Ideatore del Premio Troisi, il giornalista Massimiliano Cavaleri ci parla di quelle che sono le sue sensazioni in previsione di questa prossima edizione e di tutte le persone che, da sempre, lo affiancano.
A tal proposito, ci parla anche dell’attrice Maria Grazia Cucinotta, amica sin dalla prima edizione del Premio, così come delle sensazioni che le regala l’isola di Salina, che le diede successo con “Il Postino”.
Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Massimiliano Cavaleri. Al via, a giorni, la prossima edizione del Premio Troisi, un premio che onora l’amato ed indimenticato Massimo e che, al contempo, elogia anche Salina, una terra stupenda. Cosa puoi anticiparci sui preparativi, su quelle che saranno le novità di questa edizione?
Le novità sono tante anche per via del fatto che ricorrono i settant’anni dalla nascita di Massimo Troisi, ricordato come ogni anno a Salina, isola in cui fu realizzata la maggior parte delle scene legate a “Il Postino”. Avremo modo di mostrare ai nostri ospiti e al pubblico presente un’intervista inedita realizzata a Troisi in occasione del festival del cinema di Cannes, nel 1981. Una proiezione realizzata soltanto per il nostro festival durante l’ultima serata, alla presenza di Anna Pavignano, compagna di vita e sceneggiatrice di Massimo. Anna, inoltre, si racconterà e ci parlerà di lui e mostreremo, tra l’altro, anche il documentario di Mario Martone dedicato a Troisi proprio per l’occasione dei settant’anni, “Laggiù qualcuno mi ama”. Con noi ci sarà anche Roberto Valentino, storico imitatore di Troisi, che ha una voce davvero identica alla sua. Una giornata memorabile, improntata interamente su Troisi. Il festival, inoltre, accoglierà Enzo Iacchetti, Vittoria Belvedere, Michela Andreozzi, che ci proietterà il suo ultimo film, “Una gran voglia di vivere”, Massimiliano Bruno, con “C’era una volta il crimine” e Lucrezia Lante della Rovere. Con noi anche gli Audio 2 che celebrano i trent’anni di carriera, di collaborazioni importanti con Mina, Mogol, proponendoci alcuni tra i brani più importanti. Spazio anche ai giovani, agli artisti emergenti, come è giusto che sia.
Al tuo fianco, da sempre, gli organizzatori Patrizia Casale e Francesco Cappello. Cosa vi tiene uniti, ancora oggi, e quanta emozione c’è nel poter vivere insieme anche questa dodicesima edizione del Premio Troisi?
Il Festival è inizialmente nato per gioco e, in poco, siamo giunti alla dodicesima edizione. Siamo uniti, affiatati, ma non siamo soli, con noi ci sono altre quaranta persone, per lo più donne. A rendere ancora più magia al tutto, la bellezza dell’isola, l’amore che nutriamo per Salina.
Turismo e cultura, nel periodo del Premio, diventano caratteristiche fondamentali che contribuiscono a rendere le strutture ricettive piene. Ad unirci, inoltre, l’affezione, il bene, che nutre per noi la nostra madrina, sempre la stessa, Maria Grazia Cucinotta, interprete de “Il Postino” e quindi testimone dell’eredità Troisiana.
Guardando appunto alla madrina, Maria Grazia Cucinotta, sapresti indicarci quali sono le sue sensazioni e come ha appreso, sin dalla prima edizione, il vostro interesse nell’averla in squadra?
Maria Grazia era assente dall’isola da ben vent’anni, inizialmente titubante, incerta, anche per via delle emozioni vissute sull’isola ai tempi, un luogo che le ha cambiato la vita regalandole enorme successo. Decise di essere con noi, al nostro fianco, e portò con sé la sua famiglia, suo marito e sua figlia, a cui è legatissima. La loro vicinanza la portò ad accogliere al meglio questo ritorno, consentendole di essere con noi anche le volte successive. Credo che il festival le abbia regalato un grande ritorno al passato, a Massimo, così come accadde con Enzo De Caro, fedele amico di Massimo. Maria Grazia, tutte le volte in cui è a Salina, torna sui luoghi de “Il Postino”, ossia nella casa di Neruda e nell’hotel che ospitò il cast del film all’epoca.
Ti chiedo di realizzare un invito per i nostri lettori affinché possano prendere parte al Premio. Cosa senti di consigliare a tutti loro, benché l’isola sia già di per sé piena?
Consiglierei di visitare Salina per la realtà che rappresenta, non solo per il mare, i paesaggi e la storia, ma anche per il forte rapporto con la terra. Chi viene a Salina poi, come di consueto, ci torna, posso dirlo per certo. L’isola trasmette una fortissima energia, anche per via del film stesso che, nei visitatori, suscita spesso sensazioni bucoliche.
Massimiliano Cavaleri quali sensazioni suscita in te Massimo Troisi?
Da grande appassionato di cinema posso dirti che Massimo, per tutti noi, è ancora un grande punto di riferimento. Talune volte penso di non meritare nemmeno tali conseguenze dovute alla mia idea di festival. Aver creato ciò, tramite il suo mito, per me è un vero onore. A Napoli, qualche settimana fa, sono stato accolto benissimo da chi la vive perché, come Maradona, Troisi è una personalità davvero importante.