Manuela Villa
Manuela Villa

Manuela Villa: dalla parte delle donne

Manuela Villa ha una voce bellissima e un carattere forte, forgiato dal tempo, dalle vicissitudini della vita. La incontriamo, in questo pomeriggio di gennaio, per parlare del suo nuovo singolo, “Se fossi un uomo”. Un messaggio, quello che la cantante vuole lanciare, indirizzato a uomini e donne, legato alla violenza. Una violenza che non deve averla vinta sui rapporti umani, perché basta poco per poter evitare ogni male. Affronteremo, insieme a lei, un percorso a ritroso legato alla sua carriera e al suo vivere.

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Manuela Villa. Come stai?

Va tutto bene! Cerco di non farmi sopraffare dalla vita di tutti i giorni, cercando di reagire ad ogni cosa, in maniera positiva.

Come affronti la pandemia che ci ha colpito ben due anni fa e quali modifiche ha apportato, nello specifico, al tuo vissuto?

Come tutti, sinceramente, ho vissuto questa situazione, almeno inizialmente, come un vero e proprio dramma. Ci sono stati tolti anni di carriera, di lavoro, di emozioni, di vissuto. Abbiamo dovuto, chi più e chi meno, reinventarci, tenendo attiva la mente, l’anima, cercando di non inaridire il nostro essere, senza dover per forza essere l’uno contro l’altro. Dobbiamo riprendere il gusto della condivisione, dello stare insieme, dell’abbracciarsi, cosa che, ormai, non accade più nemmeno in famiglia.

A livello lavorativo, nello specifico, come hai trasformato il tutto?

Ho riversato il mio senso artistico nella scrittura, così come la mia sensibilità. Un qualcosa di duraturo, se pensiamo ad un libro, ad un progetto del genere, mettendosi così a disposizione degli altri, lanciando messaggi importanti che ti permettono, in tal modo, di sentirti vivo. Chi ha avuto la forza di fare altro, dedicandosi a cose costruttive, importanti, ha fatto bene. La paura di noi artisti è proprio legata al pensare di non poter essere utili per chi ci è intorno, per il prossimo. Non c’è stato l’aiuto da parte di chi avrebbe dovuto. Anche in televisione, purtroppo, è stato fatto accedere chi ha potuto, non tutti coloro che avrebbero voluto dire la propria opinione.

A proposito di messaggi importanti, come ha preso vita il tuo ultimo singolo, “Se fossi un uomo”?

Questo brano è frutto di una riflessione, di un pensiero legato a chi purtroppo non avrà avuto modo di spaziare, di vivere “serenamente” il lockdown che siamo stati costretti a subire. Ho voluto, dunque, dare voce a tutti loro e, successivamente, ho scoperto poi di avere ragione, per via delle notizie presenti nei Tg. Il punto di domanda è stato, cosa farei se fossi un uomo e cosa non farei, ed ho sacrificato, per questo brano, la mia vocalità, pur di arrivare all’anima di ognuno in maniera diretta, forte, raccontando ciò che avevo da dire.

Manuela Villa
Manuela Villa

Sei spesso dalla parte delle donne. Quale messaggio senti di voler lanciare a tutte loro?

Certamente! Non ho mai evitato di dire la mia, cosa che farei anche se capitasse di assistere a qualcosa in strada. Non possiamo restare inermi dinanzi a tali situazioni, bensì dobbiamo indignarci e combattere tali soprusi. Ogni donna deve avere il coraggio di parlare, di segnalare la violenza subita, senza tenere tutto dentro, senza mascherare il tutto. È importante avere la forza di reagire, di parlare con qualcuno che possa poi dar voce alle loro confidenze. Noi ci siamo, che si tratti di persone comuni o istituzioni.

Manuela, quanto sei rimasta fedele ai sogni che avevi da ragazza?

Sono ancora oggi fedele ai miei sogni, alle mia passioni. Sognavo di diventare attrice ed ho cominciato a studiare, sognavo di scrivere e l’ho fatto, sogno di fare un film e spero di poter realizzare questo desiderio. Voglio morire sognando, perché sono dell’idea che si smetta di vivere quando non si hanno più sogni da poter realizzare.

Chi è Manuela Villa nella vita di tutti i giorni?

Sono pigrissima e, più passa il tempo e più lo sono, diversamente, invece, quando ero ragazza. Questa pigrizia, a suo modo, ha fatto scattare in me qualcosa di diverso. Mi spiego, tutto ciò che non realizzo con il corpo, si verifica invece nella mia testa. Nella mia mente ho corso, sognato, pensato e sono, quindi, più stanca di chi ha realizzato il tutto fisicamente (ride).

A breve avrà inizio il Festival di Sanremo. Quali sono le tue sensazioni a riguardo?

In questo momento non penso a nulla, se non al fatto che ammiro tutti coloro che potranno prendervi parte. Sono dell’idea che, in un momento di fermo, per tutti, finalmente vi è qualcosa di bello a cui poter assistere, seppure sia per pochi. Non voglio cadere nell’errore di pensare che avrei voluto esserci anch’io, a discapito di qualcuno. Voglio soltanto godermi il Festival e non pensare ad altro.

Booking.com

Cosa senti di consigliare a chi vuole intraprendere il tuo stesso mestiere?

Consiglio loro di non fare riferimento a ciò che è presente in Televisione. Essere artista non è arrivare sul palco con le luci giuste e la strumentazione adatta. Essere artista significa guadagnarsi giorno per giorno il mestiere che si è scelto di fare. Dico questo perché i ragazzi che approcciano alla musica, hanno lo spettacolo pronto, già strutturato. La realtà, invece, è diversa, per chi non vive un’ondata di clamore. Essere artista significa anche fare la fame, non avere nessuno che ti segue, attraversando cicli tristi, legati a carriere lunghe, lente e durature, piuttosto che tutto e subito, correndo il rischio di cadere nel dimenticatoio. Questo sento di consigliare a tutti loro!

Come ci anticipavi, il lockdown ti ha dato modo di realizzare nuovi brani. Possiamo, dunque, aspettarci dei nuovi singoli a breve?

Vivo un mestiere libero, basato non solo sulla musica, ma anche sulla scrittura. Sicuramente pubblicherò altro, ma quando avrò lo stimolo giusto e l’intuizione giusta.

Avremo presto modo di vedere Manuela Villa dal vivo in tour?

Il mio tour è in preparazione. Spero solo ci sia modo di concretizzare il tutto, questa estate, senza dover di nuovo fermare la macchina organizzativa.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

Lascia un commento