Leonardo Bocci
Leonardo Bocci

Leonardo Bocci: far ridere è una cosa seria

Debutta al Teatro degli Audaci della sua amata Roma, Leonardo Bocci. Lo spettacolo che porterà in scena si intitola “Ao” e lo vedrà nelle vesti di protagonista assoluto.

Ironia pungente, comicità e tanta riflessione, sul palco, legata ai disagi dei trentenni di oggi e tanto altro. Il tutto caratterizzato dalla regia di Danila Stalteri, nuovamente al fianco di Bocci in questa avventura.

Bentornato su La Gazzetta dello Spettacolo, Leonardo Bocci. Raccontaci di questo nuovo spettacolo, “Ao”, di ogni minimo particolare, nei limiti del possibile?

Si tratta di un primo spettacolo da solista, un lavoro che parla tanto di me e che, a suo modo, vuole mostrare che esiste un Leonardo, prima di ogni cosa, e poi la ‘persona’ che mostro di essere sui social. Parlerò, appunto, del sogno di diventare attore, della mia famiglia, dell’amata Roma, di tutto ciò che davvero mi circonda, così come il rapporto, ad esempio, con la mia ragazza. Uno spettacolo che racconta me ma, tranquillamente, potrebbe raccontare qualsiasi altra persona della mia età, con spunti ironici, indirizzati anche alla riflessione sociale.

Un ritorno in teatro, dopo la precedente esperienza al fianco della collega Danila Stalteri in “Ti va di sposarmi?”. Che ricordo porti con te da quel precedente spettacolo?

Danila, in questa occasione, funge da regista ed anche l’idea dello spettacolo è sua. Ho sempre sognato di poter realizzare di essere da solo sulla scena, sulle orme dell’amato Gigi Proietti, Enrico Brignano e, seppure sia stato un lavoro molto duro, sono felice del risultato. Mi auguro sia lo stesso per il pubblico, per tutti coloro che avranno modo di vederlo. Tornando a Danila, ho un bellissimo ricordo dell’esperienza vissuta insieme a lei e, a dimostrarlo, vi è appunto la realizzazione di questo mio sogno.

Quanta emozione c’è, Leonardo, nella possibilità di calcare nuovamente le tavole del palcoscenico e, differentemente da ciò che accade con i social, nel poter interloquire con il pubblico a pochi passi da te?

Molta gioia! Per me il teatro rappresenta la forma di comunicazione più bella che esista, in un continuo contatto con il pubblico, senza pausa alcuna. Può succedere di tutto, e sicuramente accadrà con questo spettacolo.

Poco prima accennavi al grande Gigi Proietti e suppongo che, da romano, tu abbia appreso tanto da lui. Hai avuto modo di incontrarlo, in passato?

Ho avuto modo di incontrarlo anni fa, durante un lavoro che mi portò agli internazionali di tennis. Ho parlato con lui per pochi istanti ma lo ricordo con immenso piacere. Proietti è per me l’attore emblema della romanità. Nulla da togliere ad altri grandi come Sordi, ad esempio, ma lui davvero rappresenta tanto. Nello spettacolo, difatti, c’è anche un po’ di lui. Ho ritenuto più che doveroso omaggiarlo a pochissimi anni dalla sua scomparsa.

Leonardo Bocci, posso chiederti se hai intenzione, in futuro, di realizzare altro, qualcosa di improntato magari verso i giovani, da ‘sempre’ al tuo seguito?

Se dovessi realizzare altro, un domani, porterei in scena uno spettacolo drammatico. Vorrei dissociarmi dall’idea che si ha di me improntata sulla simpatia, sulla comicità. L’intento, difatti, dell’attuale spettacolo che porterò in scena è proprio questo, far capire che esiste anche altro al di là della simpatia, anche perché far ridere non è sempre facile, è una vera e propria responsabilità, anche perché non sempre ci si riesce.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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