Paola Barale. Foto di Piergiorgio Pirrone - LaPresse (27-07-2022 Milano)
Paola Barale. Foto di Piergiorgio Pirrone - LaPresse (27-07-2022 Milano)

Paola Barale: Ballando con le Stelle, un regalo che la vita mi ha concesso

Paola Barale, attualmente, è alle prese con Ballando con le Stelle, noto programma del sabato sera di Rai 1, condotto dalla sempre abile Milly Carlucci.

Un programma che l’ha riportata in prima linea in televisione e che sta regalandole nuova linfa vitale, in questo periodo, grazie anche al supporto del maestro che la affianca, Roly Maden. Una Paola solare, sempre attenta e gentile, quella che abbiamo modo di incontrare e di cui vi parleremo in questa intervista.

Ben ritrovata su La Gazzetta dello Spettacolo, Paola Barale. Come stai?

Sto molto bene, grazie! Sono felice di poter essere nuovamente con voi.

Ballando con le Stelle ti vede trionfare e questo non solo per quanto riguarda il ballo in sé. Come affronti questa nuova sfida, questo nuovo contatto con il pubblico?

Ballando con le Stelle, al momento, non è solo una questione legata al ballo stesso, all’apprendere. Si tratta di un qualcosa di meraviglioso, di entusiasmante, di cui avevo reale necessità dopo questi due anni di fermo. La pandemia, gli anni legati a questo stop, mi avevano davvero impigrita. Avevo reale necessità di uno scossone e, per questo, ringrazierò sempre Milly Carlucci per aver nuovamente pensato a me. Si tratta di un mettermi di fronte ad una serie di prove che sono anche più pesanti, alla fine dei conti, di ciò che pensavo. Dal momento in cui ho deciso di accettare ho proprio messo nero su bianco il perché avrei dovuto farlo e i motivi per cui invece non avrei dovuto. Tra le cose positive da annotare, ti dirò, vi era il superare dei limiti personali, imparando a vivere anche in questa nuova era. Un’era di social, di tuttologi, di “controllo” legato ai commenti, ai pareri altrui, qualcosa che non amo, da cui non voglio poter dipendere. Un qualcosa a cui non sono abituata, differente dai tempi in cui ero io in televisione. Poteva, si, uscire un articolo ma finiva lì.

Oggi, invece, si è completamente in pasto ai leoni, anche quando pubblichi una qualsiasi cosa sui social. L’accettare, dunque, di prendere parte ad un programma dove si è giudicati da una giuria, in un ambito che non è realmente il tuo, con un pubblico che, per di più, non è passivo, ma interagisce con te, è complicato, ma ho voluto farlo, anche se ritengo che tutto ciò sia più pesante di come pensavo, perché mi inibisce e la affronto non leggendo alcun commento. Un esperimento (ride) che non sta quindi andando come avrebbe dovuto, per evitare di ferirmi, per lo più. Imparo, ad ogni modo, a ballare, rimettendomi anche in forma, con una nuova energia e un entusiasmo maggiore al mio risveglio, al mattino. Una voglia forte, davvero bella, di andare in sala prove. Una vitalità, a cinquantacinque anni, per cui ringrazio la vita di avermi concesso questa occasione, nonostante i lividi. Provo, oggi, lo stesso entusiasmo di quando ho cominciato a fare questo mestiere. Ho ritrovato, tra l’altro, molto affetto da parte del pubblico, lo stesso che mi ha sostenuta negli anni. I loro applausi, a performance terminata, mi rendono orgogliosa, e mi appaga di tutte le fatiche legate alla preparazione settimanale. Ciò che la giuria, a mio avviso, non capisce è quel paragone legato alla Barale di molti anni fa. Non sono più quella, ormai, sono diversa, come è giusto che sia, e ritengo che sia cambiato anche il pubblico, la società stessa. Quel paragone con la me di venticinque anni fa, dunque, è senza senso, davvero errato.

Paola Barale. Foto di Piergiorgio Pirrone - LaPresse (27-07-2022 Milano)
Paola Barale. Foto di Piergiorgio Pirrone – LaPresse (27-07-2022 Milano)

Appartieni alla televisione di un tempo, legata ai grandi dello spettacolo. Quale messaggio, a tuo modo, vuoi lanciare al pubblico italiano?

Milly è la storia della televisione, Raffaella Carrà lo è, così come Mike Bongiorno e molti altri. Io, dal mio canto, ho avuto la fortuna di prendere parte ad una bella fetta di storia della televisione italiana. Quando decisi di andarmene, anni fa, era proprio perché, con l’avvento dei reality, la televisione stava cambiando e non mi riconoscevo in quel nuovo linguaggio. Non ho mai deciso di lasciare del tutto, certo, ho voluto, semplicemente, provare a fare altro che sulla carta c’era ma che poi non ha avuto la sua concretizzazione. Ad ogni modo, non mi sono mai pentita di questa mia scelta, e per le occasioni avute in precedenza e per la reale indipendenza economica che avevo. Ho scelto di prendere del tempo per me, per viaggiare, per scoprire cose nuove, felice di ciò che la vita mi ha regalato, di tutto ciò che ho realizzato. Sono felice, anche oggi, per essere tornata e per aver scelto di dire si ad un programma che ricorda quelli di un tempo, senza alcun gossip, legato all’intrattenimento. Con la mia presenza voglio semplicemente portare la mia voglia di vita, la fortuna avuta nel lavoro, la libertà, l’indipendenza, la possibilità di scelta che, a suo modo, è un regalo enorme. In un periodo, come dicevo prima, post pandemia e di guerra, mi piacerebbe portare una ventata di concreta leggerezza, senza superficialità alcuna, senza ulteriori drammi. Se, come me, si ha avuto la fortuna di non vivere dei drammi, perché non portare la propria positività a chi ha voglia di cogliere tutto ciò?! Questo è il mio messaggio.

Ballando sta regalando nuova linfa vitale a Paola Barale, dunque…

Ballando mi rappresenta. Si tratta di una macchina meravigliosa, anche a livello personale, capitanata da una Milly attenta ad ogni minimo dettaglio, dalle luci alla musica. Mi mancava lavorare con una persona così, dopo aver affiancato, a suo tempo, grandi nomi. Porto con me i miei outfit, il mio stylist, realizziamo riunioni al lunedì, scegliamo i brani su cui ballare, proprio come ai vecchi tempi, cosa che accade raramente oggi. Una volta approvato il tutto, ogni cosa al suo posto e il reparto sartoria realizza il mio abito. Si intitola “Ballando con le Stelle” ma in realtà è qualcosa di ancor più prezioso. Un’esperienza che mi sta regalando cose interessanti, così come il rapporto ottimo che ho con il mio maestro, Roly Maden, a cui devo tanto e che, se non mi affiancasse in questa avventura, di certo non vivrei, visti i suoi mille impegni. Mi porta, a suo modo, nella sua Cuba, con i suoi balli, i video dei suoi amati figli, diversità che mi attraggono, che rendono questa esperienza bella e forte, seppur difficile. Uno spostare i limiti con coraggio e con la voglia di andare avanti.

Cosa direbbero di questa tua nuova esperienza Mike Bongiorno e Raimondo Vianello?

Ah, che bella domanda! Mike, sicuramente, mi direbbe: “Ti devi impegnare di più, eh! Non balli ancora abbastanza bene!”. Mi sgriderebbe, come farebbe un professore un po’ severo, o un papà, se vogliamo. Raimondo, invece, mi prenderebbe in giro, come di suo solito.

Ci hai spesso parlato di format “di Paola Barale” che, purtroppo, non hanno preso vita...

Non hanno preso vita, purtroppo, perché non ho mai incontrato qualcuno pronto a credere in me, o forse perché non propongo cose realmente accattivanti che rispondono alle esigenze di una domanda attuale. Oggi tutto verte verso il gossip, verso gli scontri, i confronti, cose che non appartengono alla mia persona. Perché sporcare tutto ciò? Accendo la televisione e noto cose pesanti, litigi forti, cose lontanissime dalla mia visione del mondo. Preferisco lavarmi i panni sporchi in casa, nel mio privato, senza legare l’essere personaggio pubblico al condividere per forza tutto pubblicamente. Stiamo andando in una direzione distorta, strana.

Paola Barale, in quali nuove esperienze potremo vederti a breve?

A brevissimo riprenderò con il teatro quindi vi aspetto lì, prossimamente, con “Se devi dire una bugia dilla grossa”.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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