Luca Turco è cresciuto insieme al suo Niko, nella grande ed importante famiglia di Un Posto al Sole, all’ombra del Vesuvio. Un ragazzo sicuro di sé, concreto, un vero buono, innamorato del suo lavoro, delle sue passioni, della sua Giorgia Gianetiempo.
Lo incontriamo in occasione di un periodo buio per il suo personaggio, dopo la scomparsa della sua amata Susanna, interpretata da Agnese Lorenzini.
Bentornato su La Gazzetta dello Spettacolo, Luca Turco. Come stai?
Sono molto sereno in questo periodo ma lo sono sempre, fondamentalmente. Sono soddisfatto del mio percorso personale e di ciò che ho avuto modo di realizzare attualmente, in onda. Trovo che ci sia sempre modo di migliorare ma, al momento, posso dire che si è trattato di una bella prova.
Un Posto al Sole, oltre a regalarti la popolarità di cui godi ora, ti ha permesso di crescere, artisticamente parlando, su un set importante costituito da persone che ormai per te sono famiglia. Che ricordo hai di quegli inizi, del primo giorno di set, del momento in cui hai realizzato di essere diventato un attore?
Non ho mai realizzato di essere diventato un attore. Ero talmente piccolo che credo di non aver mai effettuato questo passaggio, realmente. I primi tempi ho preso tutto come un gioco, un qualcosa di extra oltre l’attività scolastica. Invece che giocare a calcio, come tanti, ero impegnato sul set, quasi a tempo pieno.
Un Posto al Sole è realizzato all’ombra del Vesuvio, tra mare e cielo, come disse Patrizio Rispo in un finale storico di puntata. Quanto orgoglio c’è, per te che sei napoletano, nel poter girare in una città così magica e “tua”?
È bellissimo! Ho modo di viverla come attore, si, ma anche di viverla con orgoglio perché ho avuto modo di nascere proprio qui, appunto. Ne mostriamo la parte bella, pulita, in un prodotto ben riuscito che, i primi anni, rappresentava una vera e propria scommessa. Abbiamo battuto, nel tempo, record impressionanti, quasi impossibili, ed ancora oggi continuiamo ad andare avanti con tutta la forza e passione possibile.
Location importanti, tra l’altro, come Villa Lauro in precedenza e Palazzo Solimene, oggi, a fungere da sfondo alle vicende di Palazzo Palladini..
Non sono soltanto le location a rendere viva la Soap e a farne la differenza. A rendere il tutto più vivo è il modo di lavorare dei napoletani e di vivere la città, benché molti dei nostri registi non sono napoletani. Hanno saputo, a loro modo, raccontare la quotidianità, trattando temi sociali importanti. Il miracolo Un Posto al Sole ha vita in questo modo, con passione, con reale attenzione, con Napoli a fungere da importante sfondo.
Un Posto al Sole, oltre a permetterti di essere presente nelle case degli italiani, e non solo visto che è presente anche nelle case di coloro che vivono in America, ti ha regalato un sentimento puro, per te davvero importante, Giorgia Gianetiempo. Cosa puoi dirci a riguardo e con quali altri colleghi, negli anni, hai legato maggiormente?
Con Giorgia, come saprete in molti, ormai vi è un rapporto extra lavorativo (ride). Ho un ottimo rapporto con tutti, fortunatamente. Non ho mai avuto modo di nutrire problemi con nessuno, negli anni. Ovviamente, ho rapporti molto più forti con Marzio Honorato, Marina Tagliaferri, Claudia Ruffo, persone con cui giro da sempre, sul set. Chiaramente, nel tempo, si sviluppa un sentimento che va oltre l’essere colleghi, come è accaduto con Marina Giulia Cavalli e Patrizio Rispo che mi hanno aiutato tantissimo nel realizzare le scene legate al funerale di Susanna (Agnese Lorenzini). Il legame, ad ogni modo, è forte anche con tutte le altre persone che lavorano dietro le quinte. Persone che conoscono i personaggi in maniera davvero approfondita, più di noi attori stessi, e che svolgono un ruolo importante, un collegamento umano chiamato “universo Un Posto al Sole”.
In questo momento il tuo Niko, ad un passo dalla felicità, si ritrova a vivere un dolore inaspettato, innaturale, legato alla scomparsa della moglie. Tanti i consensi da parte del pubblico per le puntate andate in onda la scorsa settimana. Come hai vissuto il tutto e che compagna di “viaggio” è stata per te Agnese Lorenzini?
Agnese è stata un’amica e collega fantastica. Capita raramente di incontrare una compagna di set così corretta, educata, disponibile e dotata di reale grinta e passione per questo lavoro. Non voglio dire che negli altri non vi siano tali caratteristiche ma, essendo una mia coetanea, vedo in lei le stesse componenti che nutro io per questo mestiere. Abbiamo vissuto il tutto con leggerezza, scherzando e interagendo in maniera spensierata, ma al momento del ciak vi era massima serietà e collaborazione. Una collega ottima, come dicevo, sensibile, a cui non posso che augurare il meglio. Mi mancherà moltissimo, cosa che le ho detto di persona e che ho poi esternato anche sui miei social, a fine lavorazione. Il percorso legato a queste scene, ti dirò, è stato davvero intenso, costituito da tanta preparazione. Ascoltavo tantissima musica, sino a pochi secondi prima di essere sul set, per potermi addentrarmi in un mood malinconico, triste, portando tutto ciò con me anche a scene terminate. Prima di allora, non mi era mai accaduto, sarà per via delle energie dedicate alla lavorazione, non so, ma anche al mattino dopo ero triste, giù di morale. Un lavoro distruttivo, vuoi anche per il caldo vissuto nel periodo estivo, ma sono contento del risultato ottenuto.
Luca Turco abbiamo avuto modo di notare, tramite i vostri social, anche le lacrime di Giorgia Gianetiempo per le puntate legate, appunto, alla scomparsa di Susanna e al dolore di Niko…
Si, Giorgia è una persona molto emotiva. Piange spesso, sia per scene che riguardano il suo personaggio, Rossella, che per scene toccanti che riguardano me o comunque i nostri colleghi di set. È una ragazza molto sensibile.
Quanto c’è di Luca Turco in Niko e viceversa?
Non c’è tantissimo di me in Niko. Cerco di assecondare il suo carattere ma, a differenza sua, sono molto più riflessivo, invece che impulsivo. Lui è molto più litigioso, io invece non lo sono affatto. Tutti e due, a nostro modo, abbiamo avuto delle esperienze toste, nel nostro vissuto, ma le abbiamo superate, a testa alta. Nel quotidiano sono un vero e proprio giocherellone che, in modo bonario, ama prendere in giro gli altri ma anche se stesso, il mio Niko lo è molto meno. Lui è diventato inaspettatamente padre, io no, ma magari lo sarò domani.
Che ricordo hai della dolce Carmen Scivittaro, la Teresa Diacono che tutti abbiamo apprezzato, scomparsa prematuramente?
Ne ho un ricordo dolcissimo, sin da quando arrivai sul set, da bambino. Nei miei riguardi si comportava come una nonna, forse anche per via del fatto che era la più grande tra i componenti del cast di allora. Crescendo, poi, mi ha trattato come un suo pari, dandomi comunque consigli saggi, da buona quale era. Carmen era anche volenterosa di apprendere nuovi modi di comunicare, di interagire. Ricordo che una volta venne a bussare al mio camerino per chiedermi ragguagli sul mondo dei social. Era davvero una bellissima persona.
La recitazione non è il tuo unico “obiettivo” nella vita. La parola obiettivo non è usata a caso, infatti. Da anni, ormai, sei un vero e proprio amante della fotografia ed anche della regia. Come si sono sviluppate queste tue passioni?
Non saprei dirtelo. Si tratta di due passioni strettamente collegate tra loro. L’una non avrebbe senso se non ci fosse l’altra a far da sostegno, da apripista. Per capire come si opera durante una regia, vi è bisogno di poter comprendere la fotografia, ogni minimo meccanismo. Dunque penso che la passione per la fotografia derivi dalla passione forte che nutro per la regia.
Quale regia ti piacerebbe poter portare in scena, un domani?
Al momento sono ancora in fase studio ma non saprei dirti cosa mi piacerebbe portare in scena. Non ho ancora le idee ben chiare. Ho una forte passione anche per il montaggio. Proprio in questo momento sono nel mio studio pronto a montare un video. Passioni che mi soddisfano e che, allo stesso tempo, mi servono anche per staccare da tutto, per concentrarmi su altro.
Cosa ti auguri per il bene di Niko, un domani?
Mi auguro di poter portare in scena situazioni sempre entusiasmanti, edificanti. Negli ultimi anni è successo e per questo ringrazio i registi, tutti coloro che mi hanno dato modo di avere sempre stimoli nuovi. Da attore, ti dirò, è bellissimo poter andare sul set, di giorno in giorno, sapendo di poter avere storie sempre nuove ed entusiasmanti da portare in scena. Il pubblico sa bene chi è Niko e mi auguro, appunto, di poter continuare a sorprenderli presentando loro un Niko sempre diverso.