Anthony Peth
Anthony Peth

Anthony Peth: cambiare senza alcuna paura

Diamo nuovamente spazio ad Anthony Peth, da sempre amante della regia e della conduzione, in particolar modo.

Estremamente legato alle scelte compiute, sicuro che per resistere occorra saper cambiare, vi lasciamo alle parole del conduttore sardo che, ben presto, potremo ritrovare in un nuovo progetto legato allo sport.

Bentornato su La Gazzetta dello Spettacolo, Anthony Peth. Raccontaci di come ha preso forma questo tuo amore per la regia, per la conduzione?

È accaduto tutto per caso, ben diciotto anni fa. Una passione forte, quella per la regia, nata quasi come conforto in un momento di difficoltà. Dopo aver conseguito alcuni studi sono approdato a Mediaset, a Maurizio Costanzo, sotto la sua direzione artistica con la trasmissione “Voglia”. Ero, per l’occasione, dinanzi la telecamera, più impacciato che mai. Un impatto forte, strano, grazie anche al riscontro del pubblico, felice di potermi fermare, in strada. Un’esperienza, quella legata a Mediaset, che mi ha portato a comprendere di voler spaziare, diventando così Inviato, corrispondente, per il cinema.

Se di Maurizio Costanzo si parla, posso chiederti un tuo personale ricordo, a riguardo?

Ho avuto modo di incontrarlo, la prima volta, proprio per l’occasione di “Voglia”. Una persona cordiale, gentile, desideroso di conoscere cosa avrei voluto realizzare nella vita. Ho sempre pensato che avesse la dote di ‘comprendere’ l’animo altrui. Ne conservo un buon ricordo.

A quale lavoro sei maggiormente legato ancora oggi?

Ho preso parte ad una fiction, anni fa, a cui sono ancora legato. Parlava di sport, ambito a cui sono molto legato e, a tal proposito, posso dirti che c’è altro in cantiere di cui potrò parlarvi a breve.

Quanto pensi sia semplice, oggi, poter ambire al mondo dello spettacolo?

È tutto più facile, pratico, oggi. Basta realizzare un video, metterlo in rete, ed ottenere, con una buona dose di fortuna, i like giusti. Diversamente, ai miei tempi, contava studiare, al di là delle esperienze presenti nel curriculum. Ho avuto il piacere, la fortuna, di studiare di America e, ricordo, vi era molta più concorrenza ma, se determinato, vi era modo di poter ottenere il proprio spazio.

Che ricordo hai di “Chef in campo“, programma condotto qualche anno fa?

Ho un ricordo bellissimo di quella esperienza, volutamente accantonata dopo una lunga serialità. Sono solito scegliere, autonomamente, di lasciare quando ritengo di aver esaurito la voglia, la grinta, in tale ambito. Preferisco guardare altrove, anche senza futuri propositi. Occorre avere tanto coraggio per rinunciare e, lo ammetto con orgoglio, ho sempre avuto la fortuna di avere subito una chance.

Anthony Peth, sei felice, appagato, attualmente?

Certamente! Sono dell’idea che ogni occasione vada vissuta ma con i piedi ben saldi in terra, guardando sempre avanti.

A tal proposito, cosa puoi anticiparci sul tuo futuro artistico?

Da fine novembre andrà in onda il primo talent sportivo in cui vedremo personaggi noti sfidarsi, a squadre, fan contro ‘vip’. Sette puntate, una a settimana, in prima serata, su Sport Italia. Un’esperienza bellissima, terminata da poco, per la regia di Mario Maiellaro, in cui avrete modo di vedere una versione di me non in ambiti legati alla cucina, eccezionalmente.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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