Voci di Donne lontane, Recensione

Una raffinata performance al Teatro Arciliuto, in scena dopo lo strepitoso successo delle date del 7 e 8 Marzo a Pagine e Caffè, proposta dalla compagnia teatrale L’Eco dei Sanpietrini, che unisce, all’amore infelice e perduto –  filo conduttore della narrazione – il dolore di tre donne, vissute in diversi momenti storici, trasformando le loro parole in un accorato monologo a tre voci.

I ricordi dell’amore, inteso nelle sue più varie sfaccettature, non diventano mai semplicemente sbiadita memoria, ma continuano a essere vividamente presenti nella vita delle tre protagoniste, in un crescendo emozionale, che finisce col divenire un grido d’aiuto.

Pur restando profondamente diverse, le tre donne – nell’intensa interpretazione di Lavinia Lalle, Sarah Mataloni e Stefania Ninetti – sono anche molto simili, legate dalla sofferenza, dai rimorsi e da una rabbia inesplosa e a volte incontrollata, si confrontano, s’intersecano, parlandosi da un’epoca all’altra, si supportano a vicenda, diventando più forti, e si comprendono, a dispetto di quegli uomini che loro hanno tanto amato ma che mai le hanno ricambiate pienamente. A coronare l’impianto scenico, la danzatrice Azzurra Marcianò della compagnia di Danza Aleph, la quale sarà interprete di  suggestive coreografie, la musica, anch’essa forte e vibrante entità femminile, suggellata dai temi pianistici del Maestro Francesco Paniccia, e da alcune canzoni, tra cui spicca l’originale Mother Moon, con testo in lingua inglese di Giuseppe Giulio ed infine i brani tratti dai testi di Tennesse Williams e dell’autore Fabrizio Salsi, riadattati dall’ideatrice Sarah Mataloni, che ne ha curato la rielaborazione finale.

Su Redazione

Redazione Giornalistica

Lascia un commento