Endorfine Rosa Shocking 2022
Endorfine Rosa Shocking 2022

Endorfine Rosa Shocking sbarca a Venezia

Incontriamo oggi Laura Aimone, che ci racconta della 5a edizione del Festival Cinematografico “Endorfine Rosa Shocking”, che sbarca a Venezia.

Dieci film per un viaggio affascinante e profondo nell’universo femminile attraverso la lente dello sport. Dieci pellicole indipendenti, provenienti per la maggior parte da Paesi remoti o ambientati in angoli di mondi insoliti. Dieci gemme che vengono proposte al pubblico come preziosa testimonianza artistica per parlare di tematiche importanti e quantomai attuali come la violenza sulle donne, la forza delle tradizioni culturali, i rapporti nelle società patriarcali, la sessualità, la relazione con l’ambiente.

Ogni serata prevede la proiezione di due film, un lungometraggio e un cortometraggio, alle 17.30 con una replica alle 20.00, seguiti da una discussione/confronto nel foyer della Casa del Cinema. I film verranno introdotti dai registi, se presenti, o da altre personalità del mondo del cinema e sottotitolati in lingua italiana e in inglese, se queste non sono le lingue originali.

Laura Aimone, benvenuta su “La Gazzetta dello Spettacolo”: come nasce e quale scopo si prefigge il festival “Endorfine Rosa Shocking”?

Grazie mille, mi fa molto piacere poter condividere con voi la storia del mio festival. Endorfine nasce dall’unione di due delle mie più grandi passioni, il cinema, che è anche diventato il mio lavoro, e lo sport, che mi ha accompagnata assiduamente per tutta la mia adolescenza e continua ad accompagnarmi tutt’oggi. Ho giocato a pallavolo a livello semi-professionale per 11 anni e questa esperienza mi ha dato così tanto che avevo voglia di restituire allo sport qualcosa. Ho deciso di farlo attraverso il linguaggio che sento più mio: il cinema. Lo scopo principale di questo festival è di rendere fruibili al pubblico quelle chicche cinematografiche che, spesso, sono accessibili solo a noi addetti ai lavori perché non riescono ad entrare nel circuito della grande distribuzione. Inoltre, il mio intento è quello di aprire finestre sul mondo attraverso lo sport, augurandomi che questo possa rendere più avvicinabili anche le tematiche più ostiche.

Perché, secondo Lei, c’è tanto bisogno di parlare di temi come: come violenza sulle donne, identità, sessualità, lotta alle convenzioni. La nostra realta’, e’ ancora, troppo etichettata e ricca di pregiudizi? Riusciremo un giorno a liberarcene totalmente?

Queste tematiche fanno ormai parte della nostra quotidianità, costellata da restrizioni e da etichette di ogni genere. Film come quelli che presento ad Endorfine mettono in luce come questo sia vero a qualsiasi latitudine, ovviamente in maniera più o meno marcata. Parlarne secondo me è il primo passo per prendere coscienza di un problema. Il secondo è fare qualcosa per risolverlo. La strada è lunga, ma lo sport insegna che sia le vittorie sia le sconfitte sono necessarie per raggiungere un obbiettivo. Il titolo di questa quinta edizione del festival è “Dritti verso la meta”. Non importa quanto si deve salire, purché si abbia ben chiaro dove si vuole arrivare. Quindi… avanti tutta!

Dopo aver guardato, uno o più film che presenterete al festival, avremo una visione diversa della vita?

Endorfinicamente sì! Ho deciso che il rosa del mio festival non poteva essere cipria, ma shocking. Mi piace sempre molto provocare lo spettatore e offrire film diversi, che fanno riflettere su se stessi e sulla realtà circostante, in modo più o meno scomodo. E’ chiaro che sta al singolo saper cogliere gli input offerti. Ma se anche solo una persona tra il pubblico torna a casa vergognandosi di essersi lamentato ai tempi per una trasferta in pullman troppo lunga dopo aver visto le protagoniste di un documentario nepalese camminare 6 ore nella neve fresca in scarpe da ginnastica per raggiungere il villaggio dove si sarebbe disputata la partita di calcio… Beh, allora considero il mio obbiettivo pienamente centrato!

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