Eduardo De Crescenzo

Intervista ad Eduardo De Crescenzo

Eduardo De Crescenzo

Lunedì 7 settembre è andato in scena l’ ultimo appuntamento con la grande musica d’autore al Festival delle Ville Vesuviane presso il Parco di Villa Favorita di Ercolano. Uno dei più grandi cantautori italiani Eduardo De Crescenzo artista raffinato e sensibile che con le sue canzoni in chiave jazz trascina il pubblico in un’emozione unica.

Si è presentato al pubblico con un nuovo progetto “Essenze Jazz Tour” in cui quei testi e melodie che hanno fatto sognare o riflettere tanti giovani e meno giovani vengono da lui reinterpretati alla luce di arrangiamenti jazz curati da Stefano Sabatini. Così sul placo Eduardo si esibisce con uno straordinario quintetto jazz composto da Stefano Sabatini al pianoforte, Enzo Pietropaoli al contrabasso, Marcello Di Leonardo alla batteria, Daniele Scannapieco al sax tenore e soprano e Lamberto Curtoni al violoncello.

Come mai ha deciso di presentare le sue canzoni in chiave jazz?
C’è un momento della tua vita artistica in cui senti il bisogno di tornare all’essenza, e di trasmettere dal palco emozione e niente altro.

Le sue esperienze precedenti quanto hanno influito ?
Io ho cominciato a suonare la fisarmonica “a orecchio” quando avevo tre anni . A cinque anni ho iniziato gli studi di musica classica. Mentre nell’adolescenza come quasi tutti della mia generazione ho subìto il fascino dell’America : il soul e il jazz mi hanno rapito. Poi negli anni ’80 l’incontro con il grande pubblico del pop. Negli anni ’90 ho sentito il bisogno di approfondire il mio “mediterraneo”. L’esigenza in ognuna di queste esperienze di sentire il suono delle mie radici, della mia città fatta di musica. Su tutto il bisogno di cercare me stesso. Sono sempre restio a collocarmi sotto un’etichetta proprio perché quando sono sul palco le sento passare tutte. Oggi non riuscirei più a scindere le esperienze che hanno contato di più e quelle che hanno contato di meno.

Come giudica la situazione musicale italiana non solo con riferimento alla musica leggera?
Ho una visione diversa tra “musica leggera” e “musica pesante”. Ci sono artisti straordinari sotto qualsiasi etichetta sono sempre grandi mentre poi ci sono altri che sono mediocri e inascoltabili. E’ una questione molto complicata. Si sommano e si accavallano molte problematiche la prima è il degrado culturale progressivo ormai innegabile, internet che ha azzerato il diritto d’autore, l’industria discografica che ormai non riesce a proteggere e recuperare i suoi investimenti, la crisi economica che incalza e che spinge il bisogno di musica nei beni di lusso.

Che emozione le ha dato la performance in questo meraviglioso Parco in una città piena di storia, ma oggi vive un percorso di Luci ed Ombre?
Ogni concerto è fonte di grande emozione per me. Come questo luogo pieno di storia, una città che ha sempre vissuto di arte , cultura e turismo, come tutte le città del sud . Io penso che Ercolano sia una delle perle della Campania lo si evince dalle sue bellezze altro che luci ed ombre.

Su Giovanni Cardone

Saggista, storico dell’arte e critico d’arte, docente di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea presso istituzioni universitarie e di alta formazione.