My Jazz Islands sbarca a Londra

“Anni fa lasciai la mia isola per un’altra isola, che mi accolse e mi aiutò a realizzare tanti sogni. Ora è tempo di costruire un ponte tra le due isole e terre antiche, in particolare tra due città, una ricca di mare, sole e ritmo, l’altra crocevia di culture diverse: Cagliari e Londra”.

Alla vigilia dell’estate passata, Filomena Campus, cantante e regista teatrale sarda trapiantata dal 2001 nella capitale britannica, presentava così My Jazz Islands, il festival che ha ideato e che ha debuttato a Cagliari lo scorso giugno (dal 20 al 22): tre serate di musica (ma non solo) al Lazzaretto, all’insegna dell’incontro creativo fra artisti italiani e inglesi come Antonello Salis, Orphy Robinson e la stessa Campus alla testa del suo quartetto, protagonista con Stefano Benni di “Italy VS England”, uno spettacolo musicale/teatrale emblematico dell’intera rassegna.

Dopo il successo della sua parte cagliaritana, organizzata dalla cooperativa Forma e Poesia nel Jazz, My Jazz Islands sbarca ora a Londra per completare il percorso con la “tranche” inglese del festival, in programma lunedì 11, martedì 12 e mercoledì 13 novembre: tre serate al Pizza Express Jazz Club, a Soho, uno dei locali più prestigiosi della scena jazzistica nella capitale britannica, per l’organizzazione di Theatralia (l’avatar teatrale di Filomena Campus) con il contributo dell’Istituto Italiano di Cultura a Londra.

Si parte, lunedì 11, con “Dùos“, il progetto di Filomena Campus e del chitarrista Giorgio Serci che esplora suoni e atmosfere ispirate dalle radici isolane dei due musicisti sardi trapiantati a Londra. Ospiti per l’occasione il percussionista brasiliano Adriano Adewale, il trombettista Paolo Fresu e la violinista Sonia Peana.

Paolo Fresu al centro dei riflettori anche la sera dopo (martedì 12), stavolta ospite d’onore in “Jester of Jazz” (“Giullare del Jazz”), un progetto nato nel 2010 (e consegnato alle tracce dell’omonimo album) che vede Filomena Campus dare corpo alla sua duplice vocazione, per il jazz e per il teatro, insieme al suo quartetto con Steve Lodder al pianoforte, Dudley Phillips al contrabbasso e Rod Youngs alla batteria (al posto del “titolare” Martin France).

Come già a Cagliari, dove ha debuttato in giugno, l’ultimo atto della parte inglese di My Jazz Islands, mercoledì 13, è “Italy VS England”, lo spettacolo che ha per protagonisti Stefano Benni (autore di tutti i testi, a eccezione di un brano di Shakespeare e uno di Eliot) e ancora il quartetto di Filomena Campus, per l’occasione impreziosito dalla partecipazione del cantante inglese Cleveland Watkiss. Sviluppando un’idea di Benni, nata in occasione di un concerto al festival jazz di Roccella Jonica del 2008 (a sua volta basato in gran parte su “Misterioso”, il recital su Thelonious Monk dal quale era nata due anni prima la collaborazione fra lo scrittore bolognese e Filomena Campus), “Italy VS England” è diventato uno spettacolo vero e proprio, con nuovi testi e musiche originali, che giustappone, fra divertimento e riflessione, jazz e letteratura italiana e inglese. La musica composta da Lodder e Phillips copre un’ampia varietà di stili jazzistici per accompagnare i testi satirici di Benni, letti e interpretati dallo stesso scrittore e dalla cantante sarda.

In attesa e in preparazione del trittico di serate al Pizza Express Jazz Club, doppio prologo all’Istituto Italiano di Cultura a Londra: giovedì 7 è in programma la presentazione di My Jazz Islands alla stampa italiana e inglese, accompagnata da un assaggio di vini e formaggi sardi e da vari momenti di spettacolo: un monologo di Chiara De Palo su testi di Stefano Benni (con la regia di Filomena Campus), gli interventi musicali del chitarrista Giorgio Serci e la proiezione di alcuni estratti di “Passaggi di tempo”, il film documentario di Gianfranco Cabiddu che racconta storia e protagonisti del cine-concerto “Sonos ‘e memoria”. Domenica 10, invece, Sonia Peana presenta con Paolo Fresu il suo workshop musicale per bambini raccontato anche in “Nidi di Note”, il libro più cd con le filastrocche dello scrittore Bruno Tognolini pubblicato l’anno scorso da Carlo Gallucci editore.

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