Lemò
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Chi l’avrebbe mai detto! Arriva Lemò

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Lemò in occasione dell’uscita del suo album d’esordio “Chi l’avrebbe mai detto!”, che contiene undici brani ispirati al miglior cantautorato italiano, da artisti come Dalla, De André, De Gregori, e, in una prospettiva più contemporanea, Capossela e Testa.

Il lavoro è stato registrato tra la Puglia e Roma e ha coinvolto musicisti di grande talento, tra cui Martino De Cesare (Concato, Eugenio Bennato) e Giancarlo Bianchetti (Vinicio Capossela, Gianmaria Testa) alle chitarre, Vincenzo Abbracciante alla fisarmonica (Lucio Dalla, Richard Galliano), Gabriele Mirabassi al clarinetto (Mina, Ivano Fossati), Ferruccio Spinetti (contrabbassista degli Avion Travel e di Musica Nuda), Giovanni Astorino al violoncello (Caparezza), insieme ad Antonio Vinci (pianoforte ed Hammond) e Pierpaolo Giandomenico (basso elettrico). La direzione musicale è stata affidata a Francesco Lomagistro (batteria e percussioni).

Lemò, benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo. Parlaci un po’ della tua formazione musicale. Quando hai iniziato a suonare e cosa ti ha spinto a diventare un cantautore?

Ho iniziato a suonare all’età di 14 anni. Sognavo un sassofono che non è mai arrivato, così ho dovuto ripiegare sulla chitarra di mio padre. Ma adesso devo ringraziare quella chitarra, perché è uno strumento ideale per un cantautore, soprattutto se hai la fortuna di poter ascoltare sin da piccolo De André, Giorgio Gaber, Stefano Rosso, Francesco De Gregori e Lucio Dalla.

Nel tuo percorso musicale, quali sono stati gli artisti che ti hanno ispirato maggiormente e come hanno influenzato il tuo stile?

Quelli che ho citato poc’anzi, ma anche molti altri: Pino Daniele, Ivano Fossati, Vinicio Capossela, Gianmaria Testa, Daniele Silvestri, Samuele Bersani, e da ultimo Daniele Di Maglie, un cantautore mio conterraneo che apprezzo moltissimo.

“Chi l’avrebbe mai detto!” è il tuo disco d’esordio. Cominciamo con il titolo: cosa c’è dietro a questa scelta e come riflette il tuo viaggio musicale?

Chi l’avrebbe mai detto! è il titolo di uno dei brani dell’album, che racconta una storia ben precisa. Ma mi è sembrato un titolo perfetto anche per rappresentare il mio stesso stupore per essere riuscito, dopo un’attesa trentennale, a pubblicare queste prime undici canzoni, che spero saranno da molte altre.

Qual è il fil rouge e quali sono le peculiarità stilistiche di questo disco?

È l’amore, in tutte le sue declinazioni, senza distinzioni di sorta: tra due persone capaci lasciarsi al momento giusto, così da preservare l’affetto e i bei ricordi (back home, chi l’avrebbe mai detto! e un po’ meno distante); l’amore tra due guanti di diverso colore, ciascuno abbandonato dal proprio compagno (spaiato); è l’amore di una ragazza verso la propria terra, e verso un figlio “ancora da venire” (Mariarita), o ancora l’amore di tutta Napoli verso l’indimenticabile Diego Armando Maradona (Ancora una volta); anche musicalmente, inoltre, l’album rassomiglia alle storie che descrive, prediligendo arrangiamenti caldi ed acustici, ma anche pieni di groove quando si tratta di accompagnare una scrittura più ironica o sopra le righe.   

Oltre alla musica, cosa ti ispira nella vita di tutti i giorni? Ci sono temi specifici che ritornano spesso nei tuoi testi?

Mi ispirano la letteratura, il cinema, ma anche storie della quotidianità che osservo dall’esterno. E tra i temi ricorrenti ci sono storie d’amore, di partenze e di maternità.   

Lemò ha già nuovi progetti in cantiere? Cosa possiamo aspettarci dalla tua musica nei prossimi mesi?

Abbiamo in previsione l’uscita di un terzo singolo (Spaiato), dedicato al cantautore Gianmaria Testa, purtroppo scomparso troppo presto, con il relativo videoclip. E stiamo anche lavorando ad alcune esibizioni live per la prossima primavera.

Su Francesca Ghezzani

Giornalista, addetto stampa, autrice e conduttrice di programmi televisivi e radiofonici. In passato ha collaborato con istituti in qualità di docente di comunicazione ed eventi.

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