Straid è la nuova genesi della vita artistica di Marcello Stride. Una nuova veste musicale, nuovi stimoli, nuovi obiettivi. Tramite “Fantasmi” il nuovo EP, l’artista propone un assaggio della sua nuova visione musicale con quattro pezzi molto diversi fra loro ma uniti da una trama ed obiettivo comune, far conoscere la sua nuova visione artistica.
L’EP è disponibile di seguito:
Ciao Straid, benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo. Partiamo dal tuo EP dal titolo “Fantasmi”. Cosa rappresenta per te questo progetto?
L’EP io lo percepisco come un piccolo concept personale. Quattro piccoli sfoghi per darmi la possibilità di iniziare un capitolo nuovo. Il disco parla di storie passate, di ansia, paura, amore, rimorsi e in piccola parte di speranza, felicità e spensieratezza. Ogni canzone parla di un momento emotivo diverso.
C’è un filo conduttore che lega le tracce della tracklist?
Penso la voglia di sfogare in qualche modo discorsi mai affrontati prima e buttati in un angolo, con la speranza che il tempo faccia il suo corso.
C’è un brano a cui sei particolarmente legato o che ha avuto una gestazione emotiva più complessa?
“Fantasmi” non è stato un brano semplice, per me significa molto e cantarlo è un cazzotto nello stomaco tutte le volte. Ma ti dico che anche “Buio” non è stato facile, volevo fortemente un pezzo intimo come quello, un pezzo che si pone domande, che fatica a trovare risposte però poi le trova ed esplode completamente nella consapevolezza.
Qual è l’insegnamento più importante che hai appreso fino adesso dalla musica?
Questa è una bella domanda. Non saprei risponderti, ti dico la verità, la musica mi ha dato tantissimo fin ora ma ad essere sinceri mi ha anche tolto tantissimo. La amo e la odio, però vince sempre lei perché non potrei vivere senza.
Progetti futuri di Straid? Hai un tour in previsione?
Avrò la possibilità di presentarmi nelle mie zone, in quel di Firenze il mese di luglio, giusto qualche uscita per prendere confidenza con il palco e le canzoni. Ad ottobre/novembre penso di girare un po’.