Samantha Casella con il premio AIFFA
Samantha Casella con il premio AIFFA

Samantha Casella: la mia “Santa guerra”

Incontriamo Samantha Casella, giovane ed abile regista, che presenterà, durante il periodo che caratterizza la 79esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, alcuni spezzoni del suo ultimo lavoro, “Santa guerra”.

Un tema importante, quello scelto dalla regista, un lavoro che, ne siamo certi, darà modo allo spettatore di riflettere, di aprire la mente. Vi lasciamo alle parole di Samantha e ai suoi progetti futuri.

Bentrovata su La Gazzetta dello Spettacolo, Samantha Casella. Come stai e come procede il tuo vissuto?

Sto bene! Vivo un periodo impegnativo. Stiamo cercando di organizzare al meglio la nostra vetrina a Venezia affinché questo prodotto abbia la giusta promozione.

Regista e sceneggiatrice. Come hanno avuto vita queste due tue grandi passioni?

Mi sono appassionata alla regia da bambina, nel guardare un film di Ingmar Bergman, tanto da pensare di volerlo sposare, da grande (ride). Ancora oggi, nel tempo, resta uno dei registi che preferisco, sempre attuale, sempre geniale. Ho avuto modo, negli anni, di studiare sceneggiatura e tecniche narrative, conseguendo poi un diploma alla Scuola Holden di Baricco. Successivamente ho preso parte ad una vera e propria scuola di regia, realizzando un primo corto dai temi forti. Un dialogo tra una detenuta ed un prete. Un lavoro che raccolse molti consensi tanto da spingermi a perseguire questa strada.

Parlaci del tuo ultimo lavoro, “Santa guerra”. Cosa puoi anticiparci a riguardo?

Si tratta di un film indipendente, forte, che ha avuto la fortuna di poter contare su un cast eccezionale, per questo esordio alla regia. Un universo surreale, onirico, che avvolge il mio completo percorso, “Santa guerra”. Una chiave, quella presente nel racconto, che riporta ad un subconscio, ad un vagare tra luoghi surreali, misto al presente. Un film non facile da spiegare, caratterizzato da tanti dettagli che uno spettatore attento non potrà non mettere insieme. Il film ruota intorno al trauma di una donna, in poche parole, non facile da superare.

Il tuo lavoro, in minima parte, sarà presentato a Venezia, i primi di settembre, all’interno di un evento che avrà luogo durante la 79esima Mostra Internazionale d’arte Cinematografica di Venezia, appunto. Quale riscontro ti aspetti da parte di chi avrà modo di visionare il tutto?

Il mio obiettivo più grande, ad oggi, è riuscire a rendere visibile ciò che ho modo di realizzare. Si tratta del passo più importante. Mi auguro, successivamente, che lo sforzo possa essere apprezzato, apportando un’apertura maggiore al cinema d’avanguardia. Sono tantissimi i registi, oggi, ad apportare valore al nostro cinema italiano e che hanno, purtroppo, difficoltà nel presentare questi lavori, nel renderli davvero pubblici. Credo esista un pubblico di nicchia che vuole vedere queste cose e ritengo sia necessario mostrarle.

A cosa devi la scelta del cast?

Ho avuto molta fortuna, così come in altre situazioni, nella vita. Le persone che hanno letto la sceneggiatura si sono appassionate così tanto al progetto da proporsi e propormi attori noti, di valore. Volti giusti, adeguati, a determinati ruoli. È proprio il caso di Eugenia Costantini, Ekaterina Buscemi, Isabella Tedesco, Simona Lisi e anche Maria Grazia Cucinotta.

Maria Grazia Cucinotta in una scena di Santa Guerra, film di Samantha Casella
Maria Grazia Cucinotta in una scena di Santa Guerra, film di Samantha Casella

Cosa piacerebbe realizzare in futuro a Samantha Casella?

Ho appena terminato la mia seconda sceneggiatura. Si tratta di un film narrativo, ricco di aspetti onirici e surreali, ancora una volta. Saprò dirvi di più in futuro, quando e se avrò modo di girarlo, di mettere in pratica le riprese.

Chi è Samanta Casella nella vita di tutti i giorni e quali sono i suoi sogni, i suoi desideri?

Sono davvero poche le persone che mi conoscono, che sanno davvero di me. Adoro il mio lavoro, qualcosa che amo visceralmente, così come le storie che realizzo, che metto in pratica. Di certo sono una persona che ama l’arte, la letteratura, il cinema e, nel mio piccolo, sogno di avere altre possibilità di espressione e di riuscire, nel tempo, a fare qualcosa di davvero importante affinché possa aprirsi un percorso sempre più reale verso il cinema indipendente. Non ultimo, spero di poter stare sempre bene, fisicamente parlando. Aspiro alla serenità, prima di tutto.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

Lascia un commento