Patrizia Iorio

Patrizia Iorio: niente più timidezza grazie al canto

Preparata e dalla voce bellissima, incontriamo l’attrice Patrizia Iorio, apprezzata ne “Il Principe di Roma”, pellicola ad opera di Edoardo Falcone.

Un film che le ha dato modo di sfoggiare le sue qualità canore e di farsi conoscere al pubblico. Un incontro, quello avuto con la Iorio, che ci ha permesso di conoscere qualcosa in più sulla sua persona. Un’intervista che vi invitiamo a leggere..

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Patrizia Iorio. Come stai?

Sto bene, grazie! Vivo un anno di cambiamenti, di belle sensazioni.

Una carriera da attrice ancora giovane ma già di per sé importante. Come ti sei avvicinata a tale ambito e quali artisti hanno guidato questo tuo percorso?

In realtà mi sono avvicinata alla musica, in prima battuta, e soltanto successivamente alla recitazione. Suono il pianoforte da quando avevo quindici anni, la chitarra da quando ne avevo tre, anche se ho iniziato da poco a leggere la musica. La musica mi ha davvero salvato la vita! Potrebbe sembrare una frase fatta, ma è realmente ciò che è accaduto. Credo mi stia tenendo per mano da quando ho deciso di partire. È grazie alla musica che ho iniziato a parlare con la gente superando la mia timidezza. Portavo sempre con me uno spartito, lo studiavo al bar.

La recitazione è arrivata dopo. Mi sono trasferita a Milano sette anni fa, in un periodo in cui ero alla ricerca di me stessa e di cosa mi piacesse davvero fare. Ho preso parte ad una lezione di prova all’acting studio di Michael Rodgers, a Milano, e mi sono innamorata del teatro, fino a trasferirmi lì per tre anni. Da Milano sono poi arrivata a Roma dove ho conosciuto Alessandro Prete e con lui ho continuato il mio percorso di studi. Figura importante, nel mio percorso, è Stefania De Santis, una persona che stimo molto e che mi ha accompagnato nella preparazione di diverse audizioni.

Abbiamo avuto modo di vederti al cinema ne “Il Principe di Roma”, lo scorso anno. Un ruolo particolare da scoprire, dolce. Che esperienza è stata e quali consensi hai avuto modo di raccogliere da parte del pubblico?

Un ruolo davvero particolare, duplice, quello interpretato ne “Il Principe di Roma”, perché comprende Camilla e Sora Betta, un’anziana negromante. Un personaggio difficile perché, nonostante il volto fosse coperto, ho dovuto lavorare tanto sulla voce, affiancata da un’acting coach, sulla postura e, soprattutto, ho imparato il dialetto romano. Un’esperienza divertente perché le scene erano realizzate, per lo più, con Giallini e, spesse volte, era difficile evitare di ridere. La possibilità, poi, di immergersi in una realtà ottocentesca ha fatto il resto. Ne ricordo ancora il fascino, la magia!

Cosa puoi dirci di Marco Giallini, Patrizia Iorio?

Marco Giallini è una persona squisita, gentile, ed è rispettoso del lavoro altrui, così come del mio essere esordiente. Guardarlo recitare è stato un grande insegnamento, la migliore delle scuole!

Il set, si sa, spesso diventa “famiglia” per quel lasso di tempo in cui si ha modo di collaborare. Quali sensazioni sono legate a quel gruppo di lavoro, a quel periodo?

Ho avuto la fortuna di lavorare con un gruppo di persone davvero belle. Devo tanto anche al regista, Edoardo Falcone, benché fosse molto esigente sul set e, allo stesso tempo, dotato di un aspetto umano importante. Ciò ha permesso di creare una bella armonia, motivo per cui ricordo il set con un sorriso. Devo un enorme grazie anche alle zuppe di Orvieto!

Quali panni ti piacerebbe poter “vestire” artisticamente parlando, un domani?

Mi affascinano, da sempre, i film autobiografici ed anche quelli legati alla musica. Sarei felice, un domani, di unire le due cose. Edith Piaf è sicuramente tra i miei artisti del cuore.

Viviamo in un mondo strano, caratterizzato da cambiamenti e con una guerra in atto. Cosa ti auguri per il nostro futuro, per il benessere di tutti?

Vorrei soffermarmi, in particolare, sul tema del cambiamento climatico che sta colpendo tutti noi. Mi auguro che le grandi potenze trovino un accordo. In questa guerra siamo tutti dalla stessa parte. I dati degli ultimi anni sono spaventosi e quello che sta succedendo sta cambiando il pianeta. Credo, inoltre, che l’assenza di empatia sia un altro aspetto fondamentale che riguarda tutti noi. Motivo per cui andrebbe insegnata nelle scuole. In tal senso sposo a tutti gli effetti la tesi di Elio Germano che in un’intervista ha affermato che cinema e teatro andrebbero inserite nel programma scolastico per formare cittadini migliori.

Chi è Patrizia Iorio nel privato, quando non è impegnata nel suo lavoro?

Sono una persona timida e anche un po’ introversa. Questo è uno dei motivi che mi hanno spinto a studiare recitazione. Prima di fare teatro ero chiusa, quasi a livello ermetico. Il teatro mi ha permesso di trovare un modo esprimermi ed è un luogo a cui sento di appartenere. Nel tempo libero, inoltre scrivo e suono.

Cosa puoi anticiparci sui tuoi impegni futuri, Patrizia Iorio?

Non posso anticipare nulla, al momento, e ammetto di essere anche un po’ scaramantica. Posso solo dirvi che il mio percorso di crescita artistica è in continua evoluzione.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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