La sciantosa, Serena Autieri

La sciantosa di Serena Autieri

autieriIn questi giorni al teatro Diana, una fascinante Serena Autieri, sta portando sulla scena “La Sciantosa” eccentrica, popolare, storica, ricordata da pochi dimenticata dai più, mai conosciuta dalle giovani generazioni.
Nei panni del pulcinella presentatore, canta brani antichi immedesimandosi in Elvira Donnarumma, la sciantosa che fu.
Ma chi fu costei?
La Donnarumma iniziò a cantare giovanissima nei locali partenopei, incontrando immediatamente un successo che la spinse a trasferirsi a Roma, dove si esibì al Teatro Olimpia, diventando una delle più gettonate e ricercate interpreti della canzone napoletana.
Si congedò dalle scene, ormai gravemente malata, l’anno prima della sua morte, avvenuta nel 1933 Ottenne attestati di stima da parte di molti personaggi pubblici e del mondo dello spettacolo, tra le quali Matilde Serao ed Eleonora Duse. Le canzoni testimoni di un mondo e di un’epoca da proteggere da rivalorizzare che permettano di rivolgere anche “uno sguardo allo strapotere dell’immagine mordi e fuggi dei nostri giorni. Elvira Donnarumma, “a capinera napoletana”,che sfidò la sua malattia ogni sera fino alla morte pur di non abbandonare il pubblico; lei che avvolta dalla bandiera italiana, in precario equilibrio e con gli occhi pieni di lacrime, cantò “Addio” davanti a tutta Napoli che la acclamava”.
Serena Autieri gioca con il tempo, attraverso le parole, la musica, rendendo la finzione realtà e la realtà “in-cantata” finzione. Unica attrice sulla scena, Serena entra ed esce dal palco, gioca con il suo corpo, dialoga con una Napoli di un tempo, con il pubblico rendendoli partecipi e parte attiva delle canzoni e del tempo che fu. Palomma `e notte, fenesta vascia, io te vurrìa vasà, Santa Lucia Luntana, Ninì Tirabusciò, Reginella, sono solo alcune delle melodie cantate dalla Autieri e musicate dal gruppo sapientemente diretto dal maestro Pizzo.Quando il pubblico canta a viva voce, ed applaude costantemente, la missione è compiuta.-

Si replica sino al giorno 16 novembre ’14.

Su Massimo Mastrolonardo

Redazione