“Vanina”, la nuova fiction di Canale 5, ci regala la possibilità di poter incontrare nuovamente l’attore Claudio Castrogiovanni.
Un poliziotto, un personaggio allegro, positivo, un ritorno atteso per una fiction che regala spensieratezza, seppur caratterizzata da tempi importanti.
Ben ritrovato su La Gazzetta dello Spettacolo, Claudio Castrogiovanni. Sarai un poliziotto ne “Vanina”, nuova fiction Mediaset. Cosa puoi dirci a riguardo?
Si, un poliziotto ma differente dai precedenti interpretati. Una serie fresca, con dei risvolti allegri, onesti, un progetto che mi è piaciuto subito. Un poliziotto navigato, il mio, che girava in borghese sulle moto, negli anni novanta, ora dentro la questura e braccio destro di “Vanina”, capace di informarla su tutto ciò che conosce. Un uomo che vive per il lavoro, dopo una separazione…
Cosa ti aspetti da questa serie e, se vogliamo, quale messaggio racchiude in sé?
Ha una caratteristica originale, una regia moderna, bella da vedere, e dei colleghi meravigliosi. Abbiamo vissuto quattro mesi intensi, davvero belli, a Catania. Grande anche il regista, Davide Marengo, molto abile nel guidarci. Mi aspetto, quindi, che la vedano in tanti e che possa regalare al pubblico quattro piacevoli serate. “Vanina”, il personaggio, ha ben chiaro ciò che vuole, ha intuito.. I messaggi sono legati ad una presenza femminile importante, in situazioni in cui solitamente vi è una presenza per lo più maschile. Vengono raccontate tante esistenze, inoltre, come la bellissima Catania, presente nella sua essenza. Nell’episodio, “Sabbia nera”, è ancor più visibile questa cosa. Mi riporta alla mente i momenti in cui mia madre ripuliva dalla polvere del vulcano i balconi di casa.. molti catanesi, siciliani, si riconosceranno in questo.
Una duplice emozione, dunque, poter girare nella tua terra ..
Molto emozionante e lo è stato anche il poterlo condividere con dei colleghi pazzeschi. Giusy è stata una meravigliosa scoperta a livello umano, così come Marengo e tutti gli altri. Se il gruppo non ti piace si fa fatica ma in questo caso è stato tutto perfetto.
Parliamo di teatro, Claudio Castrogiovanni, delle sensazioni legate alle tavole del palcoscenico, alla possibilità di avere un pubblico dinanzi a te..
Il teatro è, come sai, il motore di tutto ciò che sono oggi. L’impulso più grande è arrivato da lì, anche se ora ne sto facendo molto meno. Mi manca essere dinanzi ad un pubblico che può, certo, giudicarti ma è giusto che sia così. Il teatro ha la sua unicità e credo se ne faccia sempre troppo poco.. Il passaggio energetico che ti regala il teatro è qualcosa di pazzesco.
Quali differenze, ad oggi, riscontri tra quelli che sono stati i tuoi inizi e gli sviluppi recitativi degli ultimi anni?
Ho cominciato ben trent’anni fa e sono cambiato io, soprattutto! La differenza? Recentemente mi è capitato di vedere dei documentari su Manfredi, Tognazzi.. Anni in cui c’era una sorta di costante connessione tra chi faceva questo mestiere, cosa che ora si vive molto meno. Ora il tutto è diventato individualistico. Personalmente amo fare squadra, cercando di approfondire cose ed anche insegnare mi aiuta a condividere con più persone possibili.
Insegni recitazione, da qualche tempo, dunque quali consapevolezze cerchi di trasmettere ai tuoi studenti?
Insegnare mi ha davvero cambiato, differentemente da cosa pensavo i primi tempi. I loro occhi mi permettono di capire tutto ciò che provo a trasmettergli.. Ultimamente abbiamo perso l’ascolto, la possibilità di vivere il momento, cerco di trasmettere loro tutto questo.
Claudio, posso chiederti un ricordo di Lando Buzzanza, un collega affiancato ne “Il Restauratore”?
Ho un ricordo molto bello di Lando! In famiglia, anche da piccolo, guardavamo i suoi film e ne ero ingordo di racconti, quando lo conobbi, di aneddoti. Mi disse che da diciassettenne aveva poca possibilità di iscriversi all’Accademia, così dormiva in posti strani e, addirittura, sfruttava conoscenze accidentali. Era gentile, spesso pranzavamo anche insieme in camper, ero spesso in ascolto e adoravo sentirlo parlare..
Cosa puoi anticiparci sui tuoi progetti futuri?
Dopo “Vaniva” ho girato, sempre in Sicilia, una storia di un regista americano, un lavoro in cui interpreto un uomo che vive una grande tragedia e prova a ricostruirsi. Un film incredibile, che mi ha toccato il cuore.. Ho anche girato un film con Pasquale Scimeca, Gaetano Bruno e Peppino Mazzotta sul Giudice Terranova.