Eva Henger

Eva Henger: ho appreso da errori e gioito di successi

Una donne caparbia e forte, Eva Henger, capace di parlarci di quelli che sono stati i suoi successi, i suoi trascorsi, senza dimenticare l’amore per il lavoro e soprattutto per la famiglia.

Bentornata su La Gazzetta dello Spettacolo ad Eva Henger. Come stai?

Bene, grazie! E’ un piacere essere nuovamente qui con voi.

Ungherese di nascita, dopo essere stata in Italia per qualche tempo, sei tornata nella tua terra, insieme alla tua famiglia. Cosa puoi dirci a riguardo?

Si, è da qualche anno che con mio marito Massimiliano Caroletti e nostra figlia Jennifer viviamo in Ungheria. Sono sempre stata legata alle mie origini e devo dire che poter passare del tempo sia in Italia che in Ungheria non mi dispiace affatto.

Da bambina sognavi di essere insegnante, dottoressa ed anche stilista. Il passato ti ha poi vista diventare una tra le pornodive più apprezzate. Come ebbe inizio il tutto?

Il tutto è iniziato con mia madre che mi spinse a partecipare ad un concorso di bellezza, nel quale, pur classificandomi quarta, vinsi la possibilità di fare da modella per una catena di centri commerciali. Questo fu l’inizio di un percorso che mi portò poi a conoscere Riccardo Schicchi, e da lì la mia carriera. In tutta onestà il mio trascorso lavorativo da pornodiva durò solo 6 mesi, mi fa un po’ sorridere il fatto che si ricordi principalmente quella piccola parentesi visto che è seguitata da altri 30 anni di carriera nel mondo dello spettacolo.

A contribuire al tuo successo lavorativo, l’incontro, appunto, con Riccardo Schicchi, che divenne poi tuo marito, nonché padre dei tuoi primi due figli, Mercedes e Riccardino. Che ricordo hai di lui e del percorso di vita compiuto insieme?

Ricordo di essere rimasta affascinata sin da subito da Riccardo, persona non convenzionale, fuori dagli schemi. I ricordi che ho del nostro percorso insieme sono sia belli che brutti, come credo si possa dire di ogni rapporto, e come spesso accade, le cose tra noi non hanno funzionato, ma quando si chiude una porta si apre un portone e quel portone si chiamava Massimiliano ed è aperto da ormai 20 anni.

La televisione è, ormai, caratterizzata da reality, da programmi dai contenuti non sempre accessibili. Un tempo hai preso parte a “L’Isola dei Famosi“, che ti ha messo alla prova sotto molti aspetti. Che ricordo hai di tale esperienza e a quale show vorresti poter prendere parte?

Come tutte le esperienze ha avuto degli alti e dei bassi, l’isola. Non posso dire di averne un ricordo né troppo positivo né troppo negativo. Ci sono molti show interessanti, oggi, e menzionarne uno piuttosto che un altro sarebbe scorretto, riduttivo.

Eva, cosa non ripeteresti del tuo passato, che si tratti di lavoro o di vita vissuta?

Eva è tutto l’insieme di cose belle e brutte che le sono capitate durante il suo percorso, rimuoverne una significherebbe pertanto andare a modificare la persona che, con tanta fatica, sono diventata oggi. Ho imparato dagli errori e ho gioito dei successi.

I tuoi figli, per la maggiore, sono grandi ma, ad ogni modo, quale futuro ti auguri per loro in una società, oggi, sempre più complicata, portata all’errore?

Ho sempre spinto i miei figli ad avere una propria identità e, come madre, sono fiera dei loro successi ed ho sempre creduto in loro, anche nei momenti più bui. Quello che mi auguro gli serbi il futuro? Più sperienze possibili, perché sono quelle che ti aiutano a crescere e ad affermarti, per quanto possa essere complicata la società, ognuno è artefice del proprio destino.

Chi è Eva oggi e quali consapevolezze hai raggiunto nel tempo?

Eva oggi è tante cose, è una madre in primis, una moglie, una professionista, etc. Quali consapevolezze ho raggiunto ad oggi? Che la vita è una curva d’apprendimento e che non si smette mai di imparare, che l’onestà e l’umiltà sono sempre le strade più ardue da percorrere ma che premiano sempre, e che la vita è una sola e vale la pena viverla come meglio si crede.

Cosa bolle in pentola per il futuro di Eva Henger, puoi anticiparci qualcosa?

Ci sono molte cose che bollono in pentola, sfortunatamente ad oggi ancora non posso parlarvene, ma se continuerete a seguirmi avrete tutte le notizie che vorrete.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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