Kledi Kadiu

Kledi Kadiu: vivo un periodo felice

Kledi Kadiu, ballerino e coreografo, in un momento di relax, in Puglia. Kledi, ben presto, prenderà parte al Novara Dance Experience, ormai alla sua terza edizione. Presenterà, come tanti altri colleghi, nuove coreografie, ai tanti allievi presenti all’evento. Lo ringraziamo della disponibilità, del suo personale ricordo legato alla grande étoile, Carla Fracci.

Kledi Kadiu

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo a Kledi Kadiu. Come stai?

Benissimo. Sono in vacanza, in Puglia, con la mia famiglia. Abbiamo preferito anticipare le vacanze visto che siamo in attesa di un maschietto. Mi trovi in un momento super libero e rilassato.

Come vivi il periodo legato a questa inaspettata pandemia?

È stato un qualcosa di forte e di improvviso. Lo spettacolo ne ha risentito. Siamo stati i primi a chiudere e gli ultimi a riaprire. Chi ha l’abitudine a tale arte, ha accusato parecchio di questo fermo. Ora sembra che si intraveda la luce, da qualche settimana, e spero possa essere davvero così. Ho ripreso i miei workshop, di cui mi occupo da anni, ed ho ritrovato, in me stesso e nelle persone che amano tale disciplina, l’entusiasmo, la passione, mai sopita. Questa estate, in particolar modo, vi sono tanti stage ed eventi, punto di ritrovo tra tutti noi colleghi. Non vediamo l’ora di legare divertimento e lavoro.

Questo fermo ha creato problemi in molti ambiti. La danza, lo spettacolo in genere, ne ha molto risentito. Qual è la tua opinione a riguardo?

Non è stato facile fare lezione online. Ne è conseguito un rifiuto, ed era inevitabile che accadesse. Posso comprenderne l’utilità per altre discipline, ma non per la danza. Vi è bisogno di spazio, di sbarre, di specchi e tutto questo da casa non è possibile. Personalmente, non ho potuto far altro che invogliare i ragazzi a non mollare, ad attendere che tutto ciò potesse passare. Questo nuovo inizio, difatti, sembra aver cancellato la tristezza, l’amarezza, di questo periodo appena trascorso.

A breve prenderai parte alla terza edizione del Novara Dance Experience..

Sono felice di tornare, ancora una volta, al Novara Dance Experience. Sono carico, pieno di novità, di nuove coreografie da presentare. Felice, tra l’altro, di poter ritrovare ragazzi che ho già avuto modo di incontrare durante le precedenti edizioni. Questo evento, così grande e bello, regala un’esperienza unica a tutti loro.

Kledi Kadiu

Da alcuni anni sei papà di una splendida bambina. Diventare padre ha portato maggiore linfa al tuo vissuto?

Cambia tutto quando diventi padre, cambiano le priorità. Prima ero orientato sulla mia persona, sulla mia famiglia in Albania, sul lavoro. Quando Lea è venuta al mondo, si è verificata una piccola, grande, magia.

Hai alle spalle una lunga carriera artistica. Chi, o quali, persone ti sono rimaste nel cuore?

Il bello del mio lavoro consiste proprio nell’avere il piacere di incontrare tante persone. Mi ritengo fortunato. La mia famiglia, tra tutte, resta la più importante. Devo tanto a Maria De Filippi, perché con lei ha avuto inizio il mio percorso artistico, il mio successo. Un doveroso grazie va anche a Vittoria Ottolenghi.

Un tuo personale ricordo di Carla Fracci…

Non vi è un ballerino che non abbia un ricordo di Carla. Lei era sempre in mezzo a tutti, seppure fosse una étoile. Era umana, simpatica, sempre disponibile e con il sorriso sulle labbra. Raccontava con estremo piacere il suo vissuto, il suo percorso artistico. Il 26 agosto, a Cervia, realizzeremo una serata in suo onore. Un nostro piccolo, personale, omaggio. Carla ne era a conoscenza ed avrebbe dovuto prenderne parte. Di certo, tra il pubblico, avremo il piacere di avere suo marito.

Progetti per il futuro?

Ho da poco compiuto quarantasette anni. Il mio percorso è ormai orientato, da ben quindici anni, verso l’insegnamento. Nel mio futuro ci sono due gala: il primo si terrà il 26 luglio a Rimini, con ballerini internazionali e, il 26 agosto, come dicevo poc’anzi, si terrà l’evento dedicato a Carla Fracci. Il futuro va vissuto poco alla volta, sperando di non dover vivere più l’incertezza dei mesi precedenti.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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