Con grande piacere ritroviamo l’attore Maximilian Nisi, in questo periodo alle prese con lo spettacolo teatrale “A spasso con Daisy”, insieme all’attrice Milena Vukotic e all’attore Salvatore Marino.
Uno spettacolo che lo vedrà impegnato fino a gennaio del 2023, per poi ritrovarlo alle prese con altre esperienze teatrali. Un colloquio, quello avuto con Max, introspettivo, legato non solo al suo lavoro ma anche alla sua persona.
Ben ritrovato su La Gazzetta dello Spettacolo, Maximilian Nisi. Come procede la tua vita?
Molto bene. Ho finalmente capito che la vita è incerta, in perenne divenire e che le alternative sono sempre molto numerose. Nulla, o quasi, è mai come abbiamo preventivato o immaginato. Ho privato, quindi, le aspettative del potere che solitamente attribuivo loro e mi sento, come per magia, decisamente più sereno. Questo non vuol dire che non nutro speranze o che abbia smesso di avere dei sogni, ma semplicemente che preferisco concentrarmi sul presente, senza coltivare quelle distrazioni che, il più delle volte, sono parassite, inutili e travianti. Mi sono riappropriato di ritmi più consoni alla mia natura e più inclini al mio carattere. Continuo, tuttavia, a preoccuparmi di come mi comporto, della qualità delle mie azioni, per intenderci, dal momento che queste, a differenza, dipendono unicamente da me.
Attualmente sei di nuovo in teatro con “A spasso con Daisy”, insieme a Milena Vukotic e Salvatore Marino. Cosa puoi dirci a riguardo e dove potremo applaudirvi in futuro?
Portiamo in giro per l’Italia uno spettacolo molto amato dal pubblico, il cui riscontro ogni sera è fantastico. La cosa non mi sorprende affatto. Il testo, nella sua semplicità, è molto significativo e pregno di temi vicinissimi ad ognuno di noi e la messa in scena è curata, onesta, artigianale, bella esattamente come quelle che eravamo abituati a fare o a vedere fino a pochi anni fa. Molte date, tantissime città, teatri deliziosi, insomma una tournée dal sapore antico.
Una sintonia che dura da tempo, quella che si è creata negli anni tra te e Milena Vukotic. Come ha preso vita il tutto e quale rapporto vi lega, artisticamente parlando, ancora oggi?
Ho conosciuto Milena nel 1989 al Teatro Stabile di Torino, durante un seminario di psicodramma tenuto da Ottavio Rosati, ma ho lavorato con lei, per la prima volta, nel 2018. Questo è il secondo progetto teatrale che condividiamo. Starle accanto è una gioia: divertimento nella vita e passione e disciplina in scena.
Tornare in teatro dopo una pandemia inaspettata che ha messo un fermo a tutto. Quanto ti è pesato il dover fermare ogni tipo di forma artistica in quel frangente?
A dire il vero non mi è pesato molto, a parte il grande dispiacere provato per aver dovuto rinunciare alle recite dei tre spettacoli con cui stavo girando, date e piazze peraltro mai recuperate. Ho reagito continuando a studiare, curando il vivente e praticando il bello. Mi sono nutrito di vita in modo diverso e questo, oltre a rinfrancarmi, mi ha regalato speranza e stimoli nuovi del tutto inaspettati. Non ho mai perso il rapporto con me stesso. Sono riuscito a trasformare la pandemia in una pausa importante e costruttiva.
Vi è, oggi, un qualcosa che non sei ancora riuscito a concretizzare, a portare in scena? Che si parli di personaggi o, semplicemente, di una regia da attuare.
Mille idee, svariati personaggi, qualche bel testo. Mi manca però una casa per realizzarli e dei compagni d’avventura realmente motivati. Credo che il Teatro, più di ogni altra cosa, abbia bisogno, innanzitutto, di condivisione sincera.
Chi è oggi Maximilian Nisi e quali valori porta con sé da questo viaggio chiamato vita?
Un uomo onesto e molto curioso. I miei valori? Amore, avventura e dedizione.
Parlaci di quelle che sono state le tue esperienze più forti, più intense, appartenenti alla tua lunga e ricca carriera.
Mi è capitato di rado di fare resoconti o valutazioni, l’ho fatto solo quando mi è stato richiesto e non senza difficoltà. È comunque tutto dentro di me. Celato gelosamente. Incontri importanti, esperienze positive, negative, tutto mescolato insieme, senza alcun ordine. Tasselli solidi, importanti, necessari che definiscono la persona che sono oggi.
Esiste, da qualche parte nel tuo subconscio, un rimpianto, qualcosa che avresti voluto fare ma che, per chissà quale motivo, non hai avuto modo di attuare?
No. Ho fatto tutto quello che desideravo fare. Ho commesso errori che sicuramente rifarei. La strada che ho percorso non mi è stata imposta, l’ho scelta io, responsabilmente, e questo mi ha dato forza e grande motivazione. I rimpianti che oggi ho non riguardano la sfera professionale, bensì quella personale. I miei rapporti, in questi anni, sono stati discontinui, intensi, esclusivi, ma anche episodici e sfilacciati. Questo mi ha sempre addolorato e ha creato in me un senso di vuoto che, ancora oggi, non sono stato in grado di colmare.
Cosa puoi anticiparci sul futuro artistico di Maximilian Nisi?
Terminerò la tournée di ‘A spasso con Daisy’ nel mese di gennaio, dopo di che riprenderò il mio Shakespeare, l’omaggio ad Antonio Pigafetta e il Giuda di Raffaella Bonsignori, uno spettacolo che merita di girare ancora. Infine, in primavera, affronterò un testo molto intrigante a due personaggi scritto da Véronique Olmi. E poi chissà.