Gaetano Amato. Foto di Mario Schiano
Gaetano Amato. Foto di Mario Schiano

Gaetano Amato: mi piacerebbe un ruolo da buono

Incontriamo l’attore Gaetano Amato, attualmente presente nel cast di “Resta con me”. La fiction Rai, in onda da alcune settimane, sta ottenendo un buon riscontro da parte del pubblico.

Per il giovane Amato, dunque, ancora una volta un ruolo da cattivo, con la speranza di poter prestare, in futuri ruoli, volto e voce a personaggi positivi.

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Gaetano Amato. Come stai?

Sto bene, specie in questo periodo in cui la Rai sta trasmettendo “Resta con me”. Sono soddisfatto del mio personaggio, di ciò che è stato realizzato, del successo che sta ottenendo la serie. Avere la possibilità di guardare il proprio girato, dopo mesi di duro lavoro, è sempre una grande soddisfazione.

Attualmente, appunto, sei parte del cast de “Resta con me”, fiction Rai capitanata da Francesco Arca, Laura Adriani, Antonio Milo e non solo. Che esperienza ha rappresentato per te e quali consensi ti auguri di poter raccogliere?

La serie mi ha permesso di potermi vedere in un ruolo diverso dal solito e di poter girare in scenari particolari, sin dal primo ciak. Ha regalato maggiore fascino alla serie, difatti, la possibilità di girare all’interno dell’acquedotto di Napoli. Una vera città nella città in cui era anche facile potersi perdere. Non è da tutti avere la possibilità di essere metri e metri sotto il manto stradale.

Il set, si sa, consente di creare legami importanti e, per un determinato lasso di tempo, diventa quasi “famiglia”. Come hai vissuto il periodo sul set e quali ricordi, rapporti, porterai con te?

Dici bene! Quando si sta insieme per mesi e mesi si diventa quasi “famiglia”. Il set mi permette di sentirmi vivo e di regalare nuova linfa a personaggi differenti dal mio reale modo di essere. Ho legato un po’ con tutti gli attori della serie, ma maggiormente con la banda di cui il mio personaggio era a capo, ed in particolar modo con Elena, la sua fidanzata.

Gaetano Amato. Foto di Mario Schiano
Gaetano Amato. Foto di Mario Schiano

La serie è stata interamente realizzata nella tua Napoli, da sempre un set a cielo aperto. Quanta gioia c’è nel poter lavorare nella propria città?

È un po’ come fare il calciatore e sognare di poter giocare nella squadra della propria città. Da piccolo sognavo proprio di giocare nel Napoli, difatti. Anni addietro nessuno avrebbe mai puntato su Napoli e, invece, da alcuni anni è davvero un bellissimo set a cielo aperto. Ma Napoli, si sa, è magica anche senza alcuna telecamera pronta ad inquadrarla.

Affrontiamo un breve excursus a ritroso. Cosa ti ha spinto ad avvicinarti alla recitazione?

Recito sin da quando ero bambino, in realtà. La prima prova seria da attore arrivò all’età di quindici anni, dopo aver sostenuto un provino a Scampia, per una docufiction. Ho passato, poi, alcuni anni distanze dalla recitazione ma, da quando ho ripreso, non riesco più a farne a meno.

Quale altro personaggio ti piacerebbe poter impersonare in un prossimo lavoro?

Mi piacerebbe portare in scena un ruolo brillante, divertente, sperando quindi di non restare legato ai ruoli da cattivo. La paura di noi attori è di essere relegati ad uno stesso ruolo a vita. Ecco, spero di poter uscire da tali schemi e di poter dimostrare che so essere anche altro.

Chi è Gaetano Amato nel privato, quando non è impegnato su un nuovo set?

Gaetano è un ragazzo come tanti, caratterizzato da una forte base di educazione, rispetto, caparbietà e amore per il proprio mestiere. Mi piace poter esplorare sempre più l’ambito legato alla recitazione e quindi studiare, guardare film, essere sempre al passo con i tempi.

Puoi anticiparci qualcosa sul tuo futuro artistico Gaetano Amato?

Sono in fase embrionale, ma non appena vi saranno delle novità avremo di certo modo di parlarne. Intanto vi consiglio di non perdere le puntate di “Resta con me”. Sapremo stupirvi ancora!

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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