Giuliano Madau
Giuliano Madau

Giuliano Madau, il suonatore in attesa della buonanotte

Giuliano Madau, bello, tenebroso e – a tratti – malinconico. Un talento come pochi che si assapora, si respira sia dalla sua voce che dal suo modo di suonare il pianoforte. Un fascino artistico particolare, quello di Giuliano che, sul suo profilo Instagram si descrive come “un suonatore in attesa della buonanotte”.

Lo incontriamo per la nostra rubrica “Talenti“.

Giuliano Madau, benvenuto su “La Gazzetta dello Spettacolo”. Volevo farti molti complimenti, perché’ sono rimasta colpita dal tocco del pianoforte che coincide – emozionalmente – con la tua voce. L’ho notato, specialmente in “You found me”.  Quando e come hai iniziato a cantare?

Grazie per le belle parole, pur trattandosi di semplici video condivisi sui social sapere che ciò che faccio in qualche modo arriva a chi mi ascolta è per me motivo di grande gioia e soddisfazione. La mia passione per la musica e più nello specifico per il canto, ha preso forma per la prima volta al liceo, io e altri 4 amici decidemmo di formare una band, ma essendo tutti molto timidi ricordo fu un problema decidere chi dovesse essere il cantante, alla fine mi feci avanti io altrimenti la cosa sarebbe andata troppo per le lunghe! Facemmo qualche concertino a quei tempi con un repertorio che variava dagli U2, agli Oasis e i Litfiba, ho un affettuoso ricordo di allora. In seguito fui contattato da un chitarrista che mi propose di avviare un piccolo progetto acustico chitarra voce e tastiera, ci proponemmo nei vari locali del posto e da lì per la prima volta, intorno ai 19 anni, cominciò quel percorso che mi portò poi a far parte della mia attuale band, i Cover Garden, con cui ho all’attivo più di un migliaio di live in tutta la Sardegna e con cui ho potuto condividere il palco assieme ad artisti molto noti come Anna Tatangelo e suonare svariate volte di fronte a migliaia di persone in eventi di un certo risalto. 

Come avrai potuto notare dalla scelta delle cover sul mio profilo Instagram ho una particolare predilezione per un cantautorato un po’ “malinconico” se così si può definire, forse può sembrare un po’ un cliché quello del cantante tormentato ed incompreso, ma credo che in realtà scrivere o cantare qualcosa che parli dei nostri lati più oscuri e reconditi possa essere molto “terapeutico”, d’altronde anche il grande Tenco quando gli chiedevano “perché scrivi solo cose tristi?” rispondeva “perché quando sono felice esco … ”:ha una sua logica non credi?

C’è un brano (ad esempio, una cover) che rispecchia, sia musicalmente che testualmente, la tua persona? 

Una canzone che mi rispecchia? Forse ti farà ridere, ma mi rivedo molto in “Gorilla al Sole” di Gino Paoli: un brano che prima o poi ho intenzione di interpretare, non rientra proprio tra i suoi successi più famosi, ma, detto in poche parole, racconta il punto di vista di un cantautore un po’ misantropo (giocando con la simpatica metafora del gorilla) che sta tranquillo sul suo ramo a scrivere canzoni, ma che viene disturbato dalla collettività, la quale, pretende che scenda dall’albero e si impegni come tutti gli altri al grido di “si può cambiare il mondo solo con il plurale” e qui l’inconfondibile ironia dal retrogusto amaro tipica di un grande autore come Gino Paoli, cito testualmente: “non c’è voluto molto per fare il conto che questo plurale è fatto di tanti singolari…”, “del resto forse è vero che chi segue l’idea, spesso nella sua testa non ne ha nemmeno una…”.

Progetti a breve o sogni nel cassetto di Giuliano Madau?

Nella mia vita ho perso molto tempo a seguire questa idea che “tanto per cambiare è sempre quella giusta” per poi rendermi conto dell’importanza fondamentale del saper stare soli con stessi e imparare a conoscersi e accettarsi nel profondo coi propri pregi e difetti, solo così, io credo, puoi avere gli strumenti per seguire “l’idea giusta”, quella giusta per te almeno, che, alla fine, è quella che conta veramente. Per ciò che riguarda sogni e progetti, ne ho tanti e tutti includono la mia adorata musica, nel concreto con la mia band a breve faremo uscire il nostro primo inedito, un brano dalle sonorità pop-rock che parla di una storia d’amore nata in un modo molto particolare. Di recente ho scritto e musicato diverse nuove idee e spero anche loro possano presto vedere la luce perché uno dei miei sogni è che qualcuno si possa rivedere in ciò che scrivo, riuscire in quel difficile intento “terapeutico” di cui parlavo prima, perché di questo ne sono fermamente convinto, per citare Max Gazzè: “una musica può fare”. 

Su Sara Morandi

Insegnante per vocazione, giornalista per passione. Amo il teatro perché incarna le emozioni viventi delle nostre anime. Ho sempre scritto di spettacolo e questo mi ha reso felice e mi rende tuttora. Divoro libri e il mio sogno sarebbe quello di scrivere un romanzo.

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