Ilenia Lazzarin
Ilenia Lazzarin

Ilenia Lazzarin: il mio grande amore per Napoli

Una ragazza, ormai donna, Ilenia Lazzarin, cresciuta insieme alla sua Viola, da sempre apprezzata, in quel di Napoli, set e città a cielo aperto. Un Posto al Sole per lei è casa, così come lo sono i suoi colleghi, la gente che vive all’ombra del Vesuvio e che l’ha accolta.

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Ilenia Lazzarin. Attrice sin da giovanissima con un ruolo importante all’attivo, in quel di Napoli, che continua a regalarti popolarità. Che ricordo hai di quei primi passi mossi in tale ambito, dell’approdo in città, dell’Ilenia ragazza?

Ricordi lontani, legati al 2001, un cambio di vita incredibile, così come lo è stata la città. Napoli per me rappresentava qualcosa di lontano, una mentalità differente dalla mia, ma dopo due anni è scattato qualcosa dentro di me, un infinito amore e difficilmente la lascerò. Dovranno cacciarmi! (ride) Mi sono resa conto dell’enorme umanità che vi è, nonostante le mille contraddizioni che la caratterizzano, i problemi e le lacune tipiche del sud Italia. Lacune che devono essere risolte perché siamo una nazione unica, piena di risorse, e vanno sfruttate tutte. Napoli mi ha accolta subito, amata, coccolata e l’amore oggi è, ovviamente, più che reciproco.

Il set, si sa, tende a diventare famiglia, specie dopo anni di routine, di incontri giornalieri. A chi sei maggiormente legata, ancora oggi, Ilenia?

Sono di certo molto legata agli attori ma anche ad alcune figure presenti sul set e parlo dei tecnici e di alcune persone della produzione che ci supportano e questo proprio perché lavoriamo insieme da tanti anni. Un aiuto umano, che ci porta a chiacchierare di cose di vita quotidiana, anche nelle attese sul set. Per quanto riguarda il versante attoriale, sono molto legata a Patrizio Rispo, Marina Giulia Cavalli, Francesco Vitiello ed anche al piccolo Edoardo, che interpreta mio figlio. Quando sono sul set, e sento la mancanza del mio bambino, lo stringo a me. Ho un bellissimo rapporto anche con sua mamma, Giuliana. Tengo molto anche alle amiche di lunga data, Claudia Ruffo e Miriam Candurro, con cui ho un rapporto molto profondo. Potrei dire lo stesso anche degli altri, rapporti che vanno al di là del semplice lavorare insieme.

La Viola di Ilenia Lazzarin, all’interno della soap, ha trascorso un periodo in cui è stata combattuta tra l’amore di sempre, suo marito Eugenio, ed un nuovo incontro.. Ilenia, al suo posto, come avrebbe vissuto tutto ciò?

Credo molto nel matrimonio, nell’essere per la vita, oltre ogni difficoltà, nel supportarsi reciprocamente. Sono, però, dell’idea che se un sentimento finisce non vi sia molto da fare. Nel rapporto tra Viola e Eugenio c’erano sicuramente dei traumi che non sono stati riconosciuti dal pubblico. Traumi psicologici, come il ritrovarsi il marito mezzo morente tra le braccia, ed il successivo attentato vissuto da lei, in prima persona. Situazioni che portano ad un cambiamento totale di rotta oppure ad una separazione. Era, dunque, inevitabile che Viola rimanesse scioccata e chiedesse al marito di porre dei limiti al suo lavoro, al suo ‘inseguire’ la camorra, evitando così delle complicanze anche a loro figlio. Nel momento in cui questa richiesta non avviene, scatta qualcosa in Viola che la porta ad allontanarsi da Eugenio.. Quando ha poi scoperto di essere coinvolta da un altro personaggio, ha fatto un errore, ha tradito. Una conseguenza, un non voler giustificare il mio personaggio ma semplicemente provare a comprenderla. Personalmente sarei andata in analisi, dopo il primo attentato, per capire se sarei stata pronta ad affrontare qualcosa insieme e, dopo il secondo, avrei eventualmente lasciato, affidandomi ad un bravo terapeuta per evitare di trasmettere ansie, attacchi di panico, al bambino, primo soggetto da tutelare.

Potrà sembrare banale ma quanto c’è realmente di te in Viola?

Nulla! E un personaggio inventato. Ha soltanto la mia fisicità.

Nel tuo percorso artistico vi è stata anche una ‘parentesi’ legata alla conduzione. Se te ne fosse concessa l’occasione a quale programma vorresti dedicarti?

Sarei felice di poter condurre dei programmi di giornalismo, di inchiesta, oppure qualcosa di satirico, stile “Iene”, oppure vicino a “Report”.

Da qualche tempo sei mamma di un bellissimo bambino. Quali consapevolezze hai raggiunto nel vivere ‘tale ruolo’ e quali valori, sin da ora, cerchi di trasmettere a tuo figlio affinché possa affrontare al meglio il suo futuro?

Parliamo di un ruolo importantissimo, che non tutti riescono a vivere a dovere, e per mancanza di tempo e per condizioni sociali ed altro. Parto avvantaggiata perché, inconsapevolmente, mi sono laureata in scienze dell’educazione, leggendo svariati libri legati proprio all’educazione. Ritengo sia una responsabilità immensa crescere un bambino indirizzandolo ad un mondo migliore. Di errori di certo se ne faranno ma cerchiamo di farne il meno possibile.

In ultima battuta, Ilenia Lazzarin, un consiglio da lasciare a tutti coloro che, come te, vorrebbero poter intraprendere una strada legata alla recitazione?

Oggi lo sconsiglierei. È difficile, c’è poco lavoro, siamo davvero troppi e non sempre va avanti chi è più bravo ma chi si trova al provino giusto, al momento giusto.. Con il look giusto. Se mio figlio mi chiedesse di fare l’attore farei di tutto per renderlo consapevole delle enormi difficoltà, dei sacrifici non sempre ricompensati. Sarei orientata a fargli studiare altro per cultura generale, perché la cultura apre la mente. È un lavoro che sceglie te, non sei tu a sceglierlo. Questo, per quanto riguarda me e la mia esperienza personale e quello che vedo intorno a me. Non promuovo scuole di recitazione. È un “mestiere” che si ha dentro. Può essere perfezionato con dizione e studio sull’uso di voce e intenzioni, ma la tecnica è il 10%, il restante 90% lo fa un talento innato.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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