Erik Tonelli. Foto Andrea Di Macio
Erik Tonelli. Foto Andrea Di Macio

Erik Tonelli: grato a Ferzan per la stima

Incontriamo l’attore Erik Tonelli reduce dall’esperienza con Ferzan Özpetek in “Mine Vaganti”, che riprenderà dal prossimo dicembre.

A breve potremo rivederlo ne “Protezione Civile”, al fianco di Ambra Angiolini e “Nuovo Olimpo”, nuovamente diretto da Özpetek. Una carriera da attore in continuo divenire, un crescendo di emozioni, sensazioni, di cui Erik ci parla..

Ben ritrovato su La Gazzetta dello Spettacolo, Erik Tonelli. Come stai?

Molto bene, grazie!

Le ultime notizie ci parlano di un futuro ruolo ne “Protezione Civile”, al fianco di Ambra Angiolini, e di “Nuovo Olimpo”, ad opera di Ferzan Özpetek. Cosa puoi dirci a riguardo?

“Protezione civile” è una serie caratterizzata da sei episodi che seguono comunque un loro filo logico, nonostante parli anche di altro. Un qualcosa che va a toccare il lato umano ed anche quello lavorativo, cosa che si verifica nell’indossare i costumi. Il caldo, durante le riprese, era tanto ed avevamo addosso le tue ignifughe. Tale situazione ha fatto sì che fossimo addentrati ancor più nella trama. Un bagaglio forte a livello personale e attoriale. In “Nuovo Olimpo”, differentemente, si parla di una regia particolare, di un film che ha un suo unico sviluppo, di Netflix, una produzione propria, di epoche che ci portano a modificare le caratteristiche dei personaggi con il passare del tempo.

Cosa ha significato poter lavorare sotto la direzione di un regista così importante come Özpetek, specie dopo un’esperienza teatrale da lui voluta, “Mine Vaganti”?

Sono grato a Ferzan e ritengo sia una fortuna essere diretto da lui. Parliamo di un regista che sa bene cosa vuole, ha una sua struttura e, al contempo, è partecipe nel seguire, ascoltare, i consigli dei propri attori. Dal punto di vista tecnico è di certo esigente ma è anche giusto che sia così. Ho vissuto ciò anche in “Mine Vaganti”, un meccanismo ben rodato, in cui sono entrato dopo ben tre anni. Ho avuto la fortuna di avere dei compagni di viaggio fantastici e la possibilità di dare del mio al “Tommaso” interpretato. Il gioco consiste, fondamentalmente, nel fare il tuo dovere essendo al servizio dell’opera consapevole di poter dare comunque una tua sfumatura.

Erik Tonelli, quali sensazioni ti regalano le tavole del palcoscenico, differentemente dall’essere dinanzi alla camera da presa?

Sono due strumenti totalmente differenti. Personalmente non credo molto nella differenziazione tra attore di teatro e attore di cinema. Di certo vi è che bisogna essere consapevoli che la telecamera ti regala vincoli e libertà e lo stesso vale per le tavole del palcoscenico. Entrambe sono caratterizzate da similitudini e differenze ma, se sai nuotare, alla fine puoi farlo ovunque.

Erik Tonelli. Foto Andrea Di Macio
Erik Tonelli. Foto Andrea Di Macio

Un Posto al Sole, qualche tempo fa, ha consacrato la tua notorietà. Cosa porti con te da quella esperienza?

Il caso ha voluto che la tournée di “Mine Vaganti” toccasse proprio Napoli per le sue date finali. In molti mi hanno chiesto, in tale occasione, del mio ritorno. Non ho alcuna notizia a riguardo. Sono aperto a tutto, così come a tanti altri progetti. Conservo, ad oggi, un ricordo bellissimo di quella esperienza che, a suo modo, mi ha davvero regalato tanto.

Erik Tonelli, doveva andare tutto così o, ad oggi, cambieresti qualcosa dei tuoi trascorsi lavorativi?

Ci sono di certo alcuni aspetti che forse non ripeterei, come talune scelte compiute. Riflessioni giuste, legate a consapevolezze da acquisire. Al contempo, ritengo sia giusto seguire una linea propria, senza fossilizzarsi a pensare a scelte sbagliate. Certo, non vi è un percorso perfetto, ma va bene così.

La musica è tra le caratteristiche che non hai ancora avuto modo di mostrare al pubblico. Saresti felice di farti conoscere anche sotto tale aspetto?

Ne parlavo, recentemente, con un’addetta ai lavori. Da qualche tempo, difatti, ho cominciato a mostrare qualcosa sui social. Un qualcosa che, non volendo, avevo tralasciato, benché sia una passione che nutro da quando ero molto piccolo. Penso non sia mai troppo tardi per parlare di altro.

In una precedente intervista abbiamo avuto modo di parlare di alcuni studi legati alle lingue..

Si, ho ripreso alcuni studi, come l’inglese, lingua che ancora oggi curo dal momento in cui realizzo spesso provini in lingua. Ho, difatti, preso parte alle riprese di un film importante. Ho ripreso anche la pratica dello spagnolo, altra lingua fondamentale nel mio lavoro.

Erik Tonelli, cosa manca ancora al tuo percorso da attore, benché il tuo sia un percorso ancora giovane?

Avrei una lista infinita da elencare! (ride) Mi piacerebbe, ad oggi, affrontare un ruolo da protagonista, un film di cui si tende molto a parlare o, se vogliamo, una serie televisiva.

Puoi anticiparci altro sui tuoi prossimi progetti?

Il nostro futuro è sempre molto incerto, legato a tempistiche che non seguono regola alcuna. Posso anticiparvi, al momento, che riprenderà la stagione di “Mine Vaganti”, dal prossimo dicembre.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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