Daniela Fazzolari per Occhi Azzurri
Daniela Fazzolari per Occhi Azzurri

Daniela Fazzolari: da sempre vicina alle donne

Amatissima nei panni di Anita Ferri in CentoVetrine, Daniela Fazzolari è nuovamente con noi per parlare del nuovo progetto, “Occhi azzurri”, ispirato ad una vera storia di femminicidio.

L’occasione ci ha permesso di poter nuovamente parlare anche della sua amata Anita, interpretata ne “CentoVetrine”, nuovamente presente su Mediaset Infinity da qualche mese.

Ben ritrovata su La Gazzetta dello Spettacolo, Daniela Fazzolari. Come stai?

Molto bene, grazie! Sono felice, molto appagata in questo periodo.

“Occhi azzurri”, film ad opera di Mirko Mascioli, ti vede tra i suoi protagonisti. Una storia basata sul reale, legata ad un argomento forte, di cui sentiamo parlare sempre più, purtroppo. Parliamo di femminicidio, di rabbia repressa, di donne che continuano a subire. Daniela, cosa puoi dirci a riguardo e come ti sei preparata ad affrontare tale ruolo?

Era da tempo che volevamo realizzare un progetto insieme, io e Mirko. Qualcosa che attraverso il nostro lavoro ci permettesse di lanciare un messaggio importante, con un cortometraggio, affrontando un tema forte e troppo diffuso, purtroppo. Una dinamica che si svolge in un periodo abbastanza breve ma che, nella realtà, è caratterizzato da ‘tempi’ lunghi, troppo dilatati, nella speranza che qualcosa possa cambiare ma spesso il tutto porta soltanto a situazioni poco piacevoli.

Hai già avuto modo di poter conoscere il parere del pubblico, in particolar modo di alcune donne che hanno subito maltrattamenti?

Assolutamente si! Non è la prima volta che ‘difendo’ tali diritti, portando in giro letture, prendendo parte a manifestazioni importanti. Di storie ne ho sempre sentite tante, molte anche a lieto fine, per fortuna. Storie di donne che hanno ‘rotto’ quel circolo vizioso, senza doversi più nascondere, prima che il loro ‘carnefice’ potesse andare oltre.

Daniela Fazzolari
Daniela Fazzolari

Da alcuni mesi “CentoVetrine”, la soap che ti ha reso maggiore visibilità nel ruolo dell’amatissima Anita Ferri, è disponibile su Mediaset Infinity. Sono stati in molti a riscoprire la soap, da questo giugno, a rivivere le emozioni vissute anni addietro. Che ricordo hai di quella esperienza, degli anni trascorsi sul set a San giusto Canavese, dei colleghi di set? Sei ancora in contatto con alcuni di loro?

“CentoVetrine” ha segnato l’inizio di un percorso molto serrato, a livello lavorativo. Sono stata l’ultima arrivata nel cast, fresca di Accademia e, nonostante avessi già preso parte ad alcuni lavori televisivi, la soap ha rappresentato la prima esperienza davvero importante per me. Avevo l’entusiasmo dei vent’anni dalla mia, anni di formazione personale bellissimi, di grande responsabilità e di ‘reclusione’, nonostante fossi molto vicina a casa. Una scommessa vinta, per tutti noi, anche per i più ‘formati’. Per ognuno di noi il set rappresentò qualcosa di nuovo e bello.

Ho avuto modo di leggere che, a suo tempo, avresti voluto consigliare un modo per tenere in piedi la macchina produttiva di “CentoVetrine”…

Si, sarei stata felice di regalare una continuità al prodotto, come accade in “Un Posto al Sole”, ad esempio, senza togliere nulla al voler essere al passo con i tempi, alla sequenzialità. Visti i costi, problema dell’epoca legato alle caratteristiche di CentoVetrine e al numero di persone che lavorava al suo interno, spostamenti e location annesse, avevo pensato di concentrare i tempi di un lavoro ‘congelando’ alcune storie per poi riprenderle, nella stagione successiva, senza dover ‘tagliare’ nulla. Un esperimento riuscito nelle serialità attuali e che, a mio avviso, avrebbe potuto avere un dispendio di energie diverso, di ogni tipo, accontentando tutti, senza dover eliminare un prodotto che funzionava, a suo modo.

Cosa c’è, ancora oggi, in te di Anita e, al contempo, di Diana?

Anita è parte dei primissimi anni della soap e di una vera e propria attenzione maniacale da parte di tutti. Uno studio capillare, specie da parte degli sceneggiatori, dal momento in cui ancora non mi conoscevano come attrice. Hanno seguito, quindi, passo dopo passo il mio operato cercando di carpire ciò che poteva essere utilizzabile per una sceneggiatura futura, costruendo a poco a poco il personaggio. Stesso discorso per il reparto trucco e parrucco, un bellissimo lavoro di squadra. Diana arriva, invece, durante gli ultimi tre anni di operato della serie. L’idea di tornare nei panni di Anita mi allettava poco, mi portava a non credere in un ‘fantasma’ dal passato, e si è quindi deciso di dare vita a questo nuovo ruolo, escamotage più che credibile. Ti dirò inoltre che, se “CentoVetrine” avesse avuto un seguito, si sarebbe tornati ad una scrittura che avrebbe ricordato i primi anni, i primi grandi giochi di potere tra famiglie. Un vero peccato doversi perdere tutto ciò!

Daniela Fazzolari, a tal proposito, ti andrebbe di lasciarci un ricordo legato ad uno dei registi cardine della soap, recentemente scomparso, Fabrizio Portalupi?

Ho subito questa notizia, giunta del tutto inaspettata, e mi ha toccato profondamente. Fabrizio era una persona di rara sensibilità, un vero e proprio artista, un uomo buono, sempre disponibile, attento a tutti noi. Ho un ricordo bellissimo di lui, così come delle persone vissute su quel set. Una famiglia con cui condividevo anche le vacanze, momenti davvero importanti.

In chiusura Daniela Fazzolari, posso chiederti se l’idea di ‘lasciare’ Anita fu una decisione solo tua oppure una scelta autoriale?

Anita aveva, ormai, vissuto ogni scelta possibile e non aveva più alcun componente della sua famiglia al suo fianco. Prima di perdere del tutto l’entusiasmo che avevo con me, cosa che non avrei mai voluto, ho sentito l’esigenza di dare uno stop.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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