Giovane, preparata e presto protagonista della serie, “Vivere non è un gioco da ragazzi”, Matilde Benedusi ci parla a cuore aperto del suo grande, innato, amore per la recitazione e del sostegno avuto dalla sua famiglia, sin da sempre.
Una ragazza decisa sul futuro da percorrere, felice dell’esperienza appena realizzata, delle persone incontrate in questa nuova esperienza televisiva targata Raiuno.
Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Matilde Benedusi. Come stai?
Sono molto felice! Oggi si è tenuta la conferenza stampa e adesso attendiamo l’imminente messa in onda della serie TV.
Quali sono le tue sensazioni in previsione della messa in onda?
L’emozione è tanta, in questo momento. La serie è già disponibile su Rai Play, da qualche giorno, dunque anche questo fa effetto. Ritrovare il resto del cast, oggi, mi ha regalato tanti bei ricordi, sensazioni positivissime.
Presto, appunto, potremo vederti su Raiuno nella serie “Vivere non è un gioco da ragazzi”, nei panni di Serena. Cosa puoi anticiparci sul tuo personaggio, sulla storia, nei limiti del possibile?
Serena è una ragazza fragile, che nasconde dei segreti, ma con una vita apparentemente perfetta. Lele, altro protagonista della serie, le regala tante attenzioni, il suo totale interesse. Una storia bella, con delle fragilità che si riversano poi nella droga, caratterizzate da un forte senso di colpa.
Come si è preparata Matilde Benedusi ad affrontare tale ruolo?
Ho cercato di trovare delle caratteristiche in comune con il mio personaggio. Mi ritrovo simile a lei nell’amare la famiglia, nella modalità che ha di instaurare rapporti amorosi. Differentemente, lei è figlia unica ed io non lo sono. Ho una famiglia forte alle spalle, capace di sostenermi sempre, con tutto l’affetto possibile. Per quanto riguarda la sua dipendenza dalla droga, ho cercato di dare una parvenza di ingenuità nell’utilizzo che ne fa.
Com’è stato lavorare al fianco di attori come Stefano Fresi, Nicole Grimaudo, Claudio Bisio, per la regia di Rolando Ravello?
Ritengo tale collaborazione una fortuna immensa, un’esperienza che non dimenticherò mai nella vita. Bisio, Grimaudo e non solo, per noi giovani, sono stati una vera e propria guida, permettendoci di apprendere il più possibile. Per tale motivo ho voluto essere sul set anche quando non vi erano scene da realizzare. Ciò accadeva per poter apprendere sempre più da tali artisti e devo grazie anche al regista, Ravello, per avermi permesso questi incontri al di là del mio ruolo.
Se di famiglia si parla, quanto è stato fondamentale poter avere il loro supporto per questo percorso di vita che hai scelto di seguire?
Fondamentale, appunto! I miei genitori si occupano di altro, anche se, come nel caso di mio padre, amano la musica, oppure dipingere, per quanto riguarda mia madre. Tali “appartenenze” mi hanno regalato maggiore forza, volontà, nel credere in questo mio percorso, influenzando in positivo il tutto. Amo la mia famiglia e loro amano me!
La tua è una carriera giovane, ancora in via di sviluppo, basata su esperienze comunque già di per sé importanti. Cosa ti auguri di poter concretizzare, un domani?
Mi piacerebbe interpretare svariati ruoli, specie se parliamo di epoche passate. Mi piacerebbe appartenere, anche se per un breve lasso di tempo, ad un mondo non mio, distante da me. Mi vedrei bene anche in un ruolo comico, seppure non abbia ancora avuto modo di sviluppare tale vena artistica.
Cosa ti ha spinto a prendere parte all’ambito dello spettacolo, scegliendo di avvicinarti alla recitazione in particolar modo?
A sei anni già ricordavo a memoria le battute dei film che preferivo. Successivamente, crescendo, ho poi chiesto a mia mamma di aiutarmi, iscrivendomi ad una scuola di teatro. Ho sempre pensato, forse dandolo per scontato, che non vi fosse lavoro più bello da svolgere.
Chi è Matilde Benedusi nel privato, nella vita di tutti i giorni?
Sono iscritta alla Sapienza, studio Arti e Scienze dello Spettacolo, per restare in tema con la mia principale passione. Condivido l’appartamento con due colleghi attori. Sono, inoltre, alle prese con la stesura di un libro, basato sul teatro sociale, materia su cui vorrei anche laurearmi. Vi è poi anche la musica, mia altra grande passione, che condivido con mio fratello, con cui scrivo musica. Un progetto in continuo sviluppo, a cui tengo tanto.