A chiudere la prima giornata di festival, a partire dalle 20, i primi sei cortometraggi del concorso internazionale con Endever After di Kunal Madan, opera indiana incentrato sulla violenza sulle donne e la disillusione sulla possibilità di vivere una vita da fiaba, l’italiano I See Monsters di Federico Alotto, un racconto di mostri creati dalla fantasia di un bambino, che si dimostrano essere terribilmente reali. Si continua con l’animazione di Memento Mori della boliviana Daniela Wayllace, opera di grande impatto emotivo che tratta il delicato tema dell’abuso sessuale. Si cambia tono con il divertito tributo in bianco e nero al grande regista Alain Resnais degli argentini Santiago Korovsky e Celeste Contratti con El año pasado  en Mardelplà. Dalla Spagna arriva invece T’adhib di Raquel Bedia, storia di un giornalista segnato in modo indelebile dalle pratiche di tortura nell’Iraq di Saddam Hussein. La giornata si conclude con Nicht Den Boden Berühren – Don’t Hit The Ground  di Mia Spengler, uno spaccato su problemi, disagi e primi amori dell’adolescenza, inquadrati nella cornice pop e decadente della Germania degli anni ’90.

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