Un nuovo, piacevole, incontro con l’attore Massimiliano Varrese presente nel cast della fiction Mediaset, “Una mamma all’improvviso”.
Dopo anni, Massimiliano è al fianco della collega di “Grandi domani”, Giulia Bevilacqua, in un’avventura propositiva, che ha saputo regalargli tanto. Così come, nel privato, a regalargli tanto è sua figlia Mia, a cui insegna valori reali, legati al rispetto.
Ben ritrovato su La Gazzetta dello Spettacolo, Massimiliano Varrese. La fiction “Una mamma all’improvviso”, in onda attualmente su Mediaset, ti vede tra i protagonisti. Di cosa parla e cosa puoi anticiparci sul tuo personaggio?
Si tratta di una partecipazione bella, speciale, che mi gratifica molto, voluta dal produttore Bruno Frustaci, che ringrazio. Non so se iniziare a fare delle partecipazioni sia segno di vecchiaia o di una bella carriera (ride). Riccardo è, per me, un ruolo diverso dai soliti interpretati negli ultimi anni, profondi e spirituali. Un ruolo di un quarantenne un po’ Peter Pan..
Un nuovo personaggio, una nuova sfida da affrontare. Come hai accolto tale progetto e cosa porterai con te da questa esperienza, dal cast, dal periodo vissuto con tutti loro, regista compreso?
Ho ritrovato, dopo ben vent’anni, Giulia Bevilacqua, dopo lo straordinario successo di “Grandi Domani”. Da allora le nostre carriere sono decollate. Eravamo ragazzini, oggi adulti e genitori. È stato molto bello ritrovarsi con la leggerezza di un tempo, la stessa amicizia ma con una maturità professionale differente. Ho ritrovato anche tanti amici tra i tecnici, così come il direttore della fotografia Mauro Marchetti, incontrato proprio ai tempi di “Grandi Domani”.
Quali consensi stai raccogliendo dal pubblico, da coloro che desideravano ritrovarti, televisivamente parlando?
Negli ultimi anni avevo lasciato la televisione per dedicarmi a dei progetti più autoriali, sia di cinema che di nicchia, per poter sperimentare un nuovo modo di interpretare i miei ruoli, poter fare ricerca e anche regia. Ho avuto modo di approdare, in tal modo, ai David Di Donatello con Affittasi Vita di Usardi tra gli attori protagonisti e di presentare il mio docufilm Mikael in anteprima mondiale al Taormina Film Festival e come produttore creativo di altri docufilm che stanno vincendo molti festival internazionali come l’ultimo, “La ballata del Trasimeno”. Il pubblico, per fortuna, sta apprezzando il mio modo di fare ricerca spirituale con la mia arte di pari passo al mio training Olistico Totale Attoriale.
“Il mio guru sgangherato” ha segnato un nuovo “capitolo” dedicato alla scrittura, al tuo vissuto, alle tue passioni. Abbiamo avuto modo di parlarne poco prima che fosse pubblicato. Oggi, a distanza di qualche mese, cosa sei riuscito a trasmettere a tutti coloro che hanno avuto modo di leggerlo?
Il romanzo sta avendo un bellissimo successo ed è stato ristampato in meno di un mese. Ricevo, inoltre, delle bellissime recensioni ed è come se avesse una vita tutta sua. Sono in molti, tra le persone che lo hanno acquistato, a scrivermi che arrivano al Guru Sgangherato perché parla loro di sogni realizzati giorni prima… Che meraviglia la spiritualità!
Massimiliano Varrese la tua bimba ha avuto l’occasione di poter leggere ciò che ha realizzato il suo papà, di ascoltare qualcosa tramite le tue parole, attraverso i tuoi racconti?
Mia, tutte le sere, vive i miei racconti prima di dormire. Abbiamo un rapporto molto forte. Un rapporto, il nostro, fatto di racconti, di canto, di balli. È, a suo modo, già una piccola artista. Al momento vuole che le racconti sempre di Checco e Massa, i protagonisti del mio primo romanzo scritto a quattro mani con Francesco Serino, il mio migliore amico. La piccola Mia, inoltre, ha fatto il suo esordio in “La ballata del Trasimeno”, proprio al mio fianco. È stato davvero emozionante. Vuole sempre venire a vedermi, ad applaudirmi, ed un domani si augura di poter essere su di un palco insieme.
Quale futuro ti auguri che possa vivere tua figlia, un domani, in una società sempre più portata all’errore?
Cerco di trasmetterle i valori del rispetto, della gentilezza, del coraggio, ma anche tanta forza e determinazione, specie se si parla di rispetto. Penso che avere delle radici forti, specie nella fase della fanciullezza, sia un mezzo potente per i momenti di incertezza.
Massimiliano Varrese, cosa ti auguri di poter realizzare in futuro?
Mi auguro di poter smuovere sempre più e nuove fiammelle nell’animo di ogni singola persona attraverso l’arte. L’arte, se usata con cura, può essere davvero terapeutica e potente per ispirare e curare le proprie ferite.