Ilaria Macchia
Ilaria Macchia

Ilaria Macchia: “La Storia” da raccontare

Una scrittrice più che abile, Ilaria Macchia, che abbiamo avuto modo di apprezzare in un lavoro importante come “La Storia”, serie per Rai 1.

Un racconto che equivale ad uno spaccato di vita reale, a cui ha messo mano insieme ai colleghi Piccolo e Calenda. Una mamma, inoltre, presente, una donna sicura del percorso che vuole perseguire..

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Ilaria Macchia. Vorrei cominciare con il chiederti di descriverti, sia come donna che come scrittrice..

È difficilissimo descriversi, sia come persona che come autrice. (ride) Sono da sempre una persona che ama leggere ed è il modo migliore, a mio parere, per definirsi come autrice. Credo che non possa esistere il mio mestiere senza essere una reale lettrice. Ho poi scelto questa strada per passione, senza aiuto alcuno, e ne sono felice. Come persona, invece, faccio davvero fatica a descrivermi. Credo ci sia tempo e modo di scoprire altro..

“La Storia”, su Rai1, ci ha regalato una visione particolare di uno spaccato di realtà che per molti versi appartiene ancora al nostro passato. Permettimi di paragonarti a Paola Cortellesi che, a suo modo, ha saputo rendere tanto a questa Italia, in questi ultimi anni. Come si è sviluppata, dunque, “La Storia”?

Sono felicissima di essere paragonata a Paola Cortellesi. Ha realizzato un film bellissimo ed è solo un piacere poter essere accostata a lei. “La Storia” mi è stata proposta quando era già chiara la volontà di volerla realizzare da parte della produzione.

Avevo lavorato in precedenza con Francesco Piccolo e con Giulia Calenda, una squadra che si è creata, conseguentemente, in maniera molto naturale. Un libro denso di significato, tra i più importanti della storia del novecento, da cui potevamo soltanto prendere il bello di ciò che ci stava capitando. Le fasi sono state diverse e la prima tra tutte era quella di capire, realmente, cosa avevamo compreso, per farlo nostro, ed operare poi delle scelte per poter portare il tutto in televisione. Ci tengo, inoltre, a dire che in questo lavoro della Morante c’è davvero tutto e nulla da inventare. Bisognava soltanto decidere come posizionare le cose, dal momento in cui si è trattato di una serie televisiva.

Ilaria, in quanto mamma, cosa ti auguri per il futuro di tua figlia Stella, visti i recenti fatti di cronaca?

Ora Stella è ancora piccola e non trattiamo questi argomenti con lei. Credo che adesso si stia facendo un lavoro importante per fare emergere situazioni che a noi tutti sono sempre state comuni. Il film della Cortellesi, “C’è ancora domani”, è abbastanza esplicativo per quanto riguarda questi temi. La protagonista pensa che alcuni comportamenti del marito siano normali, legittimi, ma grazie a tanti fattori, ora, ciò che prima sembrava normale capiamo che non lo è. Il mio augurio è che questo aspetto diventi ancora più realtà ed ho delle speranze a riguardo. Spero che tutto ciò che possa accadere sia estremamente evolutivo, portato a migliorare sempre più. È ciò che proviamo a fare noi come scrittori, sperando sia di utilità nei prossimi anni.

Ilaria Macchia c’è, appunto, una storia che non sei ancora riuscita a raccontare?

Ho tanti spunti che mi girano in testa e che, prima o poi, diverranno qualcosa, che sia un libro, una sceneggiatura, chissà.. Sicuramente sono legata alla storia che riguarda le semplici relazioni tra gli esseri umani, che si parli di famiglia, di coppie.. Ho la grande fortuna di essere molto attenta a ciò che mi succede intorno, quindi ogni cosa che capita ha sempre il potenziale per diventare ‘qualcosa’..

A tal proposito, quali consigli senti di dare a chi pensa di voler intraprendere un percorso simile al tuo?

Ritorno a ciò che dicevo all’inizio, ossia al fatto che la cosa più importante è leggere perché nei libri c’è davvero tutto: quello che stai cercando, quello che non sapevi di cercare, ciò che hai nella testa e non sai decifrare. Il primissimo consiglio è davvero questo, insieme a quello di provarci, sempre. Ricordo che a me dicevano di scrivere: “Hai una storia in testa? Scrivi, senza pensare che qualcuno possa bloccarti!” Spesso, difatti, siamo noi stessi il nostro limite.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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