Renè Magritte - Gli amanti. Foto da Facebook
Renè Magritte - Gli amanti. Foto dal Web.

Diario di quarantena: il mio amore clandestino

Siamo soliti raccogliere pensieri e riflessioni, in questo periodo di quarantena per il CoronaVirus, da parte di voci e volti noti ma per oggi faremo un’eccezione perché la storia di Sara (nome di fantasia) ci ha colpiti.

Sara sta vivendo il suo isolamento, come tutti, con la speranza che quanto prima questo periodo da incubo finisca e durante un momento di malinconia ha voluto scrivere questa lettera-diario da condividere con il suo permesso e garantendo l’anonimato.

Renè Magritte - Gli amanti. Foto da Facebook
Renè Magritte – Gli amanti. Foto dal Web.

“Sono Sara, sono una donna giovanile e simpatica. Non bella ma (dicono) piacevole. Sono sposata con un uomo che mi ama a modo suo. Non voglio dargli nessuna colpa ma molte delle mie scelte, in particolare una, è stata causata proprio da alcune negligenze.

Anais Nin diceva che : “Le omissioni sono più letali degli errori consumati” ed aveva ragione, come aveva ragione quando dice che “ L’amore non muore mai di morte naturale, muore per abbandono, per cecità, per indifferenza, per averlo dato per scontato…” detto ciò volevo parlare con ignoti visto che non posso farlo con nessuno di reale, non perché non voglia ma a causa dell’argomento… Si perché io sono, o meglio ero, l’amante di qualcuno. Una storia nata per caso e mai consumata. Una storia nata con uno sguardo che mi ha rimesso in piedi e che è proseguita tra caffè, telefonate ed incontri di solo baci.

Giudicatemi pure, puntate pure il dito essendo io donna impegnata ma credetemi… mai, mai avrei immaginato che la mia vita potesse essere sconvolta dalla presenza di un altro uomo.

Lui è brillante, colto, di bell’aspetto, sotto certi versi cinico e distaccato, talvolta un “iceberg”  ma non pensavo, essendo anche più grande di lui, di poter essere ancora desiderabile.

Quando i nostri occhi si sono incrociati io a mala pena ero preparata, tacchi bassi, capelli indisciplinati causa una brutta depressione da cui stavo tentando di  uscire e che a stento mi faceva alzare dal letto; ovviamente mio marito non ha mai capito nulla, anzi mi accusava di essere sciatta e pigra. I dolori dell’anima non sono quasi mai contemplati.  

I caffè e le telefonate o gli appuntamenti al volo erano il motivo per cui la mattina riuscivo a lavarmi (la depressione porta anche al poco igiene) e mi prendevo cura di me come da tempo avevo dimenticato di fare.

Anche “lui” è sposato ma non felice, anche perché se sei felice non guardi nessuno, se sei appagato, saresti solo un folle a rischiare per lo sfizio del gusto del proibito.

In tutta questa “favola” non c’è una morale vera e propria perché si soffre sempre o fai soffrire… ecco forse è questa la morale: “Si soffre o fai soffrire”,  in questo caso sto soffrendo io, in quanto ci siamo allontanati. Una decisione presa da lui poiché voleva riprovare con la moglie.

Con l’arrivo della pandemia oltre alla paura del contagio e la perdita del lavoro si è messa anche l’impossibilità di incontrarlo, magari per caso, magari solo per rivedere i suoi occhi chiari.

Ed ora più che mai il pensiero fisso è quello di poter sapere come sta. Mi basterebbe sapere che sta bene. Anche se a me non pensa più. Mi basterebbe solo sapere che sta bene.

Solo che gli amori clandestini , quelli importanti, quelli che non ti aspetti  e non ti cerchi, quelli che nascono spontanei e non per vizio o inclinazione quelli che, però, sono “giustamente” giudicati e condannati da una giuria popolare che nulla sa di te, nulla comprende ma ti critica, ti massacra… perché sono “illegali” e fanno male ma che talvolta accadono e basta e come è accaduto a me potebbe accadere a chiunque perché contro i sentimenti siamo disarmati e non abbiamo nessun potere su di essi; ma questi amori sono tagliati fuori da tutto, non hai il permesso di chiedere, di sapere, di sentirti sollevata… per cui si, la morale è una: si sta male, se avete un amore segreto sappiate che prima o poi si starà veramente male.

Su Silvana De Dominicis

Vice direttore di La Gazzetta dello Spettacolo, amante degli animali, la natura e la cucina veg. Umiltà e sensibilità sono nel contempo i miei pregi e difetti.

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