Valentina Tomada. Foto di Maria Vittoria Grimaudo
Valentina Tomada. Foto di Maria Vittoria Grimaudo

Valentina Tomada: i rapporti alla base di tutto

Valentina Tomada, attualmente, è tra i protagonisti del film “Me contro Te”, che continua a riscuotere consensi. Valentina ci parla di una prospettiva diversa, dei lavori che vorrebbe poter concretizzare, dopo averli scritti, del suo passato legato alle Soap “Vivere” e “Cento Vetrine”, di cui conserva dei bellissimi ricordi. Una donna forte, decisa, allegra, che crede ancora che i rapporti umani siano alla base di tutto.

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Valentina Tomada. Come stai?

Sto bene, grazie! Felice di essere con voi, oggi.

Viviamo un periodo inaspettato, particolare. Quali consapevolezze ha apportato al tuo vissuto?

Questi momenti ti portano a pensare, a riflettere più del solito, anche per via del tanto tempo a disposizione. L’idea che domina è quella di ringraziare per il semplice fatto di stare bene, per ciò che si ha, per il fatto di poter stare nella propria casa, con la propria famiglia. Mi viene naturale poter essere più consapevole, gentile e accogliente, verso il prossimo.

Quando hai realizzato che la recitazione era la tua strada?

Il tutto ha avuto vita, in me, molto presto. La mia famiglia originaria era tradizionalista, con un padre rigido, alla quale la parola attrice o spettacolo corrispondeva semplicemente a pura eresia. Sentivo l’esigenza di entrare nei panni di qualcuno che non fossi io e questo, a suo modo, mi aiutava, fungeva da terapia.

Tra i protagonisti di “Me contro Te”. Cosa puoi dirci sul tuo personaggio?

La mia regina delle fate è un personaggio positivo, legato a situazioni pulite, rasserenanti, che guida fatine e scienziati. Un ruolo differente dai precedenti, caratterizzati spesso da cattiveria. Mi ha fatto piacere poter lavorare con Luigi e Sofia, che sono amatissimi.

“Vivere” e “Centovetrine” fanno parte del tuo vissuto artistico. Che ricordo ne hai?

Conservo un bellissimo ricordo di entrambe le Soap Opera. Ho avuto il piacere di collaborare con dei grandi professionisti. Ricordo con piacere, oggi, il cambio di copione degli ultimi minuti, che almeno all’inizio comportava preoccupazione, ma ora sono consapevole di quanto mi abbia portato di bello. Un vero e proprio collegio, visto che vivevamo di fronte agli studios, in un bellissimo albergo costituito da tanti comfort e, a cena, si aveva spesso modo di poter ripetere anche la parte, con gli stessi colleghi. Si lavorava bene insieme, c’era molto feeling. Ricordo con piacere Luca Bastianello ed ho un bellissimo ricordo anche di Luca Ward, che ritengo essere un grandissimo professionista.

Un ruolo che non sei ancora riuscita a portare in scena?

Mi piacerebbe poter impersonare una popolana, invece che i soliti ruoli da donna forte, integerrima.

Cosa si prova ad essere dall’altra parte della macchina da presa?

Una sensazione bellissima, che mi porta a dimenticare tutto il resto. Dare vita ad una storia che hai immaginato, è una sensazione forte, che mi consente anche di dire agli attori cosa voglio da loro, con idee chiare, precise, studiate.

Valentina Tomada. Foto di Maria Vittoria Grimaudo
Valentina Tomada. Foto di Maria Vittoria Grimaudo

Possiamo, quindi, aspettarci di saperti nuovamente alla regia?

Assolutamente! Negli anni ho anche avuto modo di lavorare con mia figlia, tra l’altro. I miei lavori, solitamente, sono caratterizzati da finali a sorpresa, spiazzanti. L’ultimo corto scritto, parla dei famosi haters, i noti urlatori che tendono a scagliare la loro frustrazione contro il prossimo. Il finale, in tal caso, è ironico. Tre lavori importanti di cui, al momento, non so quale realizzerò per primo.

Chi è Valentina Tomada a telecamere spente?

Sono una persona normale, diversa da tanti attori. Amo stare in famiglia, vivere i miei amici, le tante sperimentazioni che metto in atto, così come mi piace parlare con la gente, con le persone del mio quartiere. Credo che i rapporti umani, nella vita, siano alla base di tutto.

Viviamo in una società che, per molti versi, tende allo sbando. Cosa cerchi di trasmettere a tua figlia?

Credo che i figli abbiano bisogno di una persona adulta che possa stargli vicino, capace di mettere loro dei paletti, assumendosene il coraggio. Provo ad insegnarle di essere altruista, di essere attenta all’ambiente, al prossimo. Noto, nel mondo, una sottile cattiveria che tende a preoccuparmi. Il mio intento è quello di renderla diversa, umana, attraverso il dialogo, gli esempi giusti, la motivazione giusta.

Progetti futuri di Valentina Tomada?

Sto scrivendo una sceneggiatura interessante, basata sulla violenza sulle donne. Spero di avere modo di prendere parte ad un bando del ministero. Mi auguro, inoltre, che sul mio cammino possano capitare altre cose interessanti di cui potervi poi parlare in futuro.

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