Marco Vidino. Foto di Gaetano Improta
Marco Vidino. Foto di Gaetano Improta

Marco Vidino ed i “suoi” Lazzari Felici

Oggi siamo in compagnia di Marco Vidino bravissimo musicista che abbiamo avuto il piacere di conoscere in maniera più diretta per il grande contributo che ha portato alla campagna di sensibilizzazione “Vip&Bau: Miauguro che non spari”.

Marco Vidino. Foto di Gaetano Improta
Marco Vidino. Foto di Gaetano Improta

In questo nostro incontro Marco Vidino ci parlerà di un progetto davvero speciale nato proprio da una sua “scintilla”: Lazzari Felici.

Benvenuto Marco, Lazzari Felici è una storia ambientata a Napoli, che parla di posteggiatori. Raccontaci di questo originale documentario.

Una storia ambientata in una Napoli post moderna dove la cultura e la musica è in continuo evolversi sopratutto tra i “vicoletti” del centro storico, Lazzari Felici racconta le giornate vissute dai posteggiatori “musici- erranti” e come vivono la loro semplice giornata artistica musicale, suonando e guadagnando per le stradine di Napoli.

Lazzari Felici, inoltre, racconta il cambiamento di fare arte e musica in una società liquida attuale.

Il progetto nasce da un’idea mia e dal regista Lorenzo Fodarella, il docu-film si presenta come un lavoro apparentemente semplice , anche perché è stato girato con zero risorse economiche, con una umile telecamera e tante interviste.

Anche per quanto riguarda il suono diegetico abbiamo scelto di lasciarlo simile così a come il nostro orecchio e quello dei posteggiatori lo percepiscono durante le performance… Talvolta questo suono caotico della città e dei ristoranti disturba l’esecuzione dei musicisti erranti, quindi una doppia fatica ad esibirsi tra rumore, folla e condizioni non proprio comode.

Marco tu sei un musicista, un polistrumentista che riesce a spaziare in vari stili: tradizionale, acustico, rumorismo, elettrico… Hai anche all’attivo numerose esperienze con altri artisti e musicisti, come è nato questo progetto che si avvicina più ad un metodo tradizionale ed “antico” come la Posteggia?

E’ sempre stato il mio obiettivo principale lo studio, la ricerca per la “diversità”, lo scopo mio è allargare i miei orizzonti musicali, per questo ho sempre ascoltato musica di tutti i tipi senza escludere nulla… dai migliori dischi di classica, rumorismo, free, noise, alla nostra musica napoletana (Bach, Luigi Russolo, Ornette Coleman, Glenn Branca, Sergio Bruni e altri… l’elenco è davvero lungo). Per anni ho suonato musica moderna pop/elettronica, nel 2017 esce il mio primo disco da solista di musica elettronica Vidimar77.

L’idea di documentare e di rendere più visibile l’arte della posteggia mi è venuta quando mi sono accostato al mandolino suonandolo per anni in eventi privati… e così che insieme a Lorenzo Fodarella abbiamo preso appunti su come realizzare un piccolo documentario sulla posteggia , che sarà il primo di una serie dedicata a Napoli ed a i suoi personaggi più estrosi e pittoreschi.

Puoi raccontarci di un aneddoto vissuto durante la lavorazione del documentario?

A dire il vero, un aneddoto vero è proprio non c’è…anche perché il documentario stesso è un aneddoto.

Un’esperienza quella di Lazzari Felici che sta lasciando dietro di sé scie di grande soddisfazione. Vuoi presentarci anche i tuoi “compagni d’avventura”?

I compagni di avventura sono anche i personaggi del film: Pierangelo Fevola “Piermacchiè”, Aurora Giglio, Adolfo Tronco, Antonio Esposito,
Alfredo Imparato, Cristian Vollaro, Enzo Della Volpe e Federico Vacalebre ed il Maestro Pasquale Scialó.

Grazie a Marco Vidino per il tempo che ci hai dedicato, un grande “in bocca al lupo” per i tuoi futuri progetti e per Lazzari Felici, docu-film davvero autentico ed appassionante la cui visione commovente, semplice, tradizionale e romantica lascerà un segno significativo.

Su Silvana De Dominicis

Vice direttore di La Gazzetta dello Spettacolo, amante degli animali, la natura e la cucina veg. Umiltà e sensibilità sono nel contempo i miei pregi e difetti.

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